Delain, Last Day Here, This Grace
26/04/09 - Zoe Club, Milano


Articolo a cura di Fabio Rigamonti

Lo ammetto: non ero molto entusiasta di recarmi a Milano allo Zoe Club, domenica 26 aprile, per assistere al primo live in Italia degli olandesi Delain.
Vuoi per un’ultima prova in studio assolutamente poco entusiasmante da parte della band di Martijn Westerholt, vuoi per una pioggia opprimente ed incessante che demotivava ogni attività riguardante l’abbandono della propria magione (la April Rain! – Ah, ah, battutona!), fatto sta che se non fosse stato per il pensiero di rivedere buona parte dei miei compagni di scorribande gotiche olandesi, nonché per il prezzo davvero irrisorio del biglietto rispetto alla portata dell’avvenimento, difficilmente mi sarei messo in viaggio verso la capitale lombarda.

Poiché ho tirato in ballo la questione prezzo, mi va di sbrigare subito un paio di questioni logistiche, prima di eviscerare per bene la performance delle varie band che hanno calcato il locale milanese.
Innanzitutto, tanto di cappello a Neecee Agency, che ha deciso di evitare i soliti canali di prevendita (anche per lo scarso preavviso con cui la data italiana del tour europeo dei Delain è stata stabilita, mica solo per beneficienza!) e questo ha consentito ai partecipanti di assistere all’esibizione di ben 3 band per soli 12 Euro pagati direttamente alla cassa, addirittura 10 Euro se si prenotava il biglietto preventivamente via mail (e con tanto di mini-locandina autografata dai Delain e spilla in regalo!).

Per quanto riguarda il locale, dopo aver sbrigato abbastanza agevolmente le pratiche di ingresso mi sono ritrovato in una sala accogliente e…decisamente…intima.
Era la mia prima volta allo Zoe, e devo dire che una stanza così limitata in termini spaziali mi faceva presagire pessima acustica, cosa che in realtà non è stata per cui, per quel che mi riguarda, la piccola alcova alla periferia ovest di Milano è stata promossa a pieni voti.

Per fortuna che il locare era piccolo ed intimo, comunque, altrimenti la scarsissima affluenza di pubblico sarebbe pesata ancora di più sull’evento.
Ovviamente, in una domenica piovosa del week-end del 25 Aprile, prevedere più di 200 persone sarebbe stato pura utopia, e difatti tutto il pubblico era ammassato in 5 file a ridosso del palco, più sporadiche presenze attorno al bar ed ai divanetti.
Pochi ma buoni, come si dice, poiché non è stato certo l’entusiasmo a mancare.

this_graceAlle ore 20:30 salgono sul palco gli italiani This Grace, band di metalcore piuttosto grezzo e scelta da Neecee Agency in un concorso apposito indetto via MySpace.
La band dimostra ottime potenzialità, è soprattutto capace di coinvolgere il pubblico ed è dotata di buone canzoni. Certo, si necessita ancora di maturazione, ma le premesse sono decisamente buone.
Ottima la citazione AC/DC di “It’s A Long Way To The Top (If You Wanna Rock’n’Roll)” posta in chiusura del set.

Rapido cambio di palco, ed è la volta degli sloveni Last Day Here, band al debutto discografico su Roadrunner Records anche loro portatori di un metalcore/crossover molto melodico e moderno. Avevo già notato le doti del cantante Marko sul video di “Saved From Falling” mentre mi documentavo su di loro, ma devo dire che dal vivo le rimarchevoli doti di quel ragazzo risaltano ancora di più.
Le canzoni di questo gruppo sono estremamente godibili, hanno un tiro davvero coinvolgente, e la carismatica voce di Marko fa il resto: d’altronde, quando ti ritrovi un emulo esaltato di Miles Kennedy (voce degli Alter Bridge) a cantare, il mix non può che essere entusiasmante.
Ad ogni modo, non dovevo decisamente essere l’unico ad essere rimasto positivamente colpito da questi ragazzi, visto che il pubblico, al termine dell’esibizione della band, era a dir poco carico e coinvolto.
Si sono sprecate le urla, l’agitare delle mani, i salti…insomma, davvero un ottimo momento.

 

last_day__fine
 

 

…talmente ottimo, che al cambio fisiologico di palco per ospitare gli headliner della serata, il sottoscritto non può fare a meno di chiedersi se Roadrunner abbia fatto la scelta giusta, abbinando due band di Crossover prima di un gruppo di Gothic Metal sinfonico.
Insomma, per capirci: dopo un’ora di Metallo sincopato, moderno, tirato (e pure fatto bene), il fatto che di lì a poco avrei visto i Delain probabilmente aprirmi la serata con “April Rain” mi sembrava estremamente fuori luogo.

charl_1_finePerso in queste considerazioni, non mi accorgo che due schermi vengono messi ai lati del palco, le luci si spengono e parte un filmato che già mi fa sentire a casa, vista la somiglianza con quello usato dai cugini Within Temptation sulla Black Symphony (Martijn deve, evidentemente, essersi fatto consigliare dal fratello Robert), quindi fumo e vento che ricordano il tema meteorologico dell’ultimo album made in Delain, ed ecco che la band esplode sulle note di “Invidia”.
Rimango subito colpito da due fattori: la voce di Charlotte e la sua presenza scenica (sia in termini di bellezza che di energia dimostrata sul palco).
Incredibile, difatti, come Charlotte Wessels risulti una rara cantante che rende molto meglio dal vivo che non su cd, dove non vengono, per qualche misterioso ed assurdo motivo, catturati tutti i colori ed i toni che la cantante ha dimostrato di possedere durante il concerto.
In particolare, mi ha colpito l’impostazione operistica e leggiadra del cantato: certo, questo ha reso a volte quasi inudibile la sua performance (come su “A Day For Ghosts”, ad esempio), ma è normale quando si sacrifica un po’ di energia in favore della tecnica.
Movenze metal ed un faccino che non è per nulla fotogenico (nel senso che Charlotte non diresti mai che è bella dalle copertine, almeno non così bella come in effetti è dal vivo) hanno contribuito a chiudere ben più di un orecchio sulla musica.
Già, la musica…sia chiaro: la band è professionale, suona davvero molto bene ed in particolare il chitarrista Ronald Landa sopperisce alla grande sia alla mancanza della voce maschile di Marco Hietala, sia al grunt di George Oosthoek, ciò comunque non toglie che le canzoni se non ci sono, non ci sono (la doppietta di “On The Other Side” e “Control The Storm” ha rappresentato, per il sottoscritto, una caduta di tono a dir poco allarmante).
Fortunatamente, la scaletta è stata equamente divisa tra il nuovo album ed il precedente “Lucidity”, ed è stato proprio su queste canzoni che il gruppo, per me, ha dato il meglio di sé.
Ad onore del vero, devo riconoscere che mi è piaciuta moltissimo l’esibizione di “Nothing Left” da April Rain: una canzone già intensa, che live è stata resa molto più potente e…”acustica” (soprattutto grazie al fatto che, sul finale, sono saltati nell’ordine: le tastiere, la chitarra, l’auricolare di Charlotte. Davvero un peccato, perché è stato rovinato uno dei momenti più intensi dello show).

 

chitarrista_delain
 

 

Arriva dopo un’ora di esibizione, preciso come un orologio svizzero, il momento dei finti saluti della band. Poiché fino a tale momento il big-hit di “April Rain” non era stato ancora proposto, era lecito immaginarsi che sarebbe stato incluso negli encore. Invece, i Delain stupiscono suonando “Virtue And Vice” e chiudendo con “Pristine”.
Una chiusura semplicemente magnifica e coraggiosa: magnifica perché, per chi scrive, “Pristine” è la migliore canzone che i Delain abbiano composto sinora (poi, volete mettere l’effetto di vedere la Charlotte incamminarsi verso la luce abbagliante dietro di lei mentre impazza quel dramma di corni e tastiere sul finale?), coraggiosa perché l’unico singolo concesso al pubblico durante tutta la serata è stato “Frozen” da “Lucidity”.

 

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Che sia una risposta del gruppo da parte di chi li accusa di essersi venduti arrufianandosi ad un mercato che li vuole come “nuovi Nightwish” a tutti i costi? Non lo so, so solo che io avevo poche aspettative da questa serata, e me ne sono tornato a casa contento e tutto sommato soddisfatto.

E non è cosa da poco.

 

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Si ringrazia Simona Rigamonti per il materiale fotografico. 

 

SETLIST DELAIN:

Invidia
Stay Forever
Sever
Silhouette Of A Dancer
Go Away
The Gathering
A Day For Ghosts
On The Other Side
Control The Storm
Frozen
Sleepwalkers Dream
Nothing Left

Encore:
Virtue And Vice
Pristine
 

 




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