Luca Turilli’s Rhapsody - Ascending to Infinity Tour
23/11/12 - Live Club, Trezzo sull'Adda


Articolo a cura di Davide Panzeri
Il carrozzone dell’Ascending To Infinity Tour del buon Luca Turilli approda in quel di Milano dopo aver fatto tappa in quel di Bologna (potete leggere QUI il resoconto della serata). Non c’è bisogno che vi dica che le aspettative e la curiosità che gravitavano attorno a questo progetto erano davvero molte, vuoi perché la separazione dagli storici Rhapsody Of Fire ha colpito in pieno petto un po’ tutti e lasciato con l’amaro in bocca i fan della band, vuoi perché l’estro creativo del chitarrista friulano è finalmente libero da costrizioni (semmai ce ne fossero veramente state) e limiti di sorta, vuoi perché il nuovo cantante della band Alessandro Conti (Trick Or Treat) è ormai sinonimo di abilità, potenza e capacità.

Il menù della serata è ricco e gustoso, il mai troppo lodato Live Club di Trezzo D’Adda ospita quattro band di crescente calibro che in un modo o nell’altro hanno saputo scaldare per benino il non numerosissimo pubblico (non si arriva nemmeno a metà locale stipando a mò di sardine le persone). I concerti hanno inizio attorno alle venti e a dare il via alle danze ci pensano gli italianissimi Vexillum, giovane band dedita ad un power metal di matrice folk che quest'oggi ci propone in pompa magna l’ultima loro fatica “The Bivouac”. La loro esibizione è grintosa, leggermente rovinata da dei suoni non ancora ottimi che hanno impastato un po’ troppo strumenti e voce. Gli Orden Ogan sono invece la seconda proposta della serata. Tedeschi, vestiti con improbabili armature (il cantante Seeb utilizza come spallina un quarto di copertone) e alfieri anche loro di un power metal classico (come avrete intuito il nucleo dell’evento è proprio questo genere), ci sottopongono all’attenzione brani estratti dal loro ultimo disco “To The End”, intervallati ovviamente ai brani classici e storici della formazione. Nonostante i piccoli problemi di voce del singer Seeb, lo show fila via liscio come l’olio e fa da apripista al primo e vero piatto forte: i Freedom Call, la creatura del biondissimo e simpaticissimo Chris Bay. “Freedom Call” spinge la band sulla rampa di lancio, tutto il pubblico canta a squarciagola e da lì in poi sarà tutta discesa. Tra uno sketch e l’altro del carismatico leader della band (nei quali riesce, anche se a tentoni, ad esprimersi in un italiano basilare) e tra un pezzo nuovo ed uno datato (“Rockstars”, “The Quest”, “Land Of The Light”, “Power And Glory”) si giunge alla acclamatissima “Warriors”, che fa esplodere il locale e congedare di li a poco i più importanti alfieri dell’Happy Metal attualmente in circolazione.

Sono circa le undici quando le luci si abbassano e introducono l’ultimo e più importante act della serata: Luca Turilli’s Rhapsody. Sullo sfondo del palco non c’è il solito velo con il logo della band, bensì un telo bianco sul quale verranno video proiettati per tutta la durata dello show immagini scelte ad hoc per ogni canzone che verrà eseguita, una sorta di “cinema” con tanto di titoli di testa e di coda (il sottotitolo del concerto spiegava tutto fin da subito  “Cinematic World Tour”). La soluzione adottata è, ad onor del vero, molto riuscita: la fusione tra musica e video si intreccia perfettamente e rapisce spesso e volentieri il pubblico. Il sound bombastico e orchestrale del disco d’esordio della band è riversato nel Live Club. “Quantum X” è solo il preludio a quello che sarà un evento che molti rimpiangeranno di essersi perso. La formazione che vede Luca Turilli alla chitarra, Alessandro Conti alla voce, Patrice Guers al basso e Alex Landenburg si avvale anche della presenza della bella e bravissima Sassy Bernet che con Alessandro ha più volte l’occasione di duettare e provare la propria abilità canora (purtroppo è assente Dominique Leurquin, colpito da un infortunio alla mano poco prima di imbarcarsi nel tour).

Chi si aspettava uno show incentrato esclusivamente sull’unico disco pubblicato e magari a un paio di escursioni nel passato è stato contraddetto subito dal principio. È “Riding In The Winds Of Eternity” dei vecchi Rhapsody ad accompagnare Luca & co. sul palco. Un’esplosione di urla e cori saluta il loro ingresso e l’inizio dello show che, a parer mio, non poteva partire in modo migliore. Luci e colori si diffondono sullo stage mentre i nostri proseguono l'esibizione attingendo sia ai nuovi pezzi che a brani storici del passato (“Excalibur”, “The Village Of Dwarves”, “Dawn Of Victory”, “Dark Fate Of Atlantis”, per citarne alcuni). Luca è in forma, ci crede davvero tanto e lo si scorge molto emozionato nel percepire il coinvolgimento del pubblico durante lo scorrere dei brani. Probabilmente il bisogno di sapere che ancora molta gente lo sostiene ed è con lui lo aiuta a sprigionare quella grinta che sul palco lo ha reso una vera e propria macchina (non dimentichiamoci che ha dovuto anche compiere il lavoro di doppia chitarra data l’assenza di Dominique). Alessandro è invece la vera sorpresa e conferma della serata. Si destreggia e duetta con passione, abilità e grinta, non sfigura nemmeno cantando i pezzi storici dei Rhapsody e, anzi, più di una volta si permette di dare qualche pista al buon Fabio Lione. Le chicche non sono finite, non sono solo i vecchi pezzi dei Rhapsody ad essere riproposti, c’è anche la felice escursione nei primissimi lavori di Luca Turilli: chi di voi ricorda “King Of the Nordic Twilight”? “Deamonheart”, “Warrior’s Pride” e “ The Ancient Forest Of Elves” accendono i già caldi animi del pubblico e ottengono il giusto successo che queste canzoni si meritano (consiglio per i giovani fan di Luca, andate immediatamente a recuperare i primi lavori). Non poteva ovviamente mancare in chiusura di concerto l’eterna, ancestrale, magica e monolitica “Emerald Sword”, vero cavallo di battaglia di Turilli nei Rhapsody Of Fire. Cantata anche dalle colonne di cemento del locale è un enorme successo e che lascia però il compito a “Warriors Of Ice” di far calare il sipario… ops, scusate, i titoli di coda sullo show.

Passione, abilità e amore nella musica. Questo è quello che i Luca Turilli’s Rhapsody ci hanno comunicato questa sera. Una pericolosa dichiarazione amichevole di guerra vero i Rhapsody Of Fire che, viste le premesse, dovranno dare il 120% per superare questo “Ascending To Infinity”, album e tour. Ben fatto Luca.



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