Luca Turilli's Rhapsody
Ascending To Infinity

2012, Nuclear Blast
Power Metal

Cinematico, bombastico, hollywoodiano: Luca Turilli.
Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 25/06/12

L’inaspettato split tra Luca Turilli (videointervista) e Alex Staropoli ha preso in contropiede tutti i fan dei Rhapsody, profondamente legati alle gesta dei power metallers italiani più conosciuti nel mondo. Non tutti i mali vengono per nuocere, perché oggi ci ritroviamo tra le mani due formazioni che forniscono ampie garanzie: i Rhapsody Of Fire di Staropoli & Lione e i Rhapsody di Luca Turilli, quest’ultimo finalmente libero, artisticamente, e aperto a qualsiasi soluzione che, da qui in poi, la sua fervida mente partorirà. Il tutto ha un costo: Luca dovrà ripartire quasi da zero, mantenendo il logo, parte del nome, e con l’incognita che farà pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra: il cantante.

Partiamo proprio da qui, da Alessandro Conti. Alle ha dimostrato tanto in questi ultimi anni, fin troppo, ha calcato tutti i palchi italiani coi suoi Trick Or Treat, dal più piccolo di periferia a quello dell’Italian Gods Of Metal esibendosi poi in un favoloso tour con Helloween e Stratovarius. Lione l’ha segnalato a Turilli e dopo una lunghissima fase di prova, finalmente il meritato e ambito premio: è ufficialmente il nuovo frontman dei Rhapsody. La scelta è azzeccata, non a caso Alessandro è considerato il Michael Kiske italiano e già con questo disco anche i gli ascoltatori più scettici provenienti dall’estero impareranno ad amarlo per la sua estensione.

"Ascending To Infinity" è una perla che, ascolto dopo ascolto, esalta tutti quei piccoli particolari che ci hanno fatto innamorare dei Rhapsody vecchi e nuovi, e c’è l’aggiunta del fattore cinematico tanto reclamato in fase promozionale: in effetti sembra proprio di ascoltare la colonna sonora di un film (hollywoodiano, of course) ma ad essere sinceri anche di un cartone animato disneyano (“Tormento e Passione” e “Luna” sembrano uscite da “La Bella e la Bestia”). L’album raccoglie tutti i pregi dei suoi predecessori, compresi i lavori solisti di Turilli, e li combina con una produzione che non manca di stupire neanche in questa occasione: i cori, le voci soliste, gli strumenti, tutto risalta e risplende offrendo una versione sensazionale e sensazionalista del mondo di Luca Turilli. Dimentichiamo qualcosa? Ma certo, un album dei Rhapsody non può funzionare senza ritornelli adeguati: e anche in questa situazione siamo al top, con refrain che si fanno ascoltare e cantare (in italiano e in inglese) senza sosta.

Ora è il turno dei Rhapsdoy Of Fire, e fare meglio di “Ascending To Infinity” è dura. Forse è meglio così, due Rhapsody sono meglio di uno, senza rancore. Luca Turilli dimostra ancora una volta che il grande protagonista dei primi, indimenticabili dischi, è lui, regalandoci un album dal sapore antico, un lavoro di sicuro successo che lascerà di stucco coloro i quali nutrivano dubbi. Menzione speciale per Alessandro Conti, che spazzerà via tutto con una prestazione invidiabile: il futuro è suo.




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