Luca Turilli's Rhapsody
Prometheus - Symphonia Ignis Divinus

2015, Nuclear Blast
Symphonic Metal

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 17/06/15

Lo split tra Luca Turilli e Alex Staropoli è ormai un ricordo sbiadito. I Rhapsody of Fire di Alex hanno preso una strada, Luca ne ha imboccata un'altra e al momento, forti della conferma del contratto con Nuclear Blast, quella degli LT-Rhapsody pare ottimale. La splendida risposta dei fan dopo il primo disco della nuova era, "Ascending To Infinity", ha aperto al cosiddetto Cinematic Metal che con Prometheus - Symphonia Ignis Divinus, e soprattutto coi concerti in arrivo, raggiungerà il suo apice.

 

Ripartiamo allora da Luca e dal suo cantante Alessandro Conti, uno che i fan di Michael Kiske degli Helloween di Keeper of the Seventh Keys adoreranno alla follia. Alle, così come accaduto nel primo capitolo, non si lascerà sopraffare dalla pressione, che da sempre assedia il mondo dei Rhapsody, e fornirà l'ennesima prestazione sopra le righe andando a ricoprire, grazie ad una sorprendente versatilità, l'intera scala tonale (sentitelo poi in versione Gollum nel brano dedicato al Signore degli Anelli "One Ring To Rule Them All").

 

Da un punto di vista squisitamente tecnico il disco ha un assetto e una struttura più o meno speculari se rapportati al precedente episodio, sebbene aggiunga alcune piccole novità che trovano riscontro nel passato artistico del compositore triestino. C'è una maggiore propensione all'elemento elettronico che tanto apprezzammo con "Dreamquest" e "The Infinite Wonders of Creation", un più frequente uso della lingua italiana e un'importante influenza orientale all'interno di alcune delle canzoni guida. Da notare come le tracce più rappresentative non siano gli ottimi singoli che abbiamo già avuto occasione di consumare nei giorni scorsi, in ordine cronologico "Rosenkreuz (The Rose And The Cross)" e "Prometheus", bensì due capolavori dai titoli in madrelingua che rimembrano le soavi melodie dei vecchi Rhapsody: "Il Cigno Nero" e "Il Tempo Degli Dei". In entrambi i casi bridge, refrain e cori esplodono ininterrottamente in un tripudio sinfonico di rara bellezza. All'interno de "Il Tempo Degli Dei", c'è poi una straordinaria intuizione: l'inserimento della voce di uno dei più grandi sensitivi italiani, Gustavo Adolfo Rol (1903-1994), un estratto incastonato in una struggente cascata di note suonate col pianoforte. Non mancherete infine di innamorarvi della ballad teatrale "Notturno" e di stupirvi per l'epicità della suite conclusiva, "Of Michael The Archangel And Lucifer's Fall Part II: Codex Nemesis", diciotto minuti di Hollywood Metal in grande stile.

 

La forza di Luca Turilli è sempre stata quella di riuscire a proporre prodotti di qualità e quantità; lavori che nonostante gli infiniti tentativi di plagio hanno sempre avuto il merito di mantenere una personalità unica, pertanto impossibile da contraffare. E' il turno di Prometheus, e il concetto è il medesimo: il disco è una scarica d'energia e un'esplosione di colori, l'ennesima meraviglia targata Rhapsody che ben si posiziona all'interno dell'enorme discografia di Luca. Da ascoltare per tutta l'estate in un angolo sperduto dei vostri viaggi incantati...





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool