Linkin Park - City Sound Festival 2014
11/06/14 - Ippodromo del Galoppo, Milano


Articolo a cura di Stefano Benzi

Così tanta gente non se l'aspettavano nemmeno loro: e sicuramente non se l'aspettavano gli organizzatori che, considerando lo spazio a disposizione del City Sound dello scorso anno (sempre nella bella location dell'Ippodromo del Galoppo ma in dimensioni molto più ridotte), hanno fatto bene i loro conti raddoppiando l'area a disposizione dello show e arretrando il palco di almeno una trentina di metri. Perché diversamente 35mila persone non ci sarebbero mai state...

 

Gli stessi Linkin Park sono rimasti sorpresi dall'accoglienza milanese per la loro unica data italiana di un tour che presenta l'imminente "The Hunting Party", proposto con qualche anticipazione peraltro già da tempo disponibile in streaming sia sul loro sito che altrove. Lanciati da uno show discreto, un po' compitino, dei Fall Out Boy, i Linkin Park hanno distribuito a man bassa quelle atmosfere ora cupe, ora esplosive, ora lancinanti tipiche di una band che come poche altre ha saputo portare il nu-metal verso inclinazioni ora elettroniche, ora tecnologiche, ora profondamente rock ma sempre con uno stile inconfondibile: un marchio di fabbrica che dal vivo è anche più evidente grazie alla voce di Chester Bennington.

 

lplivemilano106141_600Un concerto praticamente identico nella sua setlist a quello collaudato a Bratislava, a Mosca, in Polonia e a Norimberga, e che non ha concesso alcuno spazio all'improvvisazione senza tuttavia lesinare in alcun modo intensità.

 

Studiato come uno show molto legato alle atmosfere proposte da luci e scenografie, il concerto è stato diviso in quattro parti ben delineate: apertura con "The Catalyst" e prime zuffe sotto il palco, seconda parte più intima con una lunga serie di ballate che si chiude con "Iridescent", terza parte che esplode con "Burn it Down" e diventa impeto incontrollabile con "In the end" e "Faint", gran finale con "What I've done" e "Bleed it Out". Novanta minuti e ventisette canzoni, alcune delle quali appena accennate, che hanno offerto uno show di rara compattezza e intensità che ha lasciato il pubblico stremato: un po' per il gran caldo che ha caratterizzato pomeriggio e serata (gente in attesa davanti al cancello già alle 14) e un po' perché la band in Italia era attesa da una fanbase affamata di live e aggrappata alle poche presenze arrivate vicine al nostro paese.

 

La band è inattaccabile e davvero mostruosa, nella chimica che riesce a creare tra le varie sezioni e gli assoli, senza lasciare il palco mai sgombro di energia. Suono purtroppo, ma a Milano non è certo una novità, non all'altezza delle aspettative e della qualità di quanto probabilmente si sentiva negli auricolari della band: lontano dalle casse bassi distorti e voce appena percettibile, sotto il palco e anche sotto i ripetitori di mid-area audio appena bilanciato e accettabile. Ma i concerti rock sono un'altra cosa. Audio sicuramente basso, ma anche poco uniforme e mal distribuito. Un delitto considerando quando la band si è impegnata e quanto, in novanta minuti, ci ha fatto rimpiangere i suoi tre anni di assenza dai nostri palchi.

 

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Setlist:

 

Act I

The Catalyst / The Requiem
Guilty All the Same
Given Up
Points of Authority
One Step Closer

 

Act II
Blackout
Papercut
With You
Runaway
Wastelands
Castle of Glass
Leave Out All the Rest / Shadow of the Day / Iridescent

 

Act III
Robot Boy
Joe Hahn Solo
Burn It Down
Waiting for the End
Wretches and Kings / Remember the Name / Skin to Bone
Numb
In the End
Faint

 

Encore:
Until It's Gone
A Light That Never Comes
Lost in the Echo
Crawling
New Divide
What I've Done
Bleed It Out




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