Oasis
(What's The Story) Morning Glory?

1995, Helter Skelter
Rock

Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 31/01/13

Need a little time to rest your mind
You know you should so I guess you might as well


Cosa significa “Champagne Supernova”? Dov’è riposto il senso nel termine “Wonderwall”? Come è possibile che gli hooligans del Manchester City, storicamente non proprio dei “teneroni”, durante le partite di calcio casalinghe, coinvolgano tutto lo stadio intonando a squarciagola la dolcissima “Don’t Look Back In Anger” nei momenti di celebrazione? Nella musica non conta il senso, ma l’emozione. E a volte è sufficiente una carezza per suscitare una forte emozione.


Un anno dopo aver sorpreso il mondo con “Definitley Maybe”, l’incoronazione degli Oasis a paladini del Britpop avviene con l’uscita di “(What’s The Story) Morning Glory?”, un album di enorme successo in cui i suoni graffianti di “Rock n’ Roll Star”, “Up In The Sky” e “Supersonic” vengono leggermente smorzati lasciando spazio a un sound complessivamente più delicato ed accessibile.


“(What’s The Story) Morning Glory?” è composto da dodici tracce (di cui due registrate al solo fine di introdurre i singoli “Some Might Say” e “Champagne Supernova”) collegate tra di loro unicamente dal genio di Noel Gallagher (autore delle melodie e dei testi), il quale, in modo molto elegante e propriamente inglese, ha sempre incarnato il ruolo di frontman dietro le quinte, lasciando spesso che i riflettori illuminassero il fratellino Liam. È dalla chitarra di Noel che tutto nasce e cresce, è dalla sua mente che distorte esperienze giovanili prendono forma tramite armonie semplici ma concrete, coinvolgenti e dinamiche.


L’album incarna appieno lo spirito del movimento Britpop, sia dal punto di vista dei contenuti sia da quello musicale, e la personalizzazione da parte degli Oasis avviene attraverso la struttura del disco: i brani non sono collegati tra di loro da concetti o sfumature sonore, ogni canzone ha un ruolo fine a se stesso, atto ad emozionare singolarmente. È proprio attraverso la cura nell’ideazione dei singoli che la band ha costruito il proprio mito, e a tal proposito è opportuno citare la breve ma notevole tracklist del CD di pubblicizzazione di “Don’t Look Back In Anger”, in cui dopo la celebre hit trovano spazio rispettivamente “Step Out”, “Underneath The Sky”  e “Cum On Feel The Noize”, due B-side molto diverse tra loro: la prima, cantata da Noel, molto festosa e pimpante, mentre la seconda è una canzone più riflessiva e dallo spirito sognatore, infine una cover di un brano, già rivisitato in chiave Heavy Metal dai Quiet Riot, che appartiene alla cultura musicale Britannica e tramite il quale gli Oasis intendono offrire un assaggio della loro abilità alla Nazione e al mondo, con uno stile molto partiottico che li contraddistinguerà sempre.


“(What’s The Story) Morning Glory?” è la grande conferma dopo il sorprendente debutto, da cui apprezziamo che coinvolgere con sentimento e classe è ciò che agli Oasis riesce meglio: il messaggio di spensieratezza e passione che parte dall’album rimbalza nelle curve degli stadi festanti, nei cuori di chi si lascia abbandonare alla monotonia della vita, o nei prati verdi delle fresche serate estive, dove attorno a un fuocherello improvvisato, un gruppo di amici si ritrova a cantare una semplice e gioiosa “Wonderwall”.





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool