Heaven Shall Burn
Invictus - Iconoclast III

2010, Century Media
Death Metal

Recensione di Lorenzo Brignoli - Pubblicata in data: 10/06/10

Ci sono band che non cambiano mai, da cui non ti aspetterai mai da loro una svolta significativa, ma allo stesso tempo è difficile aspettarsi un passo falso. A questa definizione rispondono mostri sacri come Amon Amarth, Dismember e tanti altri, ma da qualche giorno c’è un gruppo in più che sarebbe degno di apparire in questa lista: gli Heaven Shall Burn.

A due anni di distanza dal full length “Iconoclast – The Final Resistance”, e dopo il DVD “Bildesturm – Iconoclast II” dello scorso anno, i tedeschi tornano sugli scaffali con un nuovo album, “Invictus – Iconoclast III”, che rappresenta il terzo episodio della serie che porta il nome del platter del 2008. Il gruppo si contraddistingue ormai da diversi anni nella scena Melodic Death – Metalcore grazie ad un sound massiccio e avvincente, e questo disco non fa eccezione essendo pienamente rappresentativo della musica della band. La miscela è infatti costituita di tutti quegli elementi che hanno portato gli Heaven Shall Burn alla ribalta internazionale: le asce di Maik Weichert e Alexander Dietz macinano riff possenti, alternati talvolta con aperture melodiche degne della miglior scuola svedese, Marcus Bischoff dietro il microfono si conferma ancora una volta una garanzia e come sempre mantiene alta quella tensione emotiva che percorre dalla prima all’ultima nota ogni disco dei tedeschi, mentre la batteria di Matthias Voigt ed il basso di Eric Bischoff vanno a costituire il contorno ideale dell’album.

Il risultato sono canzoni che suonano al 100% Heaven Shall Burn: energiche nel loro incedere, a tratti drammatiche nelle parti più rallentate, quasi epiche nei chorus. Non manca quindi quella componente evocativa, tipica dei lavori dei tedeschi, e vero e proprio valore aggiunto del disco; la troviamo in particolare negli sprazzi più rallentati, che ben si alternano con le sfuriate più “swedish-oriented”, come nell’ottima “Of Forsaken Poets”. Tutto questo conferisce ad “Invictus” una maggiore completezza, e pone la band della Turingia al di sopra della miriade di acts usciti negli ultimi anni. Sono infatti la classe e la capacità compositiva a fare la differenza, seppur la proposta musicale non sia praticamente mai variata negli album del gruppo, escluso, in parte, il debut “Asunder” di ormai dieci anni fa. Per la verità una piccola novità ci sarebbe ed è rappresentata dalla penultima traccia, “Given In Death”, in cui troviamo la guest singer Sabine Weniger (cantante dei bavaresi Deadlock), protagonista, con le sue clean vocals, di un suggestivo duetto con il vigoroso scream di Bischoff: una canzone particolare che, tuttavia, si inserisce bene nel disco. Oltre a questo va segnalato, in un paio di tracce, un uso leggermente maggiore di effetti elettronici rispetto ai precedenti lavori, non spaventatevi però, non sono mai invadenti e la canzone in cui sono maggiormente presenti, ossia “Combat”, è forse la migliore dell’album.

Impossibile non parlare delle lyrics, come sempre molto curate e struggenti: ancora una volta gli Heaven Shall Burn scelgono di affrontare tematiche di carattere sociale, e quindi troviamo riferimenti ai bambini soldato africani (nella già citata “Combat”), ai crimini della dittatura di Pinochet in Cile (“Buried in Forgotten Grounds”), a episodi drammatici della seconda guerra mondiale (“Return to Sanity”), oltre ad altre dediche a personaggi più o meno conosciuti. Consigliatissima quindi una lettura dei testi parallela all’ascolto dell’album, per lasciarsi trasportare ancora di più dall’opera degli Heaven Shall Burn, band che come sempre non si vuole fermare alla semplice composizione musicale, ma che vuole soprattutto farsi alfiere di messaggi e testimone di storie spesso trascurate ma non per questo poco importanti.
Una postilla infine se la merita l’edizione speciale dell’album, non tanto per i gadgets presenti nel cofanetto ma più che altro per il DVD allegato, contenente un’esibizione dello scorso febbraio della band a Vienna, con i nostri vestiti da guerrieri spartani e con un pubblico di trecento persone. Un’idea riuscita, così come risulta riuscito l’album per tutto quanto detto in precedenza: farà sicuramente felici i fan della band e chi ha voglia di sentire ancora Melodic Death Metal, genere che ormai da anni non è più un’esclusiva delle coste scandinave.





01. Intro

02. The Omen

03. Combat

04. I Am I Was I Shall Be

05. Buried In Forgotten Grounds

06. Sevastopol

07. The Lie You Bleed For

08. Return To Sanity

09. Against Bridge Burners

10. Of Forsaken Poets

11. Nowhere (Bonus Track)

12. Given In Death

13. Outro

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