Kreator
Hordes Of Chaos

2009, SPV
Thrash

Recensione di Marco Ferrari - Pubblicata in data: 03/05/09

La rinascita di un genere musicale trova uno stimolo fondamentale nel ritorno in grande stile dei gruppi che lo fecero esplodere e che contribuirono a segnarne i tratti caratteristici. In tal senso è innegabile sottolineare come la band di Mille Petrozza non solo abbia scritto alcune tra le pagine più importanti del thrash, inteso nella sua eccezione più estrema, ma ha contribuito, dal 2001, ad innescare quella che ha tutti i connotati per passare alla storia come la terza ondata thrash (dopo quelle ad inizio e fine degli anni ’80).

Se “Violent Revolution” aveva rappresentato il ritorno in grande stile di una formazione che sembrava essersi persa nei pericolosi sentieri della sperimentazione, il successivo “Enemy Of God” ne aveva affermato il ritrovato stile. Sulla scia dei suoi due illustri predecessori, “Hordes Of Chaos” è almeno nei suoi episodi migliori, un’ulteriore definizione del sound proposto dai Kreator grazie ad un mix di accelerazioni brutali alternate a passaggi più ritmati senza, per questo, tralasciare la melodia per un interessante connubio tra il passato remoto e quello più recente della band.

Come spesso accade, il manifesto dell’album viene “scritto” nel brano d’apertura e dopo un’introduzione di maideniana memoria la ferocia e la velocità svolgono il ruolo principale. Abbiamo parlato anche di melodia ed è proprio nella title track che ne riceviamo il miglior esempio grazie ad un ritornello quanto mai riuscito, che fa di “Hordes Of Chaos” un brano che troverà sicuramente posto tra i classici della band teutonica.

La successiva “Warcurse” conferma queste prime impressioni che lasciano presagire a un album monolitico, rigido nella struttura. Non sarà così in quanto, se è vero che le sperimentazioni proposte da Petrozza e compagni non hanno mai pagato, è altresì innegabile una tendenza nel dare atmosfera e profondità ai brani. Ne è un esempio “Amok Run” che prima di esplodere in tutta la sua brutale bellezza ci culla con atmosfere molto cupe e sentite.

Nonostante il trademark dei Kreator sia comunque quello di proporre brani soddisfacenti come “Destroy What Destroys You” e “Radical Resistance” il songwriting esaurisce le sue migliori cartucce nella prima parte del disco, il quale, tende a spegnersi nei brani conclusivi che non lasciano il segno visto che si basano più sul “mestiere che su di una forte ispirazione musicale.

Tecnicamente ineccepibile e dotato di una produzione notevole questo “Hordes Of Chaos” risulta essere sì il figlio naturale dei due ottimi lavori che lo hanno preceduto, purtroppo la bontà delle composizioni non è continua. Un vero peccato perché il rischio è quello che la miccia accesa con “Violent Revolution” inizi a trovare sul suo cammino terreni umidi e paludosi che ne fermino la folle corsa.





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool