Giudizio fondato? Sì ma con qualche riserva.
Certo, la band ha una carica inossidabile sul palco e le emozioni non mancano: ascoltare brani roventi come "Phantom Antichrist" e "Hordes Of Chaos" a fianco a classici imperituri come "People Of The Lie" e "Flag Of Hate" regala brividi ed headbanging a volontà; inoltre la produzione è di alto livello, come sempre: i suoni sono limpidi e definiti e il missaggio dà conto delle dinamiche evitando di appiattire il suono come, ahinoi, spesso accade ancora oggi nelle incisioni live. Dispiace solo che la thrash act abbia rinunciato, in un'occasione così, ad offrire al suo pubblico una setlist più antologica e meno focalizzata sugli ultimi successi. Avrebbe fatto piacere, per esempio, trovare almeno un brano da "Extreme Aggression"(1989) - la t/t o magari "Betrayer" - oppure da "Cause For Conflict"(1995), come "Progressive Proletarians", quasi mai proposta dal vivo. Comprensibile l'assenza del poco riuscito "Endorama"(1999) ma almeno un assaggio dal dimenticato "Renewal"(1992) sarebbe stato desiderabile. Insomma, la band ha deciso di tralasciare quasi in toto i suoi anni '90, cioè il periodo che ha fatto da incubazione ai successi degli anni Duemila. Scelta poco comprensibile, quando è evidente l'ambizione del lavoro. Tolta questa piccola delusione, l'album - come si diceva sopra - regala momenti di grande metal e non possiamo che raccomandarne l'ascolto ad ogni vero fan dei Kreator.
A marzo 2020, la band ha annunciato che sarà di nuovo in pista, per promuovere l'album di prossima uscita "State of Unrest", in compagnia dei Lamb Of God per cui... affiliamo i canini nell'attesa.