Discograficamente parlando, li avevamo lasciati sul finire del 2011, con quel “The Sea Of Memories” che ci aveva sorpreso e che nella pur patinata produzione lasciava intravedere un potenziale live di tutto rispetto, potenziale che si è rivelato devastante e ben oltre ogni aspettativa quando un anno più tardi trovammo Gavin Rossdale e soci in forma smagliante al Circolo degli Artisti di Roma (qui il live report).
In questi ultimi mesi di un 2014 molto sorprendente nel bene (Opeth) e nel male (U2), ecco che i Bush compaiono di nuovo con “Man On The Run”, frutto di una gestazione piuttosto lunga ma che una volta tanto non è sinonimo di continui ripensamenti (le orecchie diBono e The Edge staranno fischiando piuttosto forte ora), tutt’altro: i Nostri avevano a disposizione talmente tanto materiale dal buon potenziale su cui lavorare, che hanno deciso di sfruttarlo completamente. Precisiamo tutto ciò perché abbiamo tra le mani l’edizione deluxe del disco, e come molti sapranno la band non ha mai brillato molto in fatto di bonus track. In questo caso, i brani totali presenti sono quattordici, e tutti sono di qualità sorprendente; forse qualcuno non farà gridare al miracolo, ma sempre meglio degli insensati remix in salsa elettronica o dubstep.
Già ascoltando i singoli “The Only Way Out” e “Loneliness Is A Killer” si capisce immediatamente che il lavoro al mixer di Nick Raskulinecz (già all’opera di Foo Fighters, Mastodon, Alice In Chains e Deftones) è stato formidabile, persino superiore rispetto quanto svolto da Bob Rock nel predecessore: la pulizia sonora rimane, ma questa volta le chitarre graffiano davvero, la sezione ritmica ha un tiro decisamente più organico e meglio amalgamato. Soprattutto, questa volta il disco ha nel complesso un impatto sonoro decisamente più vicino a quello che Rossdale e soci sprigionano sul palco.
Il passo in avanti non è però solo nel solo lavoro al mixer, ma è anche insito nei brani dell’album, un po’ meno “radio edit” (il che non significa che non siano orecchiabili, attenzione) e più compatti e convincenti nella struttura. Sono soprattutto i piccoli dettagli che arricchiscono le canzoni (“This House Is On Fire”, “The Golden Age”) a fare la differenza, ed anche una stessa sequenza di accordi che varia di intensità riesce a rendere sorprendentemente dinamico il tutto, senza stancare (trucchetto mutuato dai Nirvana, bisogna ammetterlo).
Il sound robusto, il lavoro eccezionale a livello di testi (introspezione, vita, e, si, ci sono anche tematiche d’amore, la storia tormentata e quella di redenzione, ma trattate con piglio non così banale) e di arrangiamenti (“Loneliness Is A Killer” è uno degli highlights) fanno di “Man On The Run” un album sorprendente, inaspettatamente e dannatamente buono, eccezionale sotto certi aspetti, e che sorprenderà anche chi non ha mai sopportato più di tanto la band di Gavin Rossdale.
Poco marketing e tanta, tantissima sostanza: i Bush sono ben lontani dall’essere una band senza più qualcosa da dire. Chapeaux dinanzi a cotanta dimostrazione di qualità.
Bush
Man On The Run
2014, Zuma Rock Records
Rock
I Bush in stato di grazia mettono a tacere anche colleghi ben più blasonati
Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 19/11/14 01. Just Like My Other Sins
02. Man On The Run
03. The Only Way Out
04. The Gift
05. This House Is On Fire
06. Loneliness Is A Killer
07. Bodies In Motion
08. Broken In Paradise
09. Surrender
10. Dangerous Love
11. Eye Of The Storm
Bonus tracks Deluxe Edition:
12. Let Yourself Go
13. Speeding Through The Bright Lights
14. The Golden Age