Per lasciarsi dietro la scia di polemiche e riportare l'attenzione sulla musica, e anche per celebrare la loro storia e la loro carriera, gli Arch Enemy ci propongono questa interessante raccolta di cover, garantendo non poche sorprese
Arriva forse nel momento migliore questa nuova uscita targata Arch Enemy. Le recenti polemiche sulla ormai nota vicenda delle foto di Alissa, di cui tanto si è discusso nelle settimane scorse, hanno sicuramente creato non pochi problemi di immagine al gruppo e alla cantante stessa. Senza entrare nel merito della faccenda, non essendo questa la sede opportuna, è un dato di fatto che l'intera band, capitanata dalla ora manager ed ex leader, Angela Gossow , non ne è uscita per niente bene e si è attirata diverse critiche dai fan e dagli addetti ai lavori. Con queste premesse, "Covered in Blood" prova a gettare acqua sul fuoco e a riconquistare i propri seguaci solamente attraverso la musica. Musica, a dire la verità, non nuova, ma una raccolta di cover rilasciate durante tutto l'arco della loro carriera, rendendo la scelta degli Arch Enemy da un lato interessante, quanto forse rischiosa.
Ben 24 tracce che spaziano tra l'hard rock degli
Europe, i grandi gruppi storici pionieri dell'heavy metal come
Iron Maiden,
Manowar e
Judas Priest, il punk degli Skitslickers (presenti con ben 4 pezzi), sino a veri e propri azzardi musicali con Tears For Fears e Mike Oldfield. Il caleidoscopio di scelte e di sound che la band ha voluto coprire con questa lunga e complessa tracklist ci ha sicuramente incuriosito. È interessante comprendere come il marchio di fabbrica del loro sound, comunque sempre ben definito e riconoscibile, abbia saputo amalgamarsi con stili di band così differenti, rendendo propri alcuni brani a volte molto lontani e distanti sotto il profilo dell'immagine e soprattutto della proposta musicale. "Covered in Blood", alla luce di queste premesse, si muove perciò su un terreno minato per la band svedese che probabilmente abbraccia nell'intero album ogni sfaccettatura del rischio.
L'inizio è alquanto originale con "Shout", famosissimo pezzo dei Tears For Fears, riproposto con un mood più violento che rende il brano avvolto da una oscura aggressività. Mentre la successiva "Back To Back" risulta piacevole, anche se forse manca quel pizzico di originalità, "Shadow On The Wall" di Mike Oldfield invece colpisce nel segno per la giusta personalizzazione di un pezzo così distante da ciò che gli
Arch Enemy propongono solitamente, e sopratutto nelle parti più lente, il gruppo riesce a trovare atmosfere decisamente suadenti ed azzeccate.
Una delle punte di diamante assolute dell'heavy metal, ovvero "Breaking The Law" è impacchettata con un nastro targato Arch Enemy e perde sicuramente un pochino la sua caratteristica totalmente trascinante, che ha invece quando cantata da Rob Halford. Tra le cover dei pezzi punk, forse la migliore riuscita è "Armed Revolution" degli Skitslickers, ma c'è da riconoscere che è sicuramente una parte del disco che non rimane granché impressa, soprattutto a chi non è particolarmente amante del genere. Proseguendo nell'ascolto, interessanti risultano "Warning", "The Book Of Heavy Metal", "Walk In The Shadow", "Scream Of Anger", mentre non poteva risultare azzeccata "Incarnate Solvent Abuse" dei
Carcass. Meno positive e coinvolgenti, forse per la difficoltà di trovare quella giusta alchimia tra originalità e riproduzione fedele, risultano "Kill With Power" dei Manowar e l'altra canzone dei Judas Priest presente nella tracklist, "Starbreaker". "The Zoo" degli
Scorpions rimane un vero gioiellino, e l'aumento della potenza in un tessuto rock e cadenzato risulta ben riuscito, donando una nuova e oscura luce a un grande classico. Lo stesso avviene anche per "Wings Of Tomorrow" degli Europe. Molto riuscita anche "The Oath", che sembra quasi una canzone estratta da un nuovo album della band più che una cover dei
Kiss. Si va decisamente sul sicuro con "Symphony Of Distruction" dei
Megadeth che non può che essere amata da chi è cresciuto a pane e trash metal. Sempre parlando di super classici, sul lato Iron Maiden, risulta discreta ma abbastanza scolastica "Aces High", mentre è inserita in chiusura del disco la strumentale "The Ides Of March".
"Covered In Blood" si rivela alla fine un piacevole intermezzo tra "Will To Power" e una futura uscita discografica. Rimane certo qualche difetto, come forse l'eccessiva lunghezza della tracklist, qualche cover non troppo all'altezza e la scelta di mischiare molti brani di tante epoche differenti per una band che ha visto non poche modifiche nella line up nel corso della propria storia. Ma è comunque un disco che sicuramente mette un punto fermo sulla carriera di un gruppo in continua ascesa e che vede anche questa raccolta come una giusta e dovuta celebrazione di quanto fatto sino ad ora.