DGM
The passage

2016, Frontiers Music
Hard Rock

Recensione di SpazioRock - Pubblicata in data: 17/08/16

Articolo a cura di Marilena Ferranti

 

Ottavo album in studio per i DGM. "The Passage", dopo quasi 20 anni dall'uscita del loro mini-album auto prodotto 'Random Access Zone', rappresenta concretamente di una sorta di "passaggio" per questa band straordinaria. Nonostante i cambi di formazione piuttosto significativi (non rimane nemmeno uno dei membri fondatori le cui iniziali erano appunto D.G.M. - Diego Reali, Maurizio Pariotti e Gianfranco Tassella e il cantante Mark Basile è entrato nel gruppo solo nel 2007), i DGM si sono evoluti sviluppando il loro sound, tra anni ininterrotti in tour in tutto il mondo, una bella esperienza di supporto ai Symphony X nel loro tour europeo, alcune partecipazioni davvero notevoli come quella al Prog Power negli Stati Uniti e un tour asiatico a fine 2014 con date a Pechino, Tokyo, Nagoya e Osaka come headliners.

 


Il nuovo lavoro, per chi non avesse mai sentito parlare di questi talenti nostrani che potete immaginare come una versione dei Symphony X in chiave più hard rock, sarà difficile da ignorare. Le composizioni sono fenomenali - d'altra parte la band nasce come gruppo strumentale che ha subito una transizione riuscitissima nel progressive metal melodico. L'album si apre con "The Secret Parts 1 & 2," che genera un vero e proprio terremoto di sensazioni facendo volare l'immaginazione con sprezzanti tecnicismi e melodie sapientemente intrecciate a chitarre cattivissime e tastiere trionfanti. Il primo estratto "Animal", di cui è uscito anche un bel viedoclip, è chiaramente un' ottima scelta per via dello stampo leggermente più "radiofonico", il ritonello che si stampa in testa e l'atmosfera che echeggia di TOTO.

 

"Ghost of Insanity," "Portrait" e "Dogma" sono l'apice della potenza di fuoco di questi incredibili musicisti che portano con sè la matematica e virtuosistica perfezione alla Dream Theater aggiungendo alla miscela la sfacciataggine tipica dell'hard rock più scapigliato che genera vere e proprie tempeste emozionali. La title track "The Passage" ha un bellissimo testo, carico di significato e molto evocativo; la piccola gemma brillante seppur brevissima fatta di solo piano e voce che è "Disguise" lascia immaginare una stanza vuota di oggetti ma piena di ricordi carichi di emozioni, la fine di qualcosa che sa di delusione, un'inaspettata e infinita dolcezza, un pezzo che dal vivo suonerebbe come una boccata di ossigeno prima di riprendere uno scalmanato headbanging.


"Fallen" è l'unico brano che potrebbe risultare meno consistente se paragonato al resto della tracklist, forse per via degli assoli di chitarra e tastiera di gran lunga meno geniali rispetto al resto delle canzoni. "In sorrow", è un mix perfetto di armonie vocali, chitarra acustica e delicatissimi sintetizzatori, una sorta di malinconico addio in chiusura dell'album. Note di merito particolari per lo straordinario Simone Mularoni, anche produttore del disco, e per la presenza di alcuni ospiti illustri come il cantante degli Evergrey Tom Englund e il chitarrista dei Symphony X Michael Romeo.

 


Già dal primo ascolto possiamo affermare con assoluta certezza che siamo davanti ad un prodotto di altissimo livello e dall'ampio respiro internazionale, e il fatto che Frontiers abbia deciso di prenderli a bordo non può che aprire a questa band un "passaggio" verso le stelle.





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