Bring Me The Horizon
Post Human: Survival Horror

2020, RCA/Sony
Alternative Metal

Recensione di SpazioRock - Pubblicata in data: 22/11/20

Recensione a cura di Luca Golfrè Andreasi

 

A poco più di un anno dall'ultimo full-length "amo" e dall'EP elettronico sperimentale "music to listen to ...", la band alternative metal di Sheffield irrompe nuovamente e inaspettatamente sulle scene con un'opera dalla rinnovata aggressività. "Post-human: Survival Horror", il primo di quattro EP della serie "Post Human", è frutto degli eventi che hanno marchiato a fuoco l'ultimo anno: non si tratta solo della pandemia e dell'isolamento, ma anche dell'insurrezione sociale e della dilagante disillusione nei confronti dell'intero sistema. Nei testi, Sykes dipinge il mondo che vede intorno a sé e racconta le conseguenze psicologiche che ne derivano, proiettando le proprie riflessioni su un futuro malato e distopico, come è evidente in "Parasite Eve", dove viene cantato in modo melodrammatico, ma tristemente profetico, "When we forget the infection, will we remember the lesson?"

 

L'EP si apre con "Dear Diary", svelando immediatamente il piglio aggressivo dell'album, con parti violente e martellanti che riflettono sull'isolamento causato dal lockdown. Si procede poi prendendo a piene mani dal nu-metal di scuola Linkin Park di inizio millennio: in "Parasite Eve" ne ritroviamo le melodie del ritornello e le dinamiche, mentre in "Teardrops" i sample elettronici, le chitarre pesanti e la sempreverde alternanza tra parti cantate e scream. Con la quarta traccia, "Obey", arriva la prima collaborazione dell'EP. I featuring in questo caso non sono solo un divertissement, ma vogliono anche trasmettere un messaggio di unione, di collaborazione, invitando a combattere insieme la paura e fare fronte comune davanti alle recenti difficoltà. In "Obey" lo special guest è Yungblud, uno dei nuovi volti del rock moderno, che contribuisce a un brano tanto intenso quanto memorabile, grazie a uno dei ritornelli più efficaci dell'intero progetto. L'album si prende un momento di pausa con il breve interludio elettronico "Itch for The Cure" (ennesimo tributo ai Linkin Park) e funge da intro al brano successivo, "Kingslayer", che è a mani basse sia la sorpresa che l'apice dell'album, merito di una collaborazione folle e atipica con le Babymetal. Il contrasto tra il metal a tratti brutale dei Bring Me The Horizon e gli inserti J-Pop kawaii delle Babymetal è audace e perfettamente riuscito e, in modo forse paradossale e inaspettato, dà vita al brano più pesante dell'album.

 

La seconda metà dell'EP invece cala lievemente di intensità, a partire da "1x1", realizzata in collaborazione con il duo rock britannico Nova Twins. Nonostante si senta nuovamente una fortissima matrice Linkin Park, il brano funziona ed è una buona transizione dopo la brutalità di "Kingslayer". È dunque il turno di "Ludens", il primo singolo rilasciato dalla band, pubblicato oramai un anno fa e scritto per la colonna sonora di "Death Stranding", il videogioco best-seller dell'acclamato Hideo Kojima. Nonostante l'andamento relativamente radio-friendly, "Ludens" sfodera a sorpresa uno dei breakdown più potenti dell'intero lavoro, in contrasto con il brano successivo, nonché conclusivo dell'EP, ovvero la ballata "One Day The Only Butterflies Left Will Be On Your Chest As You March Towards Your Death", realizzata in collaborazione con Amy Lee. Le voci della cantante degli Evanescence e di Oli Sykes si fondono, armonizzano e alternano alla perfezione dando vita a un brano teatrale, gotico e malinconico che chiude in maniera sublime l'EP.

 

"Post Human: Survival Horror" è una sorpresa. I Bring Me The Horizon intraprendono un percorso musicale interessante ed efficace, a metà tra un revival di suoni, atmosfere e stilemi del primo nu metal - prendendone le caratteristiche migliori - e la spinta innovativa e sperimentale che ha sempre caratterizzato, nel bene e nel male, il quintetto di Sheffield. I 9 brani dell'EP mescolano alla perfezione una produzione sopraffina, melodie memorabili, scream brutali, sezioni strumentali davvero degne di nota, collaborazioni azzeccate e un sottotesto più significativo e attuale che mai. Dirompente, anche grazie alla sua natura relativamente sintetica, "Post-Human: Survival Horror" si rivela una delle migliori produzioni in ambito alternative metal del 2020: fortemente consigliato anche a chi non bazzica questo panorama.





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