Skid Row
United World Rebellion Chapter One

2013, Megaforce Records
Hard Rock

Gli Skid Row ci riprovano con una serie di EP...
Recensione di Chiara Frizza - Pubblicata in data: 15/05/13

Dalle reunion ci si può aspettare di tutto. A volte funzionano, a volte fanno solo rimpiangere  i tempi d’oro di una band, dimostrando che certi album e un certo feeling non sono frutto del caso ma si tratta di qualcosa di irripetibile, condizionato da tanti fattori esterni alla sola musica. E’ così che si profilava la reunion degli Skid Row, ritornati poco prima del nuovo millennio sulle scene ma senza il carismatico Sebastian Bach alla voce, che aveva già intrapreso la strada solista. Due album piuttosto mediocri ("Thickskin" e "Revolutions Per Minute", rispettivamente usciti nel 2003 e 2006) sembravano confermare che certe reunion non s’avrebbero proprio da fare, ed ecco invece che contro ogni previsione, gli Skid Row rimescolano le carte in tavola: dopo aver firmato un contratto con la storica Megaforce Records (Anthrax, Icon, i Metallica degli esordi) hanno infatti dato il via ad un interessante progetto che prevede la release di nuovo materiale sotto forma di svariati EP, da immettere sul mercato nei prossimi 12- 18 mesi uniti da un unico titolo, “United World Rebellion”. Il primo capitolo, che ha già visto la pubblicazione in USA e Canada il 16 Aprile scorso, vedrà la pubblicazione il 24 Maggio nell’Europa continentale e il 27 Maggio nel Regno Unito e resto del mondo.
 
Non è cosa nuova il fatto che la sostituzione di un elemento tanto importante quanto la voce è spesso la causa del declino di una band; Johnny Solinger non ha vita facile nel sostituire Bach nel cuore dei fan e anche dal punto di vista strettamente musicale, data l’estensione vocale e la versatilità che contraddistingue la voce dell’ex ragazzaccio canadese. In queste cinque tracce, Johnny offre una buona prova, gestendo con abilità le sonorità varie che animano i brani. C’è un po’ degli Skid Row del passato nella carica adrenalinica di “Kings Of Demolition” – scelta non a caso come primo singolo della release – corredata da un assolo graffiante e riff energici, così come “Let’s Go”, che a giudicare dalla registrazione in studio sembra studiata appositamente per i live. La ballad “This Is Killing Me”, nonostante ricordi la celeberrima “I Remember You” nella struttura (anche questa è introdotta dalla chitarra acustica) e anche nelle parti di chitarra, è una buona canzone, ben scritta e ben cantata. E’ però quasi impossibile non correre con la mente alla già citata “sorella” e altrettanto impossibile è non chiedersi che sound avrebbe se fosse cantata da Bach.
 
Tono diverso per “Get Up”, il brano più heavy della release, con riff più duri e vocals ruvide, con sonorità più moderne rispetto agli altri pezzi che l’hanno preceduto e molto più interessante del successivo “Stitches”, che parte molto bene con una intro accattivante sia per le linee di basso che per la batteria, ma che va poi a perdere di originalità man mano che i minuti passano, diventando un brano sì carino ma non particolarmente nuovo, rimandando a sonorità già sentite altrove sia nella melodia che nelle linee vocali.
 
Questo primo assaggio dei nuovi Skid Row sembra promettere bene per il futuro, soprattutto se paragonato alle ultime release che l’hanno preceduto. Fermo restando che difficilmente riavremo la stessa band del 1989, i cinque americani sembrano in gran forma e le idee a quanto pare non mancano, resta solo da vedere se i prossimi capitoli confermeranno questa impressione…





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