Temperance
Temperance

2014, Scarlet Records
Power Metal

Recensione di Marco Ferrari - Pubblicata in data: 18/04/14

Spesso la primavera è sinonimo di rinascita, non solo dal punto di vista climatico. Una rinascita che può essere sia di carattere personale che, più in generale, intesa in termini di freschezza e nuovo slancio. Forse basterebbero queste parole per descrivere la nuova creatura fortemente voluta dai fratelli Capone e da Marco Pastorino, ragazzi che da anni si stanno impegnando in ambito musicale e che hanno già avuto modo di dimostrare le loro qualità. Messa la parola fine ai Bejelit e messi da parte per un momento i molti progetti che vedono coinvolti i membri della band, sembra che tutta la loro ispirazione, la loro voglia di un qualcosa di nuovo e fresco sia confluita in questo primo album dei Temperance. Arruolata la brava Chiara Tricarico alla voce, la band italiana è riuscita a fare centro subito al primo tentativo grazie ad un mix equilibrato tra sonorità prettamente metal e influenze che arrivano un po’ da tutto lo scibile musicale.

“Breathe”, brano scelto per il primo videoclip, rappresenta forse l’aspetto più diretto e “semplice” della proposta musicale dei Temperance e potrebbe apparire come un brano ben concepito, ma nulla di più. Ecco a questo punto è bene che non vi facciate ingannare perché quanto presente nelle altre 10 tracce riuscirà a sorprendervi, esaltarvi, cullarvi ed emozionarvi. Partendo da un’ottima sessione ritmica, guidata da linee di batteria di gran gusto e riff di chitarra assolutamente assassini, i nostri sembrano voler sorprende il pubblico ad ogni brano. Il disco, difatti, risulta ricco di tantissime influenze e di certo non disdegna contaminazioni pop che però non ne appiattiscono il valore, anzi. Partendo dalla potente opener  “Tell Me” e fino alla conclusiva “Lotus” (in generale non amo considerare le bonus track, ndm) in più di un occasione sembra che il quintetto voglia confonderci… Difatti si passa da accelerazioni brutali a momenti di delicata intimità con la stessa facilità e naturalezza con cui sboccia un fiore, sorprendendoci e coinvolgendoci durante tutta la durata dell’album. Con un mix così ricco di sfaccettature e suoni ovviamente non si può non porre attenzione alla produzione ed al cantato che, troppo spesso, rischiano di essere i veri talloni d’Achille di proposte così variegate, ma è proprio qui che i Nostri fanno il loro capolavoro: la produzione è perfetta e sempre adatta ai diversi passaggi, mentre la brava Chiara Tricarico mostra una capacità nel variare registri non comune.

Un disco solido, fresco e assolutamente piacevole all’ascolto che ci regala una nuova e importante novità Made in Italy: ora che la strada è spianata non resta che vedere cosa sapranno regalarci i Temperance in futuro, anche perché dopo un debutto di questo livello le aspettative saranno di sicuro altissime. 




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