Vader
Thy Messenger [EP]

2019, Nuclear Blast
Death/Trash Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 30/05/19

Si sa, il servizio slice sull'erba di Wimbledon possiede, spesso, maggiore efficacia di una granata a duecentoquaranta chilometri orari: tuttavia gli spettatori rimarrebbero sconcertati se i Vader, adoperando racchette e palline, non lasciassero buchi sul campo nel tennis club più esclusivo del mondo. Del resto, la creatura dell'imperituro leader máximo Piotr "Peter" Wiwczarek, una delle band pioniere del death metal europeo, non ha mai smesso di picchiare duro sugli strumenti e, in previsione del nuovo album in uscita il prossimo autunno, decide di deliziare l'agguerrita fanbase con la pubblicazione dell'EP "Thy Messenger"
 
Figli di una terra, la Polonia, oramai avanguardia e roccaforte dell'estremo nel vecchio continente, i nostri, forse, appaiono degli immutabili relitti di un'era geologica, gelosamente devoti a un sound lineare, quadrato, spoglio di eccessivi tecnicismi e che mirano a un'essenzialità marziale nella costruzione dei brani. Eppure, malgrado qualche volta, come nel caso di "Revelations" (2000) o "The Beast" (2002), tale cocciutaggine d'approccio generasse frutti non particolarmente entusiasmanti, il combo di Olsztyn suscita, oggi, ancora interesse proprio perché, in mani esperte, il conservatorismo può diventare (e diventa) differenza. 
 
Il mini, così, riesce ad assolvere degnamente al suo compito, mostrando un discreto sbilanciamento, già evidente in "The Empire" (2016), verso quel thrash di marca slayerana da sempre caratteristica aggiuntiva dello stile del gruppo. I pezzi inediti concisi e orecchiabili ("The Grand Deceiver", "Emptiness", "Despair"), la ruspante versione di "Litany", la rilettura in salsa speed dei Judas Priest di "Steeler": niente di portentoso, ma la conferma che sì, i polacchi resistono convinti sulla breccia e non intendono di certo mollare l'osso. Con in dote una buona dose di groove, che non guasta mai.
 
In fin dei conti, i Vader non sono mai stati famosi quali cordiali annunziatori di primavera: "Thy Messenger" conserva la consueta impostazione all'arma bianca, lasciando comunque trapelare, tra la barbarie, miraggi di civiltà. Per il futuro immediato e non solo.




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