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Intervista – While She Sleeps (Loz)

Welcome to the Sleeps Society! Ascolta l’intervista a Loz nel nostro podcast su Spotify!

Ciao Loz, sono contentissima di averti di nuovo su SpazioRock, come stai?

Ciao! Bene, grazie. Sono appena tornato da una corsetta. Qui in Inghilterra stiamo lentamente uscendo dal nostro secondo lockdown vero e proprio, tra un paio di settimane sarò una delle poche persone in giro (ride, ndr). Siamo in un momento difficile, ma bisogna cercare di gioire delle piccole cose e andare avanti un giorno alla volta. L’importante è stare bene.

Questo è un periodo pieno per i While She Sleeps, stanno succedendo un sacco di cose. Prima di tutto, il vostro nuovo album “Sleeps Society” uscirà il 16 aprile, ma si può dire che sia molto di più di un album, quasi un impegno reciproco tra voi e i fan. Puoi raccontarci di cosa si tratta?

Sì, la storia inizia con i due album precedenti a questo, e cerco di spiegare come siamo arrivati a questo punto. Prima di “Sleeps Society”, che uscirà il 16 aprile, abbiamo pubblicato due album, “So What?” e quello precedente, “You Are We”. Quando abbiamo pubblicato “You Are We” è stata la prima volta in cui abbiamo provato a essere indipendenti da label e management, è stato uno dei nostri album di maggiore successo, abbiamo organizzato una campagna su PledgeMusic per la pubblicazione ed è stato accolto alla grande dai fan. È da qui che è partito il percorso che ci ha portato dove siamo ora anche con la “Sleeps Society”, che alla fine è una versione ancora più in grande di quello che abbiamo fatto all’epoca su PledgeMusic. Quindi, oltre ad essere un modo per autosostentare la band, serve anche ad avere un contatto più stretto con i nostri più grandi fan che ci seguono da tanto. Siamo più in contatto con loro e possiamo dare loro contenuti esclusivi, quindi in questo modo il sostegno è reciproco. Ovviamente più doni e più possibilità ci sono di avere uno scambio o di avere accesso a video esclusivi e cose simili. Credo che sia un ottimo modo di lavorare perché così possiamo concentrarsi sulle cose più importanti, come la musica e la fanbase, il capire cosa i fan vogliono da noi. L’industria musicale è cambiata moltissimo negli ultimi 10-15 anni e questo è stato un modo per adattarci e reinventarci. La Sleeps Society è ciò che abbiamo pensato per noi, credo che anche altre band seguiranno questo modello, perché alla fine è onesto e molto vantaggioso sia per i fan che per la band e riusciamo ad avere una certa indipendenza. Nel video della title track che abbiamo già pubblicato abbiamo messo alcuni spezzoni di una conferenza stampa in cui abbiamo presentato questo progetto, spiegando le ragioni per cui abbiamo scelto questa direzione e per cui pensiamo che certe cose debbano cambiare. Quando mi sono avvicinato al mondo del rock e del metal quello che mi ha davvero conquistato è stato il senso di comunità che ci ho trovato. A volte magari venivo escluso da qualcuno solo perché indossavo una felpa degli Slipknot, ma questo non mi ha mai fatto dubitare di far parte di una bella comunità metal. E questo è anche il significato della “Sleep Society”, ovvero un luogo virtuale sono i nostri fan possono trovarsi e stare insieme, parlare, scoprire nuove cose anche riguardo la musica, gli strumenti, tecniche di canto. Ci sono tantissime cose diverse e sono davvero curioso di vedere come si svilupperà tutto quanto. Speriamo davvero che anche altre band seguano questo modello.

While She Sleeps

Photo credits: Marcia Richards

Vorrei parlare anche dopo e più nel dettaglio di questi aspetti che riguardano di questo nuovo modello e l’idea di community che ne segue. Prima di tutto vorrei chiederti: come sta reagendo la vostra fanbase a questo progetto?

In modo fantastico. Credo che tutte le band siano molto legate ai fan, anche perché senza di loro le band non esisterebbero. Siamo molto fortunati perché fare una cosa simile è comunque un rischio, ma la nostra fanbase ha compreso velocemente tutto il processo e ha reagito decisamente bene. Un’altra conseguenza di avere una fanbase così unita è il fatto che, per quanto fosse un rischio, eravamo abbastanza fiduciosi nel proporre qualcosa di nuovo che potesse piacere e in ogni caso il risultato ci ha dimostrato che i nostri fan tenevano davvero alla band e che volevano vederci continuare, ascoltare nuova musica da noi e così via. Tutto questo ti dà davvero molta fiducia. Spero davvero che questo modello possa prendere piede e diventare la normalità perché sarebbe importante anche e soprattutto per le band più giovani che muovono i primi passi nell’industria. È un punto cruciale per il futuro, soprattutto per quanto riguarda la musica rock, metal e punk.

Sì, inoltre credo che la pandemia e il periodo difficile che ha portato abbia reso ancora più evidenti certi problemi che ora sono sotto gli occhi di tutti. Ma oltre a questo progetto fantastico, stiamo comunque parlando di un album, di musica! Sia dal punto di vista sonoro che dei testi c’è moltissimo da dire. Partendo dai testi, credo che siano legati al concetto di comunità, mi sembra molto una sorta di “nuovo manifesto” dei While She Sleeps, l’opener “Enlightenment” è autoesplicativa in questo senso.

Molti temi su cui si basano le canzoni dei While She Sleeps voglio dare un messaggio davvero solido. Vogliamo che le persone si sentano parte di un insieme e che trovino un significato personale nei nostri testi. È vero, suoniamo musica pesante, ma vogliamo mandare un messaggio positivo che possa far capire alle persone che non sono sole. Questo album si mantiene sulla stessa lunghezza d’onda. Ho cercato di non parlare del Coronavirus e della pandemia perché è un argomento che tantissimi artisti stanno trattando ultimamente, ma alla fine i testi si sposano bene con il periodo che stiamo vivendo e devo dire che in questo momento acquistano più significato rispetto a quando sono stati effettivamente scritti. Tra le canzoni, molte si concentrano sullo scoprire la consapevolezza nei proprio mezzi, sul trovare il giusto equilibrio. In questa epoca è molto semplice prendere lo smartphone, andare su Instagram e vedere come vivono gli altri. Quello che dobbiamo fare invece è cercare di concentrarci su noi stessi, capire cosa è importante per noi e come essere felici. Quindi, come dicevo, si tratta di messaggi positivi e di testi che sono aperti a ogni interpretazione, di modo che le persone possano trovare il giusto significato. Trovo fantastico il fatto di poter scrivere una canzone e cantarla durante un concerto: per te che l’hai scritta ha un certo significato, ma per tutte le altre persone che la ascoltano e la cantano con te può assumere altri significati. Questa è la cosa più interessante e spero che i fan possano trovare un po’ di forza in questa canzoni.

Anche dal punto di vista sonoro si tratta di un album molto interessante, mi è sembrato che voleste sperimentare qualcosa di nuovo. Quando avete iniziato a scrivere? Come avete messo insieme queste canzoni?

Quando scriviamo musica con i While She Sleeps si tratta sempre di un processo in divenire, non ci fermiamo mai. Se mi viene un’idea per i testi trovo sempre un modo di metterla giù immediatamente, che sia con carta e penna o con il telefono, e magari trovo un modo di usarla più avanti. Magari ci sono cose scritte tre anni fa che acquisiscono senso ora, è molto interessante quando rileggo i testi, a volte penso: “Ma cosa mi è venuto in mente?”, altre volte invece “Ok, ha molto senso” e quel testo acquisisce molto più senso per me in quel momento anche rispetto a quando è stato scritto. In generale credo che lo stile chitarristico di Sean sia molto particolare e riconoscibile ed è uno dei tratti principali della nostra musica. E questo vale anche dal punto di vista vocale, ovviamente non vogliamo assomigliare a nessun’altra band. Penso che siamo piuttosto fortunati, perchè soprattutto nella scena metalcore è molto facile che più band inizino ad assomigliarsi, quindi abbiamo sempre cercato di creare un sound molto personale e siamo molto fortunati per il fatto che non ci sia nessuna band che suoni come noi. Credo che alla fine sia questo l’obiettivo, è incredibile che nessuna band suoni come noi, e considerato quante band ci sono in questo momento è molto probabile che succeda, credo che questo ci renda speciali. Per questo album avevamo tantissime idee e ne abbiamo prese alcune delle migliori per inserirle nell’album e per lavorarci. Ciò che è interessante di questo album è il fatto che si capisca che non ci piace solo il metal, ci piace il rock, cose acustiche, ci piacciono stili diversi ora. In un certo senso è sempre stato così, siamo sempre stati una band che cerca di spingersi oltre ai propri limiti, penso che per un attimo, ma non per sempre, perché credo che il metalcore dei 2000 sia la cosa migliore del mondo, ma penso che per un attimo il mondo del metalcore sia diventato un mondo sovraffollato. Credo che da un po’ di tempo abbiamo questo approccio che ci porta a spingerci oltre ai limiti e alle definizioni, a esplorare a livello sonoro, significa che possiamo essere interessanti e accattivanti, quindi senza essere confinati come band metalcore, e spero che questo mantenga alto l’interesse da parte dei fan, in termini di aspettative su musica nuova che pubblichiamo. Tutte queste cose sono entrate in gioco con questo album e spero che la gente abbia capito che ci stiamo spingendo oltre e che non siamo capaci di fare una cosa sola, non voglio essere un cantante che urla e fa scream, voglio anche lavorare sulla mia voce in pulito, credo che sia lo stesso per gli altri. Ci sono canzoni in cui Sav suona il piano e non ci sono tante chitarre ed è pulita, altre in cui ci sono dei synth ed è molto pesante. Sai, magari c’è una canzone molto pesante, mentre quella successiva è come una boccata d’aria, un momento per rilassarsi prima di sentire un’altra canzone pesante. Credo che si tratti solo di cercare di essere interessanti e di spingersi oltre ai propri limiti, e a quelli del genere.

Photo credits: Giles Smith

Se avessimo tempo mi piacerebbe parlare di ogni singola traccia del disco, perché sarebbe interessante approfondire i testi e i dettagli sonori, perché l’album è davvero fantastico, mi è piaciuto molto. Ma andrei direttamente a parlare di “Nervous”. Il brano vede la partecipazione di Simon Neil dei Biffy Clyro, che ha cantato anche in un brano dell’ultimo album degli Architects, sembra essere un anno molto impegnativo per lui anche con altre band. Credo che sia un brano molto importante per questo disco, perché, per come l’ho interpretata io e da come l’avete descritta sui vostri social nei giorni scorsi, è un brano che parla di salute mentale e che parla dell’importanza di accettare alcune emozioni. Non mi dilungherò troppo sull’importanza di diffondere questo tipo di idee e di sensibilità e in un certo senso di normalizzarle, perché c’è ancora un grande stigma intorno a questi argomenti. Ho spiegato perché credo che questa canzone sia importante dal mio punto di vista, ora vorrei sentire il tuo! 
(ride, ndr) Ciò che hai detto tu è esattamente quello che vogliamo rappresentare. Avevamo la demo di questa canzone già da prima della pandemia, è stata scritta quasi completamente da Sean. Penso che nel momento in cui aveva iniziato a scriverla, avesse davvero la necessità di farlo. Stavo riascoltando un po’ di demo e questa canzone mi ha veramente colpito, in un momento in cui ne avevo davvero bisogno. Mi ricordo di aver scritto ai ragazzi, l’hanno riascoltata e io ero convinto che la gente avesse davvero bisogno di ascoltare questo pezzo. In un certo senso si è riaccesa la passione per questa canzone, che ha comunque avuto sempre un grande significato per Sean, io forse l’ho sempre sentita meno, è sempre rimasta in mezzo a un sacco di altri brani in una cartella, ma quando l’ho risentita ho pensato “Oddio questa canzone può fare cose incredibili per molte persone”. E da quel momento questo sentimento è diventato sempre più forte. Quando abbiamo iniziato a lavorare su questo album la pandemia ancora non esisteva, e vedendo com’è stato quest’anno, abbiamo pensato sempre di più che questa canzone potesse fare del bene alle persone. Durante questo anno le persone in tutto il mondo sono rimaste isolate come mai prima di questo momento. Personalmente ho perso un mio amico che si è tolto la vita proprio durante questo anno, è una cosa che mi ha distrutto, e se avesse avuto delle persone intorno a sé a cui parlare forse non sarebbe successo. Credo che questa canzone mi faccia sentire la speranza che le cose possano cambiare, e unirmi ancora di più alla mia band, soprattutto Sean che ha passato un momento davvero duro che l’ha portato a scrivere questo brano. Spero che possa unire molte persone perché ci sono molte persone che si sentono nello stesso modo e penso che la settimana di release di “Nervous” abbia tirato fuori molto su questi temi, unire le persone, abbattere lo sigma che c’è ancora intorno a questi argomenti e spero che le persone trovino più facile parlarne. Come hai detto prima in UK al momento c’è un grande movimento di apertura verso questi argomenti e le persone parlano più facilmente di ciò che accade dentro di loro. Il fatto che molte persone si sentano allo stesso modo… non siamo dei terapisti, non siamo dei professionisti in questo, ma credo che a un livello base essere in grado di parlarne, o ascoltando la band capire che sentirsi in questo modo è qualcosa di normale. In questo modo si può avviare questo tipo di discussione e le persone possono sentirsi più a proprio agio nell’esprimere ciò che sentono. Noi veniamo dallo Yorkshire, in UK, un posto in cui, soprattutto quando ero piccolo, c’è sempre stata questa mentalità per cui non si devono esprimere i propri sentimenti, bisogna essere sempre forti. Sono cresciuto in una famiglia di donne, mia mamma mi ha cresciuto, e credo che questo mi abbia aiutato a esprimere ciò che sento, ma nonostante questo sento che ci sono tante cose che provo di cui non ho mai parlato, che si tratti della band, degli amici. Come hai detto, senza dilungarci troppo, credo che sia fondamentale questo argomento, e credo che ci siamo aperti e ci siamo espressi in modo libero, e abbiamo dimostrato alle persone che è un sentimento comune e che non si è soli. Si tratta ovviamente di uno spettro molto ampio di sentimenti per molte persone, ma spero che possa aiutare a capire che non sono sole e che non sono le uniche a sentirsi così. Per quanto riguarda il coinvolgimento di Simon Neil su questa canzone, in realtà non sapevamo che avesse cantato sul brano degli Architects quando gli abbiamo chiesto di collaborare con noi, abbiamo registrato la canzone con Simon e poi gli Architects hanno annunciato la tracklist, e noi abbiamo detto “Cosa?!”. Simon è davvero una bella persona, è davvero positivo, ha dato un grande apporto alla canzone “Nervous”, ha dato un’energia molto positiva al brano, ed è stato bello lavorare con lui. La canzone degli Architects su cui ha cantato e la nostra sono completamente diverse e ha funzionato bene con entrambe le band, come ho detto è davvero una bella persona, è un fan della band, cosa assurda quando ce l’ha detto anni fa, è stato bello coinvolgerlo, è una persona positiva che emana energia positiva, è stato un piacere lavorare con lui. Il brano è uscito davvero bene e non vedo l’ora che lo ascoltino tutti. Quindi, per tutti quelli che vorranno acquistare il disco, è in uscita il 16 aprile. Se si è aperti suoi generi musicali, che ti piaccia il punk-rock, il metal, l’hardcore, o altro, c’è qualcosa in “Sleeps Society” per voi.

Fantastico, grazie mille!

Contento che ti sia piaciuto il disco, a presto!

 Tantissimo, spero di vedervi presto!

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