Mr. Big (Billy Sheehan)
Billy Sheehan è considerato a ragione un fenomeno del basso elettrico, un autentico innovatore. È colui che inizialmente fu definito l’Eddie Van Halen del basso, possiede un suono tutto suo, un suo stile esclusivo, un basso concepito da lui stesso per essere condotto a livelli di assoluto protagonismo. Ascoltare un suo assolo è come essere catapultati in una dimensione unica, i suoi non sono virtuosismi fine a se stessi, le sue note oserei paragonarle alle pennellate di Caravaggio, al tocco su marmo di Michelangelo, è arte, anzi, Arte: quella che lascia a bocca aperta e fa scaturire l’applauso che parte dal cuore. Chi, come me, suona il basso, ne resta colpito nel profondo, perché è palese che si tratti di un miracolo del settore, non a caso votato per quattordici anni il bassista numero uno al mondo. Una delle prime argomentazioni di cui Sheehan ha parlato, durante la clinic tenutasi al GoodFellas di Napoli, il 7 dicembre 2010, è stata la distinzione tra la tecnica e l’arte. Tecnica che resta di base per ogni strumentista, che è equivalente alla maestria, alla capacità di far proprio uno strumento, quasi fosse un’estensione del proprio corpo; ma l’arte è la bellezza assoluta. Alcuni suoi suggerimenti sono stati: “Non pensare quando suoni, suona e basta; non contare, anche se stai eseguendo tempi composti complicati e cervellotici. Suona senza leggere la musica, non seguire uno spartito.”

Sheehan si reputa fortunato del suo intuito: quando parla con un musicista gli bastano due parole per capire chi sia. Mentre sta suonando, riesce a percepire se uno tra i vari jack della pedaliera del chitarrista è posizionato al posto sbagliato. Magari la cosa passa inosservata al tecnico del suono e poi si scopre che Sheehan aveva ragione. Per esempio, anni fa, quando suonava con i Talas, in pochi minuti inchiodò una moneta alla chitarra per fermare il ponte ed il suono migliorò immediatamente.

La sua tecnica molto particolare è dovuta al fatto che suona molti strumenti. Me ne ha elencati così tanti che gli ho detto: “Faremmo prima se dicessi quale non suoni.” Molti di essi hanno influenzato il suo stile, la chitarra in primis ma anche il piano e l’organo, dei quali ha immagazzinato le tecniche che ha riadattato per il basso elettrico. Uno stile che lo ha ispirato, distante anni luce dal rock o dal metal, è il flamenco. Vedi Paco De Lucia, suonato a velocità elevate, ma (altro consiglio) non si dovrebbe mai mirare alla iper velocità, quella viene da se con gli esercizi e col tempo; è meglio concentrarsi su cosa si sta eseguendo e sul come, suonando con gusto e feeling.

Sappiamo tutti che una delle caratteristiche primarie di Billy Sheehan è costituita dall’uso degli armonici senza plettro, che ottiene percuotendo le corde sugli armonici posizionati sul pick-up al manico e su quello al ponte, appoggiando l'indice e pizzicando con l'unghia del medio. Durante la clinic si è fatto consegnare un plettro e ci ha mostrato quanto sia più semplice per un chitarrista. Mia battuta: “Sarebbe capace di far uscire un armonico da una scopa!”.

A proposito di sarcasmo, molto divertente quando, rifacendosi ai primi concerti che Sheehan andò a vedere, tipo gli  ZZ Top ed Alice Cooper nel 1974 (era in prima fila), ha messo a confronto il vecchio stile del basso elettrico che potrei definirvi scrivendo “dum dum” e quello attuale, con due mani sul manico, l’uso delle quattro dita della mano destra, compressori, pedaliere, persino distorsori… ed ha suonato pezzi tratti da alcuni brani dei Mr. Big incrociando le mani, facendo quasi esibizionismo e dicendo: “Questo è puro show business!”. Oppure quando ha suonato “Hey Jo” di Hendrix in 7/4 e 5/4 intervallati di continuo. O quando ha parlato di “Sonrisa Salvaj”, la versione in spagnolo di “Eat 'em And Smile”, lingua della quale non conosce una parola e di cui imparava i suoni senza capire cosa stesse dicendo. Ed anche quando ha eseguito cenni di alcune linee di basso degli Iron Maiden (stranissimo sentire le note di Harris con il suono ed il tocco di Sheehan).
Articolo a cura di - Pubblicata in data: 21/12/10
Prima di tutto, grazie!

E' un mio piacere. Grazie a te!

Quali sono le prossime novità?

Il nuovo album dei Mr. Big uscirà a gennaio. E' un disco rock e molto heavy, molto forte, suonato insieme e creato da tutti e quattro i membri dei Mr. Big, dapprima in sala prove e poi registrato in presa diretta: ho sovra-inciso soltanto 45 secondi di basso, per il resto è completamente live, reale.

Perfetto! Durante la clinic hai detto che la musica potrebbe cambiare il mondo. In che modo?

Suonando buona musica, comunicando con le persone, facendo in modo che la gente arrivi a pensare diversamente, in un modo migliore, poichè la musica può influenzare moltissimo la mente, anche a livello subliminale. C’è molta forza nella musica, tale da poter influenzare la vita delle persone.

Come maestro di basso secondo me sei uno, anzi il migliore al mondo. Vorrei sapere se ti senti responsabile di avere una folta schiera di seguaci.

Sì, io penso di avere una grande responsabilità e lavoro duramente; anzi non ho mai lavorato così duramente come in questo periodo, perché voglio migliorare sempre di più.

Cosa pensi di chi ti domanda se sia meglio Steve Vai di Paul Gilbert o se sia meglio lavorare con McAlpine oppure… Insomma, sono domande da fare secondo te?

Penso che sia una pessima domanda, no, non è da fare. Invece questo tipo di domande mi sono state poste milioni e milioni di volte, di continuo, in interviste sia parlate che scritte. Adesso infatti ho imparato a precisare che, almeno durante le clinic, non mi vengano fatte domande di questo genere: preciso che le domande debbano essere mirate alla mia persona. Ognuno ha il suo stile, mi basta capire la personalità, la validità di un musicista in due parole, ma sbilanciarmi sugli altri musicisti è qualcosa che non dipende da me, semplicemente perché non trovo che sia affatto giusto.

Una domanda che avresti voluto ricevere ma che nessuno ti ha mai posto?

(Ridacchiando) Qualcosa del tipo: "Come stai?". (Poi, serio) Mmmm… Qualcosa come… "Perché?". “Perché” è una bella domanda. Mi si chiede sempre “che cosa”… oppure “dove” suoni… “come” suoni… ma nessuno mi chiede il perché. Secondo me ci sono tre livelli fondamentali che ci portano a capire, ci conducono alla conoscenza: il primo (in basso) è “Che cosa?”, il secondo è “Come?”, ma quello fondamentale è “Perché?”. (Si ferma, una pausa di riflessione, poi continua) Chiedere perché è sempre la domanda più importante, in assoluto. Eppure nessuno mi domanda perché…

Mmmm… Perché suoni?

(Ride) Io suono perché… la musica è arte, è quello che mi rappresenta. La musica è l’arte migliore tra tutte, secondo me, e mi consente di creare, scoprire, capire… è la cosa più importante della mia vita.

Bellissimo! Ultima domanda: vorrei sapere se è vero che la prima serie del tuo basso,  lo Yamaha Attitude Limited, ti sta particolarmente a cuore. O preferisci l’ultima?

Mi piacciono un po’ tutte. Ognuno ha delle caratteristiche ed i suoi lati positivi. La prima serie ha un suono più corposo, solido e "heavy" di quelli nuovi, che sono più leggeri dei primi, ma hanno il suono più legnoso. In fondo sono come i miei figli. Ma effettivamente questo basso occupa un posto speciale nel mio cuore.

… E Billy Sheehan è un mito che sa toccare il cuore di chi va ad ascoltarlo e/o intervistarlo. Dopo l’intervista (e a tale proposito ringrazio Giulio Cataldo della Frontiers Records che gentilmente si è prestato a darmi una mano con la traduzione simultanea, invece dell’interprete ufficiale che aveva lavorato durante tutto l’evento) abbiamo “chiacchierato” ancora, tanto che, come mi capitò quando intervistai Steve Harris e Noel Redding, da un lato stavo per accendere di nuovo il registratore, ma non l’ho fatto, avrei sciupato la magia. Vi dico un paio di cose. Ad un certo punto gli ho detto che tanti anni fa andai a vederlo (insieme a Francesco Grosso, della mia band Demonilla) in concerto con i Mr. Big, quando aprirono agli Aerosmith, a Milano, e che dopo averlo visto in azione quasi quasi non “toccai” più il basso per un mese. Alle mie parole Sheehan esordisce con un suo: “Nooooooo!” a cui segue il suo invito a non fermarmi mai. Quando ci siamo salutati, alla fine, l’ho ringraziato da parte mia, di Cheyenne Radio Sound e di SpazioRock per l’esclusiva, e per la terza volta mi ha detto: “Mi raccomando con il basso! Dacci dentro.” Stretta di mano e mi dice: “Onorato di averti conosciuta, ci si becca su facebook!”

È un maestro, è unico, è un miracolo del basso elettrico ed anche un grande uomo, modesto e disponibile. È Billy Sheehan.



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