Battle Beast (Eero Sipilä)

Eero Sipilä, bassista dei Battle Beast, ci parla della nascita del loro quinto album "No More Hollywood Endings" e degli oltre 10 anni di carriera della band.

Articolo a cura di Giovanni Maria Dettori - Pubblicata in data: 01/05/19
Ciao Eero e benvenuto su SpazioRock! Come stai?
 
Molto bene grazie, anzi alla grande! Torno proprio ora da una bella passeggiata al sole! La vita è bella!
 
Fantastico! E’ bello sentirti così di buon umore. Parliamo un po’ del vostro nuovo album, “No more Hollywood Ending”: prima di tutto, perché questo titolo? Cosa vuol dire?
 
Be', volevamo un album che da subito non suonasse come qualcosa di solito o di canonico. E’ bello che ognuno possa dare l’interpretazione che vuole a un titolo come questo. Mi fa pensare che ognuno può essere padrone del propriodestino, ma soprattutto del proprio modo di vedere la vita. Diciamo che il senso è un po’ questo!
  
Avete utilizzato un metodo diverso di approccio per far nascere questo nuovo album? Ci sono state novità rispetto alla stesura dei pezzi e alla successiva produzione rispetto al solito?
 
Sai, ci siamo trovati nello stesso studio con lo stesso produttore e lo stesso ensemble, quindi in generale si può dire che più o meno sia stato simile… Ma il bello è che alla fine è uscito qualcosa di diverso rispetto al solito. Sai, è la magia della musica: anche a mettercisi di impegno, non può mai uscire qualcosa di veramente uguale a ciò che si è fatto un momento prima... Non sai mai cosa potrebbe o succedere. 
 
Ascoltando l'album si ha l'impressione che sono sempre più marcate le componenti rock e pop anni 80, come in "No More Hollywood Ending" o "Unfairy Tales". E' una scelta ricercata o una naturale evoluzione del vostro sound?
 
Mmh… Credo in realtà nessuna delle due cose. È nato tutto dal cercare qualcosa di bello, quindi non siamo partiti con preconcetti o direzioni da voler seguire! Abbiamo iniziato a suonare in studio senza sapere cosa potesse succedere! Direi più che è un qualcosa di simile ad un flusso naturale, ad un fiume di sensazioni!
 
Quanto rimane importante però la componente heavy metal nei vostri pezzi, anche in questo nuovo lavoro?
 
Per quello che penso è molto importante! In generale credo sia altrettanto vitale riuscire a muoversi fra generi diversi e fra diversi mood, dall’heavy che magari dal vivo cattura ancora più energia, senza dimenticare le parentesi anche più docili
 
Nel corso della vostra carriera avete maturato un sound decisamente personale, probabilmente figlio di un intreccio di molti stili, ma sicuramente qualcosa che non era ancora stato fatto e quindi molto riconoscibile. Sei d'accordo su questo?
 
A dire il vero non saprei! Penso che tutte queste influenze e questi stili siano sempre lì e in qualche modo si sono intrecciati fra loro… Sì, forse potremmo chiamarla evoluzione, ma in fondo ognuno può interpretarla a modo suo!
 
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Noora, oltre che una bravissima cantante, è anche una figura molto carismatica. Quanto è importante la sua presenza, vocale e scenica nella band?
 
Tantissimo. Puoi avere le canzoni migliori del mondo, i migliori performer e musicisti, ma senza una voce carismatica non puoi fare nulla! Siamo molto fortunati ad avere una delle migliori voci rock in assoluto, per quanto mi riguarda. Ci dà la carica per affrontare tutto meglio. 
 
Siete assolutamente una band da live show, e anche i pezzi del nuovo album sono tutti molto adatti a essere suonati dal vivo. E' qualcosa che tenete presente sempre quando scrivete i nuovi pezzi?
 
A dire il vero non tanto, ma sicuramente ti rendi conto da subito quando hai prodotto un riff accattivante, così come un ritornello e sicuramente aspetti la sua resa dal vivo… Ma in generale non ci verrebbe mai da dire “Ok, ora facciamo un pezzo che farebbe un figurone in uno stadio!”, anche perchè magari viene fuori da se, senza volerlo insomma!
 
A proposito dei live, nella vostra carriera avete fatto da gruppo spalla a band molto importanti ma avete affrontato anche tour da headliner. Cosa preferite? Quali sono per voi gli aspetti positivi e negativi di entrambe le situazioni?
 
Suonare dal vivo è sempre bello, e questa è una premessa importante. Quando suoni come gruppo spalla sei vicino quasi sempre a band incredibili, e questo ti rende profondamente responsabile, ma all'occorrenza carico. Quando sei headliner hai ancora più aspettative, non solo da parte dei fan ma anche da parte di te stesso. L'importante è dare e ricevere l'energia che la buona musica può dare.
 
Avete suonato e suonerete anche in vari festival estivi. Come sono state quelle esperienze? C' è qualche festival dove non siete ancora stati e in cui suonereste con piacere?

Be', mi piace suonare dappertutto... Però forse direi qualcosa in Sud America, un festival tipo il Rock in Rio… Però sai, può anche succedere che a volte devi suonare in un evento di grandi dimensioni, con un palco enorme e ti rendi conto che alla fine non è niente di che, e a volte invece vai in un posto dove ci sono 20 persone e pensi “caspita questa è la migliore serata della mia vita!”. Non puoi mai davvero saperlo, è sempre una sorpresa!
  
Dieci anni di attività, quinto album in uscita, dove vogliono arrivare i Battle Beast?
 
È una domanda a cui è difficile rispondere: in generale non aiuta mai pensare a dove si vorrebbe arrivare veramente. Penso che sinchè si abbia piacere a suonare tutto risulti più semplice. In generale mi piacerebbe essere solo un pochino più grande, quel tanto che basta per non avere più problemi di tempo o di soldi, ma non è qualcosa di indispensabile. Renderebbe le cose solo più facili, ma non è qualcosa che mi aspetto o in cui spero in realtà!
 
Grazie Eero per essere stato con noi! Ci hai dato delle risposte ricche di significato e di passione! Puoi mandare un saluto ai lettori di SpazioRock e a tutti i vostri fan italiani? 
 
Vi auguro tutto il meglio e spero di vedervi tutti a qualche live prima o poi! Un grande abbraccio!





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