Fun. - Some Nights Tour
18/10/12 - Alcatraz, Milano


Articolo a cura di Alberto Battaglia

A certi osservatori un po' snob bastano pochi elementi per arricciare il naso: "Qui ci sono troppe ragazzine perchè si tratti di un gruppo serio!", "Passano troppo in radio!", "Sono troppo belli!". La notorietà e il pregiudizio purtroppo non aiutano a discernere i prodotti di massa dalle semplici opere diventate popolari. Del resto poteva essere ragionevole aspettarselo: quello dei FUN. non è stato certo un concerto per snob.

 

Quella compagine femminile che urla, gode, si eccita alla sola vista dell'éfebo cantante è un pubblico che si accontenta di molto poco: un sopracciglio che si alza, un sorriso obliquo, uno starnuto d'umanità del divo basta a fomentare in tutte le presenti la disperata speranza che egli sia etero, sebbene su questo poche siano le loro possibilità. Un tale quadretto da boy band non rispecchia, però, la qualità di cui la performance dei FUN. ha dato prova, e queste sorprese una volta tanto fanno piacere. Perchè se è vero che la gran parte dei presenti  era lì soprattutto per "We Are Young", uno dei pochi istant classics di questa generazione, è anche vero che questi avranno ben compreso che ascoltare la band Newyorkese ha comunicato molto di più che una semplice riproduzione dei propri pezzi registrati in studio.

 

Innanzitutto è apprezzabile la presenza pienamente rock dei componenti, che sono giovani,  energici, sudati e, per quanto possibile scorgerlo sotto la buccia del successo, genuini. E' Nate Ruess la stella incontrastata della sera, non solo per le sue dolci fattezze, ma anche perchè ha soddifatto con le proprie doti vocali le elevatissime aspettative che aveva generato registrando su disco quegli autentici volteggi sonori ai limiti della soffitta del pentagramma. E risentire con fedeltà più che buona quelle timbriche anche dal vivo ha consentito di rapire immediatamente il fiato del pubblico che riempiva l'Alcatraz di Milano. La sensazione che fa palpitare i giovani cuori in ascolto è quella di una serena gaiezza che si rinnova di canzone in canzone; d'altronde il nome FUN. comunica in sè l'idea della leggerezza ingenuamente positiva: saperla rendere magnificamente è la migliore dote cui dare atto a questi ragazzi. La musica viene presentata con un organico di sei elementi che permette una riproduzione completamente autentica della musica (trovano spazio addirittura anche sassofono e tromba) e sebbene non si oppongano grandi difficoltà strumentali va comunque apprezzata la perfetta resa sonora dei suoni originali. Tutto questo porta all'inaspettata conclusione che i FUN. si apprezzino più dal vivo piuttosto che nel lettore: sono la grinta dei componenti e un particolare trasporto generazionale del pubblico a legare alla presenza fisica del concerto un coinvolgimento molto intenso, emozionale.


Non manca anche lo spazio per un po' di ruffianeria: prima la dichiarazione d'amore per Milano, poi l'elevazione a "miglior pubblico che loro abbiano mai avuto fuori dagli States" e infine la nostra bandiera che compare sulle spalle di Nate a fare da corollario a questo gioco paraculo sempre molto applaudito. Se di riscontri si parla, poi, la ruffianeria non sarebbe stata neanche necessaria poichè l'attesa per il bis che conduce alla conclusiva "Some Nights" è, infatti, tutta un coro intonato sulle note del celeberrimo motivo musicale. E' la naturale conclusione di uno spettacolo davvero fragrante, per cui si può anche, e senza troppe colpe,  ricongiungersi alla massa; e fare poco gli snob. 




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