Fun.
Some Nights

2012, Atlantic
Pop Rock

Epico. Più epico. Epicissimo. Sì, ma... anche efficacissimo?
Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 22/06/12

Per scrollarsi di dosso l’indifferenza che ha caratterizzato l’esordio discografico degli americani Fun., nulla di meglio che cercare di cristallizzare al meglio un purissimo distillato di epic-pop, confezionando quello che, in pratica, è a tutti gli effetti un inno generazionale impossibile da ignorare. Cronaca di un successo radiofonico universale e capillare (si parla di “We Are Young” se non lo si è ancora capito, con un’invisibile Janelle Monàe nel ruolo di guest), che restituisce solo in parte quello che, negli effetti, si ritrova a contorno su questo “Some Nights”.

Al di là del fatto lampante che alla band di Nate Ruess piaccia da morire “A Night At The Opera” dei Queen (non si spiega, altrimenti, lo spudorato omaggio operato nella titletrack – intro inclusa) e, perché no, anche un po’ di sana disco-pop ‘70s (la power ballad “Why Am I the One”, che fa molto Bee Gees o Cugini Di Campagna – vedete un po’ voi quale citazione vi piace di più), l’inciso si caratterizza perlopiù di questo già citato spirito epico che permane lungo un po’ tutte le composizioni. Quello, più una distorsione elettronica sempre efficace, ed, infine, una produzione a dir poco stellare: tutti elementi che, insieme, fanno sì che una nenia giocosa da fischiettare diventi un brano di notevole impatto groovy (“All Alone”), o che una canzone r’n’b possa sfociare in una coda fatta a mo’ di suite ripiena di drammatico rock’n’pop (da “One Foot” a “Stars”). “Some Nights” scorre così, in un modo assai anomalo per certi versi, visto che ai primi ascolti si mostra assai più leggero ed inconsistente di quanto, invece, la caparbietà non riveli, facendoci scoprire certo non uno spessore da capolavoro immortale della musica, ma neanche quella scontata opera pop citazionista che i primi, leciti, sospetti lascerebbero presupporre. Certo, una seconda metà di disco più incisiva avrebbe certamente giovato al trio, così come tentare di uscire, ogni tanto, da quella costante epica ed ariosa che pervade ogni singolo brano del lotto; pur tuttavia, con queste limitazioni ben chiare nelle orecchie, il disco dei Fun. dimostra d’essere un ottimo disco in grado di accompagnarci in questa estate 2012 appena cominciata – e già torrida.

Provate a dare loro una chance: avete una possibilità di rimanere piacevolmente sorpresi e travolti pari a quella di rimanere completamente indifferenti. Praticamente impossibile, invece, rimanere schifati, ed è già qualcosa di assurdamente notevole per una band in costante programmazione radiofonica estiva…no?




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