Fun. (Jack Antonoff, Nate Ruess, Andrew Dost)
Sono freschi, giovani, loquaci e pieni di voglia di vivere. I Fun. si sono raccontati in questa conferenza stampa, parlando del loro ultimo album "Some Nights", delle loro influenze hip hop, del loro successo in America, tra spot pubblicitari e Superbowl. Buona lettura!
Articolo a cura di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 22/06/12
Perché questo nome, perché vi chiamate Fun.?


Nate: Beh, penso che il significato più profondo al quale siamo giunti sia... Penso che Fun. (trad. divertimento ndr) funzioni per noi, perché quando ci siamo seduti e abbiamo pensato alla parola, la parola di per sé è corta...


Jack: Sono successe così tante cose nella nostra musica, così emozionanti, intense, che siamo giunti alla conclusione che, con tutta la follia e tutto ciò che ci circonda, (la parola ndr) dovesse essere veramente facile da capire, che fosse parte dell'artwork o il nome stesso della band... Non volevamo esagerare, doveva essere molto semplice, quindi Fun. era perfetta, corta e facile da dire, semplice da ricordare, specialmente con il punto, non significa nulla di strano, puoi metterci il dito sopra, come su una copertina di un disco, ti confonde abbastanza da voler andare oltre, ovvero il disco stesso ed il concerto, quello è il significato profondo.


Ma voi siete una band da festa.


Jack: Beh, penso che esistano diverse definizioni di festa. Per noi una festa, voglio dire, negli Stati Uniti una festa è sinonimo di droga, cosa che non ci riguarda, ma siamo una band che ama festeggiare, e i nostri concerti sono nostri festeggiamenti tra noi ed i fan che apprezzano la nostra musica, penso che ci sia molta eccitazione ed energia; i ragazzi avevano pensato che Party potesse funzionare in quel contesto, ma noi prendiamo le cose molto più seriamente rispetto ad una semplice festa, ci sono aspetti puramente emozionali dell'entusiasmo e la nostra personale visione di una festa è davvero diversa da quella degli altri, ma i concerti sono decisamente una sorta di celebrazione.


C'è differenza tra questo disco e quanto fatto in passato?


Nate: Sì, penso che ci siano molte differenze udibili tra gli album. Credo che l'ultimo album fosse più focalizzato su noi tre, che cercavamo di abituarci l'uno all'altro e al processo di songwriting, e su noi tre che cercavamo di stupirci a vicenda; e quando la gente tira in ballo influenze dei Queen mi sento come se stessero sentendo più il loro ultimo album, noi abbiamo cercato di fare più del nostro meglio, su più livelli, con gli arrangiamenti e cose del genere. Credo che in quest'album ci sia più enfasi sull'eliminare tutti quei livelli e per noi tre non è stato più una questione di stupirsi a vicenda, c'era una coesione riflessa nelle canzoni stesse. Ci siamo messi assieme con le nostre prime influenze, canzoni classiche, e ci siamo in qualche modo catapultati nel futuro con musica più moderna, ovvero con meno violini e più synth.


Avete arrangiato tutto voi?


Nate: Sì, ci siamo messi lì e Andrew fa molti arrangiamenti per archi, così come Jack, il nostro produttore, che si occupa anche delle linee vocali; Andrew è più l'arrangiatore e Jack... Fa sempre casino (ride).


Jack: Abbiamo pensato che saremmo stati in grado di fare un gran primo album, ma il secondo rappresenta il vero momento in cui sei seriamente preoccupato, perché hai passato la fase in cui hai adoperato tutti i tuoi trucchetti migliori. E' stato fantastico poterlo capire, facendo un album che suonasse meravigliosamente, ma lo abbiamo fatto senza l'eccitazione dei novellini. E' stato qualcosa di nuovo, per noi.


Parlando delle vostre influenze hip hop, quali sono gli artisti del genere che vi piacciono di più?


Nate: Penso che Kanye West sia il migliore, il più grande, specialmente "Dark Fantasy" è stata una grossa influenza per il nostro album, voglio dire, non c'è rap sull'album, ma credo che avendo avuto lo stesso produttore, abbiamo avuto buona parte dello stesso team di produzione, gli stessi tecnici ed ingegneri, quindi direi che Kanye sia l'influenza più grossa, e poi abbiamo altri artisti come Drake. Cavolo, ci piacciono così tante cose diverse, ci sembra di aver avuto davvero un "momento hip hop" in studio.


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Avete anche avuto una cover di "We Are Young" in Glee: come vi siete sentiti al riguardo?


Nate: E' stato piuttosto incredibile, una visibilità enorme per noi, è stato un buon ingresso nel mainstream. La canzone... L'abbiamo pubblicata un mese prima ed è andata bene tra le persone che erano già fan della band... Penso che gli altri ci abbiano veramente sentito in quel momento, e Glee è stato il primo grosso colpo, per quanto riguardava il mainstream, e penso che Glee non faccia così per tutti. Credo di essere state una delle poche band che non abbia avuto una canzone già hit coverizzata ed è stato qualcosa di innovativo, bellissimo per loro dire "la gente può non conoscere questa canzone, ma quando avremo finito, la conosceranno" ed è stata una sensazione fantastica.


Siete un prodotto del vostro tempo, perché le vostre canzoni sono finite in uno spettacolo televisivo e in uno spot pubblicitario. Credete che aiuti la vendita di dischi?


Nate: Sì, credo di sì. Penso che siamo stati fortunati ad avere queste proposte, abbiamo rifiutato altre cose, e da un lato ne abbiamo accettate altre dicendo "Sì, sì, facciamole!"; quando decidi di avere una delle tue canzoni in una pubblicità di auto, bisogna parlarne prima e dopo che hai deciso, hai scelto cosa fare, ne sei orgoglioso. Penso che se ci avessero detto "E' una pubblicità dove una macchina fa un kickflip, possiamo usare la vostra canzone? Una macchina farà un numero da skateboard, possiamo usarla?" avremmo detto di no, ma quando abbiamo visto la prima versione, quando abbiamo visto la macchina fare un kickflip, è stato incredibile, ci ha mostrato quanto i pubblicitari siano pieni di talento e hanno utilizzato il nostro brano in maniera assolutamente epica, fantastica e siamo stati fieri del fatto che, quando c'è stato il Superbowl, ci siano stati altri musicisti durante l'halftime, li avete sentiti e li avete visti. La nostra canzone era contenuta in un clip di venti secondi ed in qualche modo quella è stata la canzone che il giorno dopo è andata in cima alle classifiche, ed è stato bellissimo, se questo farà vendere dischi, se questo ci permetterà di stare qui in questa stanza, se questo ci permette di venire in luoghi come l'Italia, è piuttosto pazzesco!


Avete suonato a lungo prima dei Fun., ma questa è la prima volta in cui vi trovate ad avere una hit mondiale, e dev'essere fantastico; ma come cambia la vostra prospettiva verso il futuro? Se la cambia.


Nate: E' una bella domanda. Ripenso ai giorni in cui era difficile per noi, ma almeno avevamo avuto l'occasione di fare un tour negli Stati Uniti e non abbiamo girato per un bel po', ma è stato come ricominciare daccapo, avevamo fan da dieci anni e gente che ci sosteneva, ma quando non hai visibilità a livello internazionale, vieni in Europa, e abbiamo fatto un tour con i Paramore con ottomila persone a sera e vendevamo qualcosa come tre cd. E' davvero difficile, perché vieni, perdi un sacco di soldi e devi praticamente riniziare daccapo. Sfortunatamente per noi diventa tutto più difficile, perché non puoi proprio permetterti di venire in Europa, quanto sta accadendo ora è incredibile e fa sembrare il mondo un luogo più piccolo e non vogliamo che questo. Non è solo come veniamo percepiti negli Stati Uniti, non è solamente il tour là, tutto si è trasformato in questa cosa dove niente è off-limits. Semplicemente, punti un qualsiasi luogo sulla mappa, e ci puoi andare, e abbiamo persone che ci sostengono e possiamo mostrare loro quello che siamo.


Parlando della vostra collaborazione con Janelle [Monae, in "We Are Young"], perché avete deciso di lavorare con lei?


Jack: E' così piena di talento. E' bravissima. Siamo suoi grandissimi fan e la collaborazione con lei è nata per caso, non per la pressione delle label che ragionano in questo modo "Ehi, e se mettessimo A e B assieme?", così, per aiutare le vendite. Noi eravamo suoi fan e volevamo un'artista femminile con noi e lei era in cima alla liste, quindi Jeff l'ha incontrata tramite varie persone, le ha suonato qualche canzone ed è stato carino collaborare con lei in una canzone importante.


Che cosa potete dirci del prossimo tour? I vostri piani per il futuro?


Jack: Sono differenti, per varie ragioni. Rifletteranno quanto successo con il singolo e con l'album. L'ultimo tour che abbiamo fatto era sold out prima ancora che l'album uscisse e prima ancora che il singolo decollasse, è stato come una festa da parte dei fan negli anni e ora il prossimo tour è ancora più grande di quello di prima e sarà stupendo vedere i nuovi fan con quelli di vecchia data e sarà curioso vedere come andrà. E poi, il tour in Europa è speciale per un altro motivo, non abbiamo mai suonato in Europa e quando sei in giro da dodici anni e senti di essere andato ovunque, ma realizzi che non è così, perché sei sempre stato negli Stati Uniti, senti di aver perso qualcosa, e questa sarà la prima vera occasione per recuperare quanto perduto. Ovvero, quella sensazione indescrivibile che è suonare per nuove audience, specialmente quelle che non parlano la tua lingua, perché poi sei costretto a comunicare unicamente tramite la musica. Sarà una nuova esperienza per noi e vedremo quanto potrà essere divertente.




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