A raccontarlo sembra quasi un romanzo di Stephen King: un anonimo lunedì di metà febbraio, mentre il resto dell’Italia riprendeva con una certa fiacca il tran tran settimanale, dei licantropi lusitani e dei vampiri inglesi erano giunti senza troppo clamore a Trezzo sull’Adda. È facile intuire che stiamo parlando dei Moonspell e dei Cradle Of Filth, due band legate a doppio filo in questa prima parte nel Vecchio Continente del Cryptoriana World Tour a supporto dell’omonimo disco del combo inglese.
Il Live Club di Trezzo sull’Adda è molto lento nel riempirsi: sarà il fatto di essere un lunedì sera e di pagare i bagordi del fine settimana, concerti importanti compresi, ma le prime due canzoni della setlist dei Moonspell vedono il locale poco densamente occupato. È un vero peccato anche perché il gruppo di Fernando Ribeiro porta sulle scene una bella fetta dell’ottimo “1755”. È proprio Fernando ad aprire le danze, entrando da solo sul palco immerso in una luce verde e sfoggiando una lanterna, unico uomo a vedere l’arrivo del terremoto che distruggerà Lisbona. La componente scenografica di questo inizio concerto è molto alta ed è ben supportata dall’intro di “Em Nome Do Medo”, tutta giocata su cori epici e orchestrazioni presentate su basi preregistrate. L’entrata del resto della band scatena la furia della musica che lascia il pubblico in visibilio. La seguente “Desastre”, con Fernando mascherato da dottore della peste rilancia ulteriormente il valore di un album molto sentito dalla band e apprezzato fin da subito dai fan. Dispiace notare come una componente importantissima di “1755”, ovvero una batteria ispirata e, scusate il gioco di parole, terremotante, venga molto disinnescata da un pessimo settaggio che, dopo le prime due canzoni, migliorerà ma mai completamente. I Moonspell sopperiscono però con il cuore, dando un’interpretazione estremamente personale di ben 7 brani su 9 presenti sull’ultima fatica in studio della band, una narrazione quasi perfettamente in ordine cronologico, con la sola “Ruínas” fuori ordine logico a metà del susseguirsi degli eventi, poco importante all’interno di un discorso di esibizione live ma estremamente importante nell’ottica del racconto della funesta notte del 1 novembre 1755.
La setlist non è solo dedicata all’ultimo parto in casa Moonspell, ma ripesca alcune vecchie glorie che non ci si stanca mai di ascoltare: “Opium”, dal lontano 1996 di “Irreligious”, mantiene inalterata tutta la carica di energia nonostante gli anni e gli stili che la band ha variato; “Scorpion Flower”, da “Night Eternal”, offre l’occasione di ascoltare un inedito duetto tra Fernando Ribeiro e Lindsay Schoolcraft dei Cradle Of Filth. La dotatissima cantante e tastierista canadese merita ampiamente gli applausi scroscianti elargiti dal pubblico in sala. La chiusura, con “Alma Mater” e “Full Moon Madness”, dai primi due album del combo lusitano, ha un sapore antico, che riporta alle origini della storia dei Moonspell. La band, con un quarto di secolo sulle spalle, ha saputo ritrovare una via internazionale della propria musica e la qualità degli ultimi 3 album (“Alpha Noir/Omega Black”, “Extinct” e “1755”) ne è una prova. Il pubblico ha sicuramente gradito quanto proposta da Fernando e compagni, sempre pronti a interagire con i fan in sala. Soprattutto il simpatico cantante, tra frasi in italiano, portoghese e, solo come ultima risorsa, in inglese, ha mantenuto vivo il legame con gli spettatori lungo tutto il corso dell’esibizione. Prova ne è la partecipazione sempre attiva dei fan.
Cambio palco/pausa sigaretta, e questa volta ad entrare sono invece i Cradle Of Filth, sulle note di “Ave Satani”. Tra la precedente esibizione e questa sembra che il pubblico si sia in parte diradato: la concentrazione sotto il palco è molto più fitta rispetto al set dei Moonspell, ma in molti si sono effettivamente diretti verso l’uscita, così come continuerà a succedere durante gran parte dello spettacolo della band inglese. Il pubblico sembra anche più spento, meno reattivo o partecipe, colpa questa anche di Dani Filth, che non riesce a stabilire un contatto bidirezionale, ricevendo sempre delle risposte molto fiacche. Fortunatamente, sotto l’aspetto musicale, la performance invece non ha nulla da farsi perdonare: settaggio degli strumenti perfetto, prestazione impeccabile da parte di tutta la band ma soprattutto scelta di una scaletta che va a pescare lungo tutta la carriera del combo, tanto che, con soli 2 estratti dall’ultimo “Cryptoriana - The Seductiveness Of Decay”, sembra di trovarsi più davanti ad un best of piuttosto che al tour promozionale di un disco. Come per i Moonspell, anche in questo caso la componente di gentilezza e classe portata da Lindsay Schoolcraft innalza il livello delle composizioni sulle quali ha l’occasione di cantare, da “Blackest Magick In Practice” a “The Death Of Love”.
Nonostante i ritmi serrati e senza pause per chiacchierare con il pubblico della seconda parte dell’esibizione, Dani Filth riesce a dare una prova solida, molto controllata, con qualche piccola sbavatura qua e là ma in generale di buon livello. Avere l’opportunità di ascoltare gli 11 minuti della “Bathory Aria” o “Dusk And Her Embrace” dall’omonimo album o “Her Ghost In The Fog” è un piacevolissimo salto nel passato, rivisitato con le attuali capacità di canto dei Dani. La parte conclusiva della setlist dei Cradle Of Filth vede il pubblico ben unito, soprattutto sulla classica “Nymphetamine (Fix)”. A differenza di altri concerti della band inglese, il movimento sotto il palco è stato quasi completamente inesistente: poche reazioni dalle prime file, ma in generale il mosh pit era decisamente senza carica, un controsenso vista l’energia elargita ad ampie mani dal combo del Suffolk.
Setlist Moonspell
Em Nome Do Medo
1755
In Tremor Dei
Desastre
Opium
Ruínas
Scorpion Flower
Evento
Todos Os Santos
Alma Mater
Full Moon Madness
Setlist Cradle Of Filth
Ave Satani (Intro)
Gilded Cunt
Beneath The Howling Stars
Blackest Magick In Practice
Heartbreak And Seance
Bathory Aria: Benighted Like Usher / A Murder Of Ravens In Fugue / Eyes That Witnessed Madness
Dusk And Her Embrace
The Death Of Love
You Will Know The Lion By His Claw
Encore
A Bruise Upon The Silent Moon (Intro)
The Promise Of Fever
Achingly Beautiful
Nymphetamine (Fix)
Her Ghost In The Fog
Born In A Burial Gown
Blooding The Hounds Of Hell (Outro)