L'autentico blackster (e non solo) avverte sempre un certo sussulto quando si sparge la notizia di una release prossima alla pubblicazione targata Cradle Of Filth: solitamente l'inserimento del disco nel lettore, operazione compiuta per curiosità, spirito samaritano o fantasie di purificazione, provoca reazioni contrastanti. Il buon Dani, minuto mastermind del progetto, per "Cryptoriana - Seductiveness Of Decay" decide di arruolare una band nuova di zecca al fine di diffondere il verbo malsano del degrado e dell'annichilimento, tra romanticismo dark, orrori vittoriani e contorto erotismo. Se da un lato la voce del frontman durante gli anni si è terribilmente deteriorata, non riuscendo a raggiungere ormai le altezze del passato, dall'altro i testi mostrano una crescita qualitativa che forse meriterebbe ben altra proposta sonora.
Difficile restare obiettivi di fronte a un gruppo che nel corso di due decadi ha generato una così grande divergenza di opinioni: dagli insulti all'idolatria, i Cradle Of Filth sono riusciti nella non facile impresa di sopravvivere addirittura ai propri fan, meno stoici e coraggiosi del vampiresco ensemble britannico. Divertenti per ascoltatori novelli, stracchi per il resto del popolo metal, l'accolita anglosassone sforna un album che non si sposta da coordinate stilistiche rimasticate a menadito: nessuna particolare sorpresa, qualche sussulto, sbadigli dietro l'angolo.
La title track e "Death And The Maiden" rappresentano certamente le note positive del platter. La prima, dopo un lento approccio nell'intro, sfodera scosse thrash in grado di generare un'interessante transizione, mentre il basso corposo conserva una gravità solenne, regalando la giusta atmosfera gotica all'intero brano. La seconda invece emerge angosciante, con tastiere sinistre e fragili riff acustici il cui vibrare adombra il valore transeunte della vita stessa.
Le piste residue lasciano piuttosto perplessi: l'anonima "Vengeful Spirit", ove la presenza di Liv Kristine rinnova i dubbi fasti di "Nymphetamine" declinati tuttavia in versione muscolare, la ritmica coppia siamese dall'effluvio ridondante di "Achingly Beautiful" e "Wester Vespertine", la breve e bolsa "Exquisite Torment Awaits", il goth metal prevedibile di "Heartbreak And Seance", la volenterosa e incostante "You Kow The Lion By His Claw". Una congerie di brani costruiti seguendo una furbesca e abile mistura di estremismo e svenevolezza, recitativi lugubri e refrain catchy, eteree backing vocals femminili e ruvidi schiamazzi: un manufatto pallido e levigato capace di emozionare e coinvolgere solo a tratti e in cui le bonus tracks "The Night At Catafalque Manor" e "Alison In Hell" (cover degli Annihilator) suonano pressochè pleonastiche.
Classico prodotto bombastico del Filth pensiero, il full length si incastra nella lunga discografia del combo del Suffolk senza provocare particolari scosse telluriche: sebbene la decadenza seduca e affascini, quella di Dani, lungi dall'appendere gli scarponi al chiodo, riesce a suo modo ad ammaliare senza convincere appieno, ponendosi a metà strada tra il burtonesco involontario e la fascinazione da macabro feuilleton.