Children Of Bodom 20 Years Down And Dirty Tour
22/03/17 - Live Club, Trezzo Sull'Adda


Articolo a cura di Giulia Franceschini

Anche ieri sera il Live Club di Trezzo è stato una casa per noi, nonché una garanzia. Lo scenario al nostro arrivo è il classico codone di fan in attesa che si snoda nel grigiume milanese. L'occasione di questa serata è speciale. Tocca all'Italia celebrare i vent'anni di "Something Wild", album di esordio della celebre combo finnica Children Of Bodom.

 

Ci inoltriamo nella sala in tempo per assistere alla performance degli ONI. La band canadese propone alla platea un set breve, ma sicuramente incisivo. Freschi del loro interessante debut album "Ironshore", datato 2016, portano sul palco un progressive metal che abbraccia il death, mettendo in mostra l'alto livello tecnico dei musicisti. Il Live sembra apprezzare, decisamente.

 

Si cambia scenografia e ci si sposta decisamente di genere. È il momento dei Forever Still e del loro Alternative metal. L'argentea Maja prende posto davanti all'elaboratissima asta e per tutta la durata dello show risulta essere proprio lei - con la sua potente voce - la carta vincente e la forza trascinante di questa formazione. Forse non particolarmente attinenti alla serata, ma comunque godibili, tengono in caldo il pubblico dei Bodom.

 

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Il telo dei Forever Still cade bruscamente e la morte dei Children of Bodom diventa protagonista assoluta della scena. È un tripudio di "Bodom" dal parterre, che fa da sottofondo all'ingresso della band. Alexi alza un braccio in segno di gloria e con "Deathnight Warrior" si tira un sospiro di sollievo: finalmente è arrivato ciò che davvero stavamo aspettando.

 

Riusciamo a infiltrarci abbastanza facilmente tra le prime file di un Live non stracolmo, ma il pubblico presente è in completa adorazione, nessuno sembra essere lì per caso, un segno di vero amore nei confronti di questa band che ha dato davvero tanto alla propria scena.
Con "In The Shadows" arriva anche il primo momento di interazione con il pubblico di un Alexi che si rivela essere davvero loquace e riconoscente per tutta la durata del set. È lui a ricordarci il motivo di questa festa, e si prodiga in complimenti per i suoi "Fucking crazy Italian friends", descrivendo come un privilegio la possibilità di suonare di fronte a noi presenti.
Arriviamo al primo momento topico, ovviamente, con "Needled 24/7". Basta il primo sentore del brano e il Live diventa immediatamente e completamente pogo.

 

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La band è in splendida forma, le mani di Alexi scivolano facilmente sul manico della sua chitarra, c'è un costante scambio di posto tra Henkka e Daniel che corrono forsennatamente da un lato all'altro del palco, Jaska è infallibile, e Janne è protagonista insieme ad Alexi. Nulla da aggiungere, né da temere: i Children Of Bodom sono una macchina da guerra.
La serata prosegue con altri brani tratti esclusivamente dei primi quattro lavori, materiale tra il più amato dai fan. Si salta quindi da "Something Wild" a "Hatebreeder" a "Follow The Reaper" a "Hate Crew Deathroll" dei quali vengono proposti brani come "Black Widow", una vera perla, la sempre incredibile "Lake Bodom" o "Hate Me!", che diventa un inno universale all'interno del Live.

 

L'atmosfera è a mille quando Alexi annuncia "Hate Crew Deathroll" e richiede espressamente un circle pit. Il pubblico del Live accontenta senza sforzo. Ci avviciniamo alla fine della serata, la band abbandona momentaneamente il palco, per poi tornare chiudendo il set con "The Nail" e "Towards Dead End". Con questa sfuriata finale, i ragazzi si tolgono gli strumenti di dosso, Alexi manda un dolcissimo bacio volante, e il Live lentamente si svuota, mentre ancora le mura vibrano dei grandiosi vent'anni dei Children Of Bodom.

 

Qui la gallery completa della serata: Children Of Bodom - 20 Years Down & Dirty tour

 

Setlist Children Of Bodom

 

Deadnight Warrior
In the Shadows
Needled 24/7
Black Widow
Lake Bodom
Warheart
Angels Don't Kill
Red Light in My Eyes, Part 2
Hate Me!
Downfall
Everytime I Die
Hate Crew Deathroll
Bed of Razors
Children of Decadence
Encore:
The Nail
Towards Dead End


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