Children Of Bodom
I Worship Chaos

2015, Nuclear Blast
Death Metal

"Un tripudio di tecnicismi, melodie e ritornelli furiosi che funzionano alla perfezione."
Recensione di Claudio Maroni - Pubblicata in data: 08/10/15

Dopo l'annuncio dell'abbandono di Roope Latvala, il futuro artistico dei Children Of Bodom poteva sembrare un po' incerto. Per fortuna, il nuovo album "I Worship Chaos" ha fugato ogni possibile dubbio: anche se "ridotti" ad un quartetto, la formula funziona in maniera egregia e sembra non dare spazio a nessun tipo di esitazione musicale. Alexi Lahio si è fatto carico di tutte le parti di chitarra registrate, sia soliste che ritmiche, svolgendo di fatto un lavoro a dir poco ottimo. Il sound generale è compatto, duro e cristallino, risaltando passaggi particolarmente veloci (come da tradizione) o momenti più "lenti", dove i bpm si abbassano lasciando spazio a sezioni pesantissime, capaci di far scuotere la testa all'ascoltatore come se li stesse ascoltando live (anche se magari è in pigiama che ciabatta per casa, ndr.).

 

Il disco inizia con un'immediata "I Hurt", pezzo perfetto per far comprendere all'ascoltatore che questo è un album melodic death senza compromessi. E, di fatto, si continua su questa riga fino alla fine (o almeno fino alle ultime tre bonus tracks, ma ci arriveremo): parti di tastiera molto melodiche si inanellano con riff di chitarra crudi e violenti, dando così vita ad un contrasto che riesce a tenere sempre vivo l'interesse dell'ascoltatore. Una sezione ritmica sopraffina che vede Jaska Raatikainen dietro alle pelli e Henkka Seppala al basso, saprà esaltare e supportare ogni riff, ritornello o intermezzo come si conviene. Se siete appassionati di virtuosismi (o chitarristi/tastieristi), non potrete fare a meno che adorare tutte gli unisoni, gli assolo o i "botta e risposta" che intraprendono Laiho e Wirman ("Widdershins, "Horns" e la titletrack "I Worship Chaos", sono esempi davvero degni di menzione sotto questo punto di vista).

 

Altra chicca dell'album sono le ultime tre canzoni: tre cover prese e riarrangiate in chiave Bodom. Un momento musicalmente "goliardico", dal quale però traspare tutto il talento del neo-quartetto finlandese, capaci di rendere canzoni di palese matrice rock come "Mistress of Taboo" dei Plasmatics, pop anni '80 come "Danger Zone" (pezzo reso famoso dalla corsa in moto del tenente Pete "Maverick" Mitchell nella pellicola "Top Gun") delle vere perle, o reintepretare canzoni di altri gruppi della scena death finlandese come "Black Winter Day" degli Amorphis.

 

In sostanza, il disco funziona e non accenna mai ad annoiare, anche se il genere e la durezza dello stesso potrebbe facilmente risultare "pesanti" nel modo scorretto. Consigliatissimo all'appassionato ed un buon primo ascolto per il neofita che decide di approcciarsi a questo genere. Tre quarti d'ora che sapranno intrattenere tutti, dal semplice fruitore che vuole ascoltare del metal di qualità, al musicista che cerca ispirazione per i suoi progetti personali.





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