Queensryche
Dedicated To Chaos

2011, Roadrunner Records
Prog Rock

"Dedicated To Chaos" non è esattamente l'album più riuscito dei Queensrÿche ...
Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 27/06/11

Cercare di scrivere una recensione dedicata ai Queensrÿche può essere un'operazione delicata quanto disinnescare una bomba pronta ad esplodere. Si tenga conto che questa band era un ensemble di tutto rispetto nell'ambito progressive metal, con album memorabili come "Operation: Mindcrime", "Empire", "Promised Land", con dei musicisti di tutto rispetto, capitanati da una voce tra le migliori del panorama che risponde al nome di Geoff Tate. Tuttavia, anche questa band ha avuto molti alti e bassi, culminati con l'abbandono di Chris DeGarmo, membro fondamentale nella fase compositiva della band. La vita della band va avanti, eppure dopo questo cambiamento, il gruppo di Seattle non è più stato lo stesso. Si abbandonano sonorità decise e pesanti, per virare verso melodie più rock - e sia chiaro che non c'è nulla di male in tutto questo. Si cerca un sound moderno, accattivante, con qualche passo falso. Si ritorna a proporre i fasti del primo indimenticato "Operation: Mindcrime", proponendone un secondo episodio ben lontano dalla qualità del primo. Altri due album che contribuiscono a separare ed a dividere i fan storici e non, ed ora, nel 2011, siamo di fronte a "Dedicated To Chaos".


Questo breve sommario delle vicissitudini del gruppo potranno sembrare pedanti, ma mai come in questo caso la continuità storica è utile a capire perché questo gruppo sia arrivato a questo punto. "Dedicated To Chaos" continua con una proposta dalle spiccate sonorità rock, con pochissimi accenni al progressive ed una particolare attenzione al ritmo, costruito con basso e batteria. Il ritmo, il groove è stato molto enfatizzato, pur proponendo brani molto semplici, come l'iniziale "Get Started", o la discutibile "Got It Bad", soprattutto per la qualità dei testi e delle tematiche. Uno dei pochi guizzi degni di nota di quest'album sono le conclusive "The Lie" e la pinkfloydiana "Big Noize", con qualche buona idea o intuizione dal punto di vista stilistico. Purtroppo però quest'album, nato per essere dedicato al caos che domina il mondo, suona disomogeneo, discontinuo, troppo frammentario, come se non ci fosse un filo rosso a legare tutto, un'idea d'insieme che può tenere assieme questi sedici brani. L'atmosfera è parecchio incolore, si intuisce facilmente che le idee fanno fatica ad essere sviluppate in maniera più complessa, ma paiono appena abbozzate, come ad esempio nella leggera "Around The World", o nella francamente brutta "Wot We Do". Anche i testi e le tematiche sembrano abbastanza poco sviluppati: se in "Hot Spot Junkie" l'intento di attaccare una generazione perennemente online o connessa sembra tutto sommato condivisibile, "Retail Therapy" tratta molto banalmente e bizzarramente di persone dipendenti dallo shopping sfrenato e dall'acquisto compulsivo di applicazioni per smartphone.


Quello che manca a quest'album è sicuramente un songwriting di qualità , tassello mancante nei Queensryche da almeno due lustri: non basta la sempre gradevole e convincente voce di Tate a tenere in piedi l'intera struttura dell'album. Insomma, non rimane moltissimo dopo l'ascolto di quest'album, rimane la voglia di ascoltare qualche canzone in maniera sparsa e sporadica. E' ovvio che non c'è nulla di male nel cercare di cambiare cammino, di cambiare stile. Tuttavia, reputo che sia molto importante capire quando le idee iniziano a mancare o manca il mordente nelle composizioni. Da un lato è vero che degli errori ora non cancellano in nessun modo la bellissima carriera precedente, questo però non giustifica un'uscita debole e poco convincente come "Dedicated To Chaos". Che anche loro abbiano il bisogno di ritrovare se stessi, musicalmente parlando? E' una discussione alquanto trita e ritrita per i Nostri, ma è proprio questo punto che va assolutamente risolto.





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