Gamma Ray
Hell Yeah!!!

2008, SPV
Power Metal

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 05/04/09

Questo “Hell Yeah!!!” è stato un vero e proprio parto, anticipato da una lunghissima gestazione e pubblicato con più di un anno di ritardo rispetto alla programmazione originaria. Kizmaiaz, in collaborazione con SPV, fornisce alla redazione un doppio cd live (al quale si aggiungerà in Europa un’esclusiva edizione a tre DVD, due per il resto del mondo) contenente le registrazioni audio del concerto duemilasei di Montreal, Canada, e completo di quattro tracce bonus relative all’ultimo discusso Land Of The Free pt.2, registrate a Barcellona durante la data di gennaio del tour condiviso con gli Helloween.

Ero parecchio scettico riguardo all’operazione “Hell Yeah!!!”: la copertina e la scaletta si riferiscono al penultimo album, Majestic, le registrazioni hanno più di due anni, il pensiero si riversa costantemente sul disco che verrà e il periodo d’oro dei dischi dal vivo è passato da un bel pezzo. Ma i Gamma Ray dimostrano, ancora una volta, di avere pochissimi rivali sul palcoscenico.
E poi tutto sembra essere stato studiato alla perfezione, a cominciare dagli anni novanta. “Alive 95” ha tredici anni, e la qualità del suono è imparagonabile a quella odierna; Skeleton In The Closet è molto più recente, duemilatre, ma i Raggi Gamma decisero di portare sul palco le B-Sides, brani che il gruppo suonava raramente dal vivo… da lì un doppio compact disc. “Hell Yeah!!!”, e finalmente veniamo a noi, vuole quindi apparire come un prodotto indispensabile per i fan del gruppo, puntando tutto sulla qualità sonora e su una presentazione corrente dei vecchi cavalli di battaglia supportati, in effetti, dalle migliori tecnologie audio/visive: il bersaglio è centrato.

Un concerto in perpetuo crescendo quello canadese; il gruppo tedesco conferma il suo stato di forma celestiale portando sul palco l’entusiasmo, l’allegria e l’energia che contraddistinguono tutte le realizzazioni che l’hanno coinvolto. Voglio comunicare ai presenti dello show italiano relativo al tour di Majestic, tre ottobre duemilacinque - Rolling Stone, che rivivranno per filo e per segno la serata milanese: dalla scaletta alle gag del gruppo.
Si parte con l’accoppiata Welcome/Gardens Of The Sinner e poi via col miglior repertorio degli ultimi anni senza permettersi soste: da New World Order a Man On A Mission, dal brano migliore di Majestic, Blood Religion, alla manowariana Heavy Metal Universe, allungata coinvolgendo come di consueto il pubblico. Poi il pezzo che non ti aspetti, il buon vecchio Dream Healer prima del finale catartico di The Silence: un brano che non invecchia mai.
Il primo disco vola via che è un piacere, Henjo Richter è certamente il raggio più in forma dei quattro (cinque col tastierista turnista) e i suoi assoli attualizzati esaltano e divertono, Kai Hansen alterna momenti vocali alla Michael Kiske e fasi meno gradevoli, gracchiando o scendendo di tono su un paio di colossi gammarayani. Il secondo cd è anche meglio del primo, basti ascoltare la versione integrale di Rebellion In Dreamland (per il sottoscritto IL capolavoro di Hansen) e le cavalcate epiche di Valley Of The Kings e Land Of The Free. Apprezzerete il ritorno in auge di I Want Out e il finale muscoloso/atmosferico di Send Me A Sign. Ci sono altri brani in fondo, giusto per restare aggiornati senza scontentare la cerchia di sostenitori: i quattro riferimenti al recente Land Of The Free pt. 2, materiale non irrinunciabile ma ben accetto.

Non credo si possa chiedere di più ad un prodotto del genere, se non un pubblico più partecipe di quello canadese, timido al cospetto di Kai Hansen & Co. La produzione teutonica di “Hell Yeah!!!”, credetemi, è meglio dello stesso Majestic, che presupponeva una inspiegabile impostazione finnica. I brani di quel disco, oggi, sono più accesi e vivaci di un tempo.
La quintessenza del power/heavy metal è tutta qui, racchiusa in un doppio disco che riassume quanto di buono è stato fatto attraverso un genere che da sempre gode di attenzioni ma soffre di altrettante disattenzioni: è il momento di recuperare il tempo perso. Lunga vita ai Raggi Gamma.




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