Samuel Johnson, poeta, scrittore e drammaturgo inglese, diceva che chi è stanco di Londra è stanco della vita. Chi però non sembra pensarla così è Steve Hackett: dopo lo Shepherd's Bush Empire ("Fire & Ice", 2011), l'Hammersmith Apollo ("Genesis Revisited: Live At Hammersmith", 2013) e la mitica Royal Albert Hall ("Genesis Revisited: Live At The Royal Albert Hall", 2013), l'ex Genesis ha pensato che il nuovo live meritasse, diciamo così, una location alternativa. La parola Liverpool nel titolo rende tutto più chiaro, perché la città dei Beatles ricopre per lui un grande valore simbolico. Sappiamo quanto determinante sia nella musica di Hackett il tema del viaggio come fonte di ispirazione: ci raccontò circa un anno fa,durante la promozione di "Wolflight", di un suo viaggio a Liverpool che gli aveva fornito lo spunto per il brano "Black Thunder", presente proprio nell'ultima release. Oltre che una città portuali fra le più grandi al mondo, Liverpool è stata per molti anni un punto nevralgico per il commercio degli schiavi. Oggi, a memoria di quell'infausta stagione, la città ospita il Museo della Schiavitù, un luogo i cui contenuti hanno lasciato segni evidenti sull'ex Genesis.
Ben oltre gli aspetti simbolici, "The Total Experience Live In Liverpool" resta il doveroso tributo a una tourneé che ha rinvigorito la carriera solista del buon Hackett, da alcuni anni limitata all'ambizioso "Genesis Revisited": un vero peccato, considerati i trascorsi di una discografia ricca di spunti pregevoli. Il merito va ovviamente all'ultimo arrivato, quel "Wolflight" entrato prepotente nelle charts di UK e Germania, nonché nella parte alta della sua discografia. Con la tournée che ne è seguita, dal titolo quanto mai esplicativo "From Acolyte To Wolflight To Genesis Revisited" Steve Hackett ha ripercorso le tappe più significative della sua carriera, dai fulminanti esordi di "Spectral Mornings" e "Voyage Of The Acolyte" fino ai giorni nostri, senza tralasciare l'epoca d'oro dei Genesis. Un'esperienza totale nel vero senso della parola, supportata dalla pubblicazione integrale del concerto su doppio DVD. Quasi superfluo sottolineare la qualità delle riprese (rigorosamente multicamera) e delle registrazioni, di certo regia e location hanno avuto un ruolo importante ma chi ha potuto ascoltare Hackett dal vivo converrà che la perfezione è da sempre un elemento di forza nei live acts del chitarrista inglese. Anzi, se c'è un appunto che si potrebbe muovere è giusto l'eccessiva fedeltà dei pezzi alle versioni originali, che poco spazio lascia all'improvvisazione. Piuttosto, a fare la differenza è l'interpretazione: magistrale quella di Amanda Lehmann sulla "Shadow Of The Hierophant" dal debutto "Voyage Of The Acolyte", così come il vocalist Nad Sylvan si mostra a suo agio con il repertorio dei Genesis grazie anche a un timbro vocale che richiama direttamente quello di Peter Gabriel. "The Cinema Show" , "Get 'Em Out By Friday" e "Can Utility And The Coastliners" sono il regalo più prezioso che si potrebbe fare a quella parte di pubblico Genesis dipendente, ma se Steve Hackett oggi ha ancora qualcosa da dire lo deve alle sue divagazioni artistiche che passano da "Everyday", "Jacuzzi", "Icarus Ascending" e i numerosi estratti da "Wolflight".
Steve Hackett non ha mai smesso di incarnare lo spirito del progressive rock, ma sarebbe meglio dire di un artista in progressione, una condotta che l'ha portato a più riprese a tenere un profilo basso, talvolta quasi ai limiti dell'anonimato. Il risultato è che oggi può permettersi di servire tutto nello stesso piatto, passato e presente, per la gioia di noi buongustai. Per cui poche chiacchere e buon appetito a tutti.