Asia
Gravitas

2014, Frontiers Records
AOR

Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 19/04/14

Esponenti della cosiddetta categoria dei "supergruppi", gli Asia sono una di quelle band che meglio ha saputo tenere fede, nel corso degli anni, alle proprie premesse. Formatisi nel 1980 e subito saliti agli onori grazie allo splendido debutto omonimo, (quello della hit "Heat Of The Moment" presente in tutte le compilation dei mitici eighties), John Wetton, Carl Palmer, Steve Howe e Geoff Downes hanno sfornato dischi di qualità e quantità con cadenza pressoché regolare. Le melodie ariose, gli arrangiamenti ricercati, la cura dei dettagli e della produzione sono i marchi di fabbrica di uno stile che si propone di volta in volta con le caratteristiche di sempre. A distanza di due anni da "XXX" tornano con il nuovo "Gravitas", anche stavolta sotto l’egida della instancabile Frontiers Records. Poco sembrerebbe cambiato in seno alla band inglese, le atmosfere del nuovo singolo "Valkyrie" (accompagnata da un bellissimo video promozionale) sono quelle rarefatte degli anni ’80, ma se pensate che il disco sia il solito pastiche melodico intriso di nostalgia, detto in senso non dispregiativo, correte un grosso errore. Questa volta John Wetton e soci riescono in parte a smentirci: "Gravitas" è pervaso da una spinta progressiva, i brani non sono soltanto l’ennesima corsa al refrain accattivante, cosa che peraltro agli Asia riesce benissimo, ma concedono interessanti progressioni musicali. Un passato quello dei membri della band britannica, che riaffiora quindi prepotente negli otto minuti della title track, su "I Would Die For You" e "Joe Di Maggio’s Glove", mentre i restanti brani sono un saggio alternarsi di potenziali hit costruite con il gusto e l’abilità che caratterizza gli Asia. L’ingresso del giovane e talentuoso chitarrista Sam Coulson costituisce infine la classica freccia in più nell’arco di una band che non sembra aver perso lo smalto degli anni migliori. Un gradito ritorno.





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