Blues Pills
Holy Moly!

2020, Nucleat Blast
Blues Rock

Recensione di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 23/08/20

Dopo due album da applausi e un avvio scintillante, i Blues Pills tornano in pista con il terzo lavoro in studio, probabilmente il più complicato della loro finora breve, quanto intensa, carriera. Prendendo larga ispirazione dal rock anni '60 ("Blues Pills") e '70 ("Lady In Gold"), il quartetto è riuscito a creare un sound fresco e genuino, capace di dire qualcosa anche 40 anni dopo, senza risultare una copia sbiadita dei grandi maestri dell'epoca. L'abbandono del chitarrista Dorian Sorriaux, con conseguente spostamento di Zack Anderson alla chitarra (qui la nostra recente intervista) e l'ingresso di Kristoffer Schander al basso, non deve aver facilitato la creazione di "Holy Moly!", che a detta della stessa band, è il risultato di un periodo buio e difficile, con un risalita finale verso la luce e una nuova speranza.

 

L'album si presenta più dark rispetto ai precedenti già a partire dalla magnifica copertina e prosegue nel dare questa impressione anche analizzando suoni e tematiche, questa volta più personali che mai. Anche in questo caso la produzione, curata dalla band stessa, riesce a dare freschezza e credibilità a sonorità che, se trattate in altro modo, potrebbero facilmente cadere nello stantio. Questo rischio viene scongiurato fin da subito dall'opener "Proud Woman", un inno di protesta, cantato con rabbia da Elin Larsson, arma in più di "Holy Moly!". La cantante riesce infatti a impersonare tutte le sfumature dell'album, rendendolo più vario rispetto ai precedenti, ma allo stesso tempo coeso e coerente.

 

Se infatti le scalpitanti accelerazioni di "Low Road" richiamano i primi accenni di heavy metal, nel lotto sono presenti anche diverse ballate, che alleggeriscono l'atmosfera senza perdere il fil rouge che collega tutti i brani. Tra gli inserti melodici, degni di nota sono "Wish I'd Known" e la conclusiva "Longest Lasting Friend", nella quale le roboanti distorsioni vengono messe da parte, in favore di arpeggi melodici e una performance vocale da applausi. "California" viene invece intrisa di un sentimento nostalgico e riesce a infiammare cuore e anima. Dall'altro lato troviamo invece pezzi più energici come "Dreaming My Life Away", breve quanto efficace e orecchiabile, "Rhythm In My Blood", descritta perfettamente dal titolo, e il singolo "Kiss My Past Goodbye". I Blues Pills danno però il meglio con "Bye Bye Birdie", fantastico brano in crescendo nel quale tutta la tensione accumulata inizialmente esplode in una parte centrale da brividi.

 

I Blues Pills sono più vivi che mai e, nonostante tutte le difficoltà sorte nell'ultimo periodo, si confermano come una band coesa e aperta ai cambiamenti. "Holy Moly!", oltre ad essere un album affascinante, equilibrato e ben prodotto, è la dimostrazione di quanto il quartetto abbia imparato finora; novità e solide certezze vengono affiancate con facilità e rendono questo lavoro un nuovo punto di partenza per la band. Considerata l'esplosività delle loro esibizioni, ci auguriamo per poter ammirare presto i Blues Pills dal vivo; nel frattempo, questi nuovi 11 pezzi appena serviti sono pronti per essere gustati.





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