Blues Pills (Zack Anderson)
Dopo l'abbandono del chitarrista Dorian Sorriaux, i Blues Pills sono tornati con il nuovo "Holy Moly!", senza tradire le aspettative. Abbiamo parlato con Zack Anderson, passato ora dal basso alla chitarra, riguardo la composizione di questo lavoro e i programmi futuri della band in questo periodo così surreale.
Articolo a cura di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 19/08/20

Si ringrazia Federico Barusolo per la collaborazione

 

 

Ciao Zack, bentornato su SpazioRock! Sono passati 3 anni dall'ultima volta che vi abbiamo avuto sulle nostre pagine, quindi prima di tutto vorrei chiederti come stai.

 

Ciao! Sto bene, grazie! Di recente personalmente non è successo moltissimo, visto il Coronavirus e tutta la situazione che si è venuta a creare. Ho passato la maggior parte del mio tempo a casa, come tutti.

 

Sì, è un periodo davvero surreale. A questo proposito, la pubblicazione del vostro nuovo album "Holy Moly!" è stata spostata di alcuni mesi e finalmente a breve uscirà. Come ti senti a riguardo? Come credi che si sia dovuta adattare l'industria musicale a questa situazione?

 

Non è stato semplice per noi, inizialmente l'album doveva uscire proprio nel pieno della pandemia quindi è stato uno shock, ovviamente non ce lo aspettavamo. Abbiamo dovuto rimandare tutto, ma purtroppo questa situazione è uguale per un sacco di altri artisti. Inoltre c'è anche stato un grosso impatto anche a livello di promozione degli album perché ovviamente il modo più immediato e più usato di promuovere una nuova pubblicazione sono i concerti, ma siccome ora è tutto fermo bisogna adattarsi e trovare nuovi modi. È una situazione molto strana.

 

Parlando dell'album, Dorian ha lasciato la band due anni fa e si può dire che abbiate avuto due cambiamenti in line up: tu ti sei spostato dal basso alla chitarra, mentre Kristoffer è entrato nella band come bassista, prende quello che era il tuo posto. Considerando questo aspetto, com'è cambiato il processo di scrittura?

 

In realtà il processo di scrittura non è cambiato molto e non è stato tanto influenzato dalle modifiche della line up. Abbiamo deciso di non prendere un altro chitarrista perché oltre al basso suono anche la chitarra e a livello di scrittura dei brani, partecipo attivamente a questo processo dagli inizi. Quindi l'unica differenza per me è stata il dovermi concentrare di più sul mio nuovo ruolo.

 

bluespillsband

 

Questo è il primo album di cui siete anche produttori. Com'è andata da quel punto di vista? Avete trovato difficoltà?

 

Di sicuro è stata una sfida il dover prendere da soli tutte le decisioni riguardo l'album e le canzoni, dipende tutto da te e non c'è nessuno che può darti opinioni o dirti se è d'accordo o meno con quello che stai facendo. Ma allo stesso tempo è sicuramente un'esperienza che aiuta a crescere anche come musicista e compositore e che ti permette di imparare molte cose che saranno utili in futuro.

 

Parlando invece dell'artwork, trovo davvero magnifica la copertina dell'album. Com'è collegata alle canzoni?

 

Il soggetto che abbiamo usato per la copertina esisteva già, non è stato realizzato appositamente per l'album, però l'abbiamo scelto perché rappresenta dei sentimenti che abbiamo ritrovato in molte delle canzoni che abbiamo scritto per questo album.

 

Uno dei singoli che avete pubblicato in precedenza è "Low Road", che secondo me è uno dei brani migliori dell'album, non solo dal punto di vista musicale, ma anche da quello lirico, con il testo che richiama il tema della saluta psicologica. Puoi raccontarci qualcosa a questo proposito?

 

"Low Road" è un brano scritto dalla nostra prospettiva, ma anche dalla prospettiva di persone a noi vicine, come amici o conoscenti. Non credo ci sia un motivo preciso per cui abbiamo deciso di trattare questi temi, ma il punto è che forse diventa più semplice scrivere di qualcosa quando questo ti fa stare male e tutto è alimentato da pensieri e sentimenti negativi.

 

bluespillszach

 

Passando invece ad altro, siamo nel 2020 e ancora oggi troviamo ovunque episodi di disuguaglianza, razzismo e ingiustizie sociali. Quale pensi che possa essere il ruolo della musica verso questi fenomeni?

 

Credo che i musicisti abbiano una sorta di responsabilità nel sensibilizzare le persone verso certi argomenti, avendo la possibilità di arrivare a molte persone ed essere ascoltate.

 

Sfortunatamente ci sarà ancora un lungo periodo senza concerti ed è davvero strano pensare ad una band così energica costretta a stare lontana dal palco per così tanto tempo. Su cosa vi concentrerete maggiormente nei prossimi mesi senza show?

 

Di sicuro continueremo a suonare e provare insieme e cercheremo anche di lavorare su nuova musica. Inoltre, in mancanza del tour, ci tenevamo a dare qualcosa in più ai fan dopo l'uscita dell'album e quindi pubblicheremo più video rispetto alle altre volte e quando l'album uscirà faremo una diretta streaming per festeggiare la pubblicazione.

 

E invece state già programmando un tour per il prossimo anno?

 

Non sappiamo ancora cosa succederà l'anno prossimo e come si evolverà la situazione, quindi per questo motivo stiamo un attimo temporeggiando per capire poi cosa fare e come muoverci.

 

Ok, questa era l'ultima domanda, grazie mille per questa intervista! Ti va di lasciare un messaggio ai fan italiani?

 

Certo, spero che ascolteranno "Holy Moly!" e che lo apprezzeranno!




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