Aerosmith: i video simbolo di intere generazioni
Dalla trasgressione di "Livin' On The Edge" al successo universale di "I Don't Want To Miss A Thing"


Articolo a cura di Marilena Ferranti - Pubblicata in data: 18/06/17

E' il 6 novembre 1970 e siamo nella palestra della Miscoe Hill School di Mendon, Massachusetts. La madre di un ragazzino con la passione per la chitarra di nome Joe (Perry) si è data da fare per organizzare un concerto alla band di alcuni amici del figlio. All'epoca la scuola era conosciuta come Nipmuc Regional High School e alla chitarra ritmica della band c'era Ray Tabano che venne rimpiazzato da Brad Whitford un anno dopo. Il biglietto costa meno di 1 $ e il cantante, un certo Steven Tallarico, acciuffa una T-shirt da un armadietto (non suo) negli spogliatoi poco prima dello show per indossarla sul palco. La band si fa chiamare Aerosmith ed è subito chiaro che ci sia del talento in procinto di sbocciare.


E' così che inizia la storia di una delle più turbolente, longeve e iconiche formazioni della storia del rock. 47 anni e 150 milioni di dischi dopo, gli Aerosmith hanno raccolto successi e riconoscimenti a non finire, ma alcuni di questi in particolare sono valsi alla band una peculiarissima identità "cinematografica" oltre che musicale. Pensiamo per esempio all'MTV Movie + TV Award vinto nel 1999, o all'MTV Movie Award (categoria Best Movie Song - Armageddon del 1998) per "I Don't Want To Miss A Thing" o all'MTV Video Music Award (VMA) vinto nella categoria Best Rock Video nel 1998 per il videoclip di "Pink".


Secondo i testi ufficiali, il primo videoclip musicale della storia fu "Bohemian Rapsody" dei Queen, del 1975. In realtà, già negli anni sessanta, alcuni artisti nostrani giravano degli "accompagnamenti video" per le loro canzoni ma fu col video dei Queen che prese piede un vero e proprio "culto dell'immagine" delle band, fenomeno che toccherà il suo apice a fine anni '90 con le boyband. Un prodotto confezionato ad hoc, un messaggio che trascenderà la musica per dare più spazio alle immagini e fare concorrenza alle pellicole cinematografiche - basti pensare alla complessità del videoclip di "Thriller" di Michael Jackson, girato da John Landis o a "Video Killed The Radio Star" dei Buggles - il primo video trasmesso dall'emittente televisiva MTV - o a "Take On Me" degli A-HA del 1985, fortemente impregnato dei primissimi effetti della computer grafica che gettò le basi per l'utilizzo di vere e proprie sceneggiature.
 

I video realizzati dagli Aerosmith divennero così popolari da lanciare le carriere cinematografiche dei protagonisti che vi comparivano. Quali sono i segreti, le curiosità e le motivazioni per le quali questi pezzi, che hanno preso vita attraverso cortometraggi, sono diventati simbolo di una generazione? Ecco i 5 esempi secondo noi più rappresentativi.

 

"Livin' On The Edge" (1993) - un video di denuncia

 

r10077631183510634Canzone del 1993 e primo singolo estratto da "Get A Grip", è anche uno dei pezzi più attenti ai problemi sociali e ai temi più controversi del tempo nella storia del gruppo. Il testo fa riflettere su moltissimi argomenti tutt'ora attuali, dal razzismo alla violenza alla religione e il testo è un susseguirsi di frasi emblematiche come: "There's somethin' wrong with the world today" ..."We're seein' things in a different way and God knows it ain't his"..."If you can judge a wise man by the color of his skin". Il videoclip (diretto da Marty Callner) è caratterizzato da alcune scene non propriamente adatte a qualsiasi pubblico: vediamo infatti uno sconvolgente susseguirsi atti di vandalismo (ragazzine sui pattini che sfasciano le auto parcheggiate con mazze da hockey), furti d'auto, sesso non protetto, violenza tra giovanissimi e Tyler che appare completamente nudo con il corpo diviso a metà da una lunga cerniera che lo fa sembrare metà nero e metà bianco mentre Joe Perry esegue il suo assolo sui binari mentre è in arrivo un treno che il chitarrista scansa all'ultimo secondo. Innovativi anche gli effetti speciali e iconica la presenza dell'attore Edward Furlong, celebre per aver interpretato John Connor nel film "Terminator 2 - Il giorno del giudizio". Il video valse alla band il "Viewer's Choice" agli MTV Video Music Awards del 1993. Stupefacenti le scenografie (la band suona in un deposito di macchine abbandonate) e gli effetti speciali. Molto forte il finale coi due ladruncoli che, a bordo dell'auto appena rubata, decidono incoscientemente di provare l'effetto che fa andare a tamponare un'altra auto a tutta velocità mentre in una stanza anonima un paio di gambe affusolate si infilano dei collant e l'inquadratura indugia lentamente sui piedi, le caviglie, per poi salire e scoprire che in realtà, il corpo che sembrava quello di una bellissima donna, appartiene ad un giovane uomo che si ammira allo specchio.

 

"Crazy" (1994) - la power ballad dei teenagers ribelli

 

aerosmith001Una delle power ballads più iconiche nella storia della band che vede la partecipazione del celebre produttore e autore Desmond Child. Ultimo singolo di "Get a Grip", raggiunse la posizione numero 17 della Billboard Hot 100. Il video, diretto ancora da Marty Callner, fu uno dei più richiesti e popolari su MTV e vi presero parte l'attrice Alicia Silverstone, alla sua terza apparizione in un video degli Aerosmith e Liv Tyler (figlia di Steven) in veste di protagoniste di un road movie ad alto tasso erotico compresso in soli 6 minuti. Il tutto ha inizio con Alicia in uniforme scolastica, con tanto di calzettoni, che si nasconde nel bagno delle ragazze per poi evadere dalla finestra mentre le si solleva la gonna e la telecamera indugia sulla sua biancheria intima sexy. Una volta fuori, raggiunge di corsa l'auto parcheggiata e, con l'amica e complice (Liv Tyler, altra icona sexy degli anni '90) inizia una tanto agognata fuga verso la libertà a bordo di una decapottabile sulla quale le due si spogliano; Alicia guida senza mai tenere le mani sul volante né allacciarsi la cintura e si susseguono situazioni ammiccanti nelle quali le ragazze, sfruttando il loro aspetto, svaligiano negozi e circuiscono uomini per poi finire in uno strip club. Qui Liv si improvvisa ballerina di lap dance e una veramente poco credibile Alicia, travestita da uomo, la osserva seduta ad un tavolo; bellissima la sovrapposizione scenica di Steven che esibisce le sue caratteristiche movenze nelle scene live della band mentre Liv gli fa il verso replicandole dal palco del club. La sensazione di assoluta ribellione e libertà racchiuse in questi pochi minuti filmati hanno contribuito a rendere la canzone un vero e proprio fonte di ispirazione per tutti i teenagers dell'epoca.

 

"Walk This Way" ft. Run DMC (1986) - il singolo che cambiò la definizione di genere musicale

 

cbd71b4ad948ca1145b302d993e4966b_395Quando il manager degli Aerosmith Tim Collins rispose alla telefonata di Rick Rubin all'inizio del 1986, per un attimo rimase confuso. Rubin era un giovane produttore hip-hop dell'etichetta Def Jam e aveva avuto un'idea a dir poco visionaria: voleva registrare una cover rap del secondo singolo estratto dall'album "Toys in the Attic" del 1975 che raggiunse il decimo posto di Billboard nel 1977 ma in collaborazione con i Run-DMC. Collins lo interruppe quasi subito per chiedere un piccolo chiarimento: "Che cos'è il rap?"
I Run DMC erano un promettente trio composto da Run (Joseph Simmons), il fratello adolescente di Russell Simmons DMC (Darryl McDaniels) e DJ Jam Master Jay (Jason Mizell). Dopo un primo momento di smarrimento e perplessità, nel 1986 le due band si riunirono ai Magic Ventures studio di Manhattan per la realizzazione di un progetto che sarebbe costato $8,000 al giorno. Nell'autobiografia degli Aerosmith viene raccontato quel primo incontro tra mondi contrapposti così intriso di assurdi pregiudizi: «Run, D e Jay se ne stavano in un angolo tutti concentrati e Steven chiese a Joe che cosa pensava stessero facendo. Joe rispose: "probabilmente stanno fumando del crack". La verità è che stavano divorando del cibo di Mc Donald's». Le due band vennero disposte in scena in quelle che sembravano due sale prove adiacenti e tra loro doveva sembrare fosse in atto una vera e propria guerra sonora. Poi Tyler avrebbe simbolicamente sfondato la parete alludendo alla fusione tra i due generi/le due etnie e le due band avrebbero infuocato il palco di un teatro davanti ad un pubblico in delirio. I Run-DMC grazie a questo video fecero il loro grande salto nel mondo di MTV (la rotazione arrivò a due volte ogni ora) e gli Aerosmith beneficiarono di questo momento crossover impattando anche sulle vendite del successivo "Permanent Vacation" che vendette 5 milioni di copie (10 volte tanto il precedente).

 

"Pink" (1997) - la celebrazione della diversità

 

41f6wqvwqhl"Il mondo è bello perchè vario" sembra essere il concept dietro questo ipertecnologico e iconico video che celebra la diversità tra persone. Il singolo estratto da "Nine Lives" arrivò alla posizione 27 nella Billboard Hot 100 e rimase in prima posizione nella Mainstream Rock Tracks per quattro settimane. Esistono due versioni del video: nella versione non censurata c'è una donna con una tuta blu che cammina vero la camera che per un brevissimo istante mostra il seno. Questa versione venne giudicata troppo audace per MTV e venne chiesto alla band di creare una versione più soft adatta anche al daytime. Il video inizia con Tyler che suona l'armonica e quel che ne segue è tutto all'insegna dei falsi miti e delle apparenze distorte: vediamo Perry che si lava la faccia pensando di guardarsi allo specchio, Whitford che indossa gli occhiali e si traveste da pilota, Joey Kramer che cammina incontro alla telecamera fino a mostrarsi in un primissimo piano. Il video è inoltre un trionfo di effetti speciali, come Steven che canta il primo verso nel corpo di un bambino travestito da coniglietto mentre appaiono in sequenza personaggi casuali ma alludenti a stereotipi che andrebbero cambiati. Per esempio sfilano una donna vestita da biker, un'anziana che mostra la sua elasticità e forza fisica... e poi iniziano una serie impressionanti di morphing, durante i quali Tyler diventa una donna, un uomo, un wrestler, uno scheletro, una ballerina, un nano, un aborigeno e un lottatore di sumo. Gli anni '90 furono il vero e proprio festival del video musicale e artisti come il già citato Michael Jackson, Madonna e Peter Gabriel diedero il via a collaborazioni pazzesche con registi del calibro di David Fincher, Jonathan Dayton e Valerie Faris per rendere ogni singolo videoclip un tripudio di riprese spettacolari e incredibili effetti speciali. Forse il più celebre effetto morphing della storia dei video clip è da ricondurre al video di "Black or White" di Michael Jackson ma fu questo video degli Aerosmith a vincere l'award come Best Rock Video nel 1998.

 

"I Don't Want To Miss a Thing" (1998) - quando la colonna sonora bissa il successo del film

 

 

Diane Warren, un nome che probabilmente suona sconosciuto ai più, giocò un ruolo a dir poco fondamentale in un momento della carriera di questa band che durante la produzione di "Armageddon" (protagonista del film era Liv Tyler, figlia di Steve) tra il 1997 and 1998, non si aspettava certo di avere tra le mani quella che sarebbe diventata una delle canzoni di maggior successo della formazione. La band aveva appena rilasciato "Nine Lives" un album che aveva fatto bene come vendite, ma aveva ridotto all'osso le energie di tutti, non certo le migliori premesse per buttar giù la canzone più rappresentativa della colonna sonora. Uno dei pezzi grossi dell'etichetta suonò alla band alcuni brani che erano già stati imbastiti da altri autori, e "I Don't Want to Miss a Thing", scritta appunto dalla Warren, catturò subito l'attenzione di tutti. Diane non era certo nuova alla creazione di capolavori musicali, anzi, è una delle più premiate autrici di successi planetari come "Blame it on the Rain" - Milli Vanilli, "Could I Have This Kiss Forever"- Whitney Houston e Enrique Iglesias, "I'd Lie For You (And That's the Truth)" - Meat Loaf, "If I Could Turn Back Time" - Cher, "Love Cuts Deep" - Michael Bolton, "When I See You Smile" - Bad English. La canzone però era stata pensata per un'interprete femminile, solo piano e voce. La stessa Warren spiegò che l'aveva immaginata cantata da Celine Dion, ma l'etichetta era curiosa di sentire come sarebbe venuta eseguita da una rock band e così gli Aerosmith prepararono una demo. Il resto è storia: una produzione esagerata con un'orchestra di 52 elementi, la più grande hit degli Aerosmith nella US Hot 100 e la loro unica numero 1 per ben 4 settimane del settembre del 1998. Il video è un bellissimo walzer tra spezzoni del film e scene della band che suona su di un palco allestito in una centrale operativa della NASA (che poi diventa la piattaforma di lancio dello shuttle sul quale si imbarcano i protagonisti) con un utilizzo sapiente delle luci fredde che ricordano l'oscurità dell'universo contrapposte a quelle calde delle sequenze originali della pellicola in cui Liv (figlia biologica di Steven) guarda il padre sui monitor nelle scene in cui nel film appare in realtà il suo padre cinematografico (Bruce Willis). La struggente storia d'amore tra i protagonisti si sposa alla perfezione con l'intensità emotiva e l'interpretazione eccezionale della band, condita da un film in cui la salvezza di molti è come sempre in mano a pochi nel nome dell'eroismo.




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