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Sentinels – Collapse By Design

La mole di musica che esce al giorno d’oggi è talmente grossa che è difficile sbarrare gli occhi per la sorpresa durante un ascolto, ed è allo stesso modo molto facile smarrire piccole gemme in un tal marasma vorticoso. Ma quando i giovani Sentinels imbracciano gli strumenti, si elevano in aria come bengala, ti entrano nel cervello come un chiodo arrugginito, lo spremono e lo rivoltano a loro piacimento. “Collapse By Design” è il titolo dietro il quale si nasconde il debut di una giovanissima band del New Jersey, abile, ultratecnica, col groove nelle piastrine. Dai singoli pubblicati nel corso di questi mesi, le premesse per un lavoro enorme c’erano, le aspettative anche, ma c’è qualcosina che limita le nostre grida di gioia a decibel sostenuti: scopriamolo insieme.

“Collapse By Design” è intricato, pesante, altamente complesso. Gettarsi nel suo labirinto equivale ad essere abbandonati in un gigante capannone dai corridoi pieni di specchi e senza via d’uscita: l’ascolto è claustrofobico, spezza il fiato, preme costantemente sulle meningi, soprattutto al primo giro di disco sul piatto. I Sentinels mescolano carte di mazzieri più esperti (The Contortionist, Meshuggah, Alpha Wolf), giocandole secondo articolati schemi di poliritmie fatte in casa, studiate e messe in pratica da un assetto strumentale tecnicamente pazzesco. Un viaggio che sarebbe quasi impossibile descrivere in tutte le sue tappe, senza ritornelli, senza punti di riferimento: siamo totalmente abbandonati, senza protezione, in un imprevedibile bombardamento che mira da una parte e colpisce dall’altra.

Si potrebbero descrivere momenti, immagini, ricordi post comatosi, come il delirio in chiave djent di “Comfort In Familiar Pain”, dalle mitragliate iniziali al riffing acido, arrugginito che compone sprazzi del suo arzigogolato svolgimento. “Albatross” si apre come il cielo dopo una tempesta, evolvendo la cupezza in apertura verso uno schiarimento d’atmosfera che parte dalle note pulite di Chris Dombrowski. È in questi casi che si sente la notevole influenza degli Animals As Leaders, come nello splendido solo di “Tyrant”, dove il progressive metal accarezza il corposo sapore del groove; gli attimi di tregua sono pochi, e la sola “Solitude” non è sufficiente per frenare il gioco di terrore degli statunitensi.

Saremo franchi: arrivare alla conclusiva “Atlas” sarà alquanto complicato ad un primo ascolto. Dodici tracce in cui tutte le strutture e i canoni del songwriting vengono bruciati come sterpaglie al chiaro di luna, tutto sembra seguire un criptico ed incomprensibile modo di svilupparsi, senza appigli di sorta. È per questo che “Collapse By Design” ci ha lasciato, nella sua maestosità, un po’ di amaro in bocca: i Sentinels hanno voluto spingersi veramente tanto lontano, perdendo di vista il faro per il ritorno, navigando in acque agitate e sfruttando la loro grandissima tecnica strumentale, forse anche più del dovuto, andando così a trascurare i momenti di respiro e l’emotività delle tracce. Detto ciò, la delusione è ovviamente riconducibile alle aspettative forse troppo alte ed è, quindi, un rammarico ridimensionato dal fatto che “Collapse By Design” rimane un ottimo album che necessita di tanti, tanti ascolti per essere assimilato nella sua interezza. Siamo sicuri che a molti sarà assolutamente indigesto, ma provarci è d’obbligo: i Sentinels sanno il fatto loro e, una volta trovata la chiave di lettura nel mazzo, rimarrete incastrati a vita.

Tracklist:

01. Epitaph
02. Inertia
03. Comfort In Familiar Pain
04. Embers
05. Albatross
06. Desecration (Isolation)
07. Solitude
08. Tyrant
09. To Wither Away
10. Coalescence
11. Obsolete
12. Atlas

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