Rage (Peavy Wagner)
Siamo stati raggiunti telefonicamente dal leader dei Rage, Peavy Wagner, per esplorare a 360° il mondo di una delle band più in forma negli ultimi anni.
Articolo a cura di Marco Ferrari - Pubblicata in data: 17/02/10

Ciao Peavy, innanzitutto benvenuto sulle pagine di SpazioRock, è un vero piacere poter parlare con te della storia dei Rage e, ovviamente, del vostro nuovo album “Strings To A Web”.


Grazie a te Marco.


Vorrei iniziare immediatamente parlando del vostro nuovo disco che trovo, senza giri di parole, semplicemente fantastico. E’ una nuova pietra miliare nella vostra incredibile carriera. Il disco sembra essere una perfetta rappresentazione di quanto avete fatto nei vostri venticinque anni di storia in quanto troviamo tutti gli elementi che vi hanno fatti grandi: è ricco di heavy metal, di power, di metal sinfonico, di thrash, di prog e addirittura di rock. Questo ampio spettro musicale ha corrisposto ad una vostra precisa scelta?


Nei venticinque anni di carriera con i  Rage abbiamo sperimentato molti generi ed è grazie a queste variazioni che siamo migliorati e siamo cresciuti come artisti. Il fatto di diventare musicisti migliori ci ha poi stimolato a spingerci sempre più nelle sperimentazioni e credo che la descrizione che hai fatto del disco sia perfetta: è una sorta di riassunto di una vita spesa per la musica ed è sia un punto di arrivo che un nuovo punto di partenza per noi.


Il brano che preferisco del disco è senza dubbio la lunga suite, “Empty Hollow”. Come nasce un brano così complesso e meravigliosamente articolato?


So che può sembrare strano, ma è nata in maniera molto semplice e veloce. Victor (Smolsky, ndm) stava improvvisando è gli è venuta fuori la melodia del brano, a questo punto ha dato sfogo alla sua straordinaria ispirazione per mettersi lì a comporre tutti i diversi passaggi e a scrivere la parte relativa alle orchestrazioni. Per l’occasione ha preso ed è andato in Russia, a Minsk dove è nato e dove vive la sua famiglia. Questa città è anche nota per la sua orchestra, che negli anni è anche diventata la “nostra orchesta”, la Lingua Mortis Orchesta, e ha avuto quindi l’opportunità di arrangiare e registrare direttamente l’orchestra il che ci ha permesso di avere un sound così bello e potente.


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Altri brani che non posso non citare sono “The Beggar's Last Dime” e soprattutto “Hellgirl”,  che è una stupenda canzone hard rock, che mi ricorda molto il sound di band quali i W.A.S.P. Da dove nasce questa apertura nei confronti dell’hard rock?


In effetti non so da dove sia nato questo desiderio di provare a cimentarci con l’hard rock. Probabilmente il tutto nasce dal fatto che Andrè (Hilgner, ndm) è un gran fan dei Motley Crue e di Tommy Lee.


Un altro aspetto molto positivo del disco riguarda te ed il tuo modo di cantare che è molto vario e si sposa alla perfezione con i diversi stili e le diverse atmosfere che si respirano nell’album. E’ stato impegnativo per te essere così vario e mutevole?


No, devo ammettere che è stato sia molto divertente che molto interessante. Mi sono messo lì è ho cercato il feeling con ogni singola canzone cercando di trovare il modo migliore per interpretarla. Il tutto è stato molto naturale e si è sviluppato bene, con la musica che mi ispirava a ricercare il giusto stile canoro per esprimerla al meglio.


Sfortunatamente il promo in mio possesso non ha il booklet con i testi. Puoi parlarci velocemente delle liriche e del messaggio generale che c’è dietro “Strings To A Web”?


Innanzitutto devo dire che non si tratta di un concept album, ma ogni brano tratta di un argomento specifico e come sempre i temi sono una trasposizione degli eventi e delle emozioni della mia vita.


Ora vorrei parlare un attimo dell’attuale formazione dei Rage. Quanto è importante, per l’economia della band, poter contare su di un musicista completo, nonché  grande chitarrista, come Victor Smolsky?


Ovviamente il suo contributo è fondamentale e senza di lui ora i Rage non potrebbero mai proporre questa musica. Oltre alle sue incredibili doti, la cosa che da sempre mi ha sorpreso di più è la sua capacità di comporre esattamente quello che piace a me e quello che ho in mente. Parliamo, ci confrontiamo, e poi lui riesce a mettere in musica esattamente l’idea che avevamo ed è indubbio che ci ha permesso di fare un grande salto di qualità.


rage_intervista_peavy_2010_02_01Il disco è molto curato e praticamente perfetto da tutti i punti di vista e finalmente ho anche potuto apprezzare tutte le doti di Andrè alla batteria. Cosa è cambiato, in termini di contributo compositivo, rispetto al precedente “Carved In Stone”?


Sicuramente è stato molto più coinvolto nel processo di songwriting rispetto al disco precedente. Ha fatto un lavoro eccellente proponendo un drumming molto accurato e ricco di passaggi tecnicamente molto difficili ed estremamente adatti alle canzoni. Dopo un primo disco di ambientazione devo dire che Andrè è diventato parte integrante del gruppo ed il crescente feeling ha fatto si che la produzione del nuovo disco sia avvenuta all’unisono, con tutti i membri della band coinvolti e convinti nel progetto.


Ora vorrei parlare un po’ del passato dei Rage. Nel corso degli anni la line up è cambiata parecchie volte, tali varizioni sono avvenute per motivi personali o per aspetti professionali e di ricerca di nuove espressioni artistiche?


Questa volta permettimi di non essere d’accordo con te. Non trovo che la band abbia cambiato così spesso i propri componenti se pensi che ormai i Rage esistono da oltre venticinque anni.
Comunque, tornando alla tua domanda, devo dire che si è sempre trattato di motivi personali.



Guarda la mia domanda nasceva dalla curiosità di capire se in certi momenti della tua carriera hai avuto la necessità di cambiare musicisti per poter proporre qualcosa di nuovo ed evolvere il sound dei Rage.


Le scelte professionali sono venute poi in una fase successiva, ovvero nel momento di scegliere il nuovo membro per la band, ma alla base i motivi di separazione sono sempre stati di natura personale.


Ora ho una domanda che mi sta molto a cuore. Io vi ho sempre considerati come una delle band più importanti nell’intero panorama Heavy Metal e credo che non abbiate mai avuto il successo che meritate. Secondo te come mai?


(ride, ndm) Beh questa è la storia di chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi lo vede mezzo vuoto. Ti ringrazio del tuo complimento, ma io sono assolutamente felice della mia carriera e del livello di successo riscontrato dalla band. Penso che  essere ancora qui dopo venticinque anni sia un successo incredibile, soprattutto se consideriamo le peculiarità del mondo Heavy Metal. Sono molto felice anche a livello personale perché ho sempre fatto esattamente ciò che volevo senza mai dover scendere a compromessi.  Oltretutto abbiamo fan scatenati in ogni angolo del mondo, e per me questa cosa è fantastica e tutto questo affetto non può che rendermi felice ed orgoglioso.


A proposito dell’affetto dei fan non posso non pensare che tra poco sarete di nuovo in Italia. Dobbiamo attenderci qualcosa di speciale ?


Di certo ci concentreremo molto sui brani del nuovo disco senza però, ovviamente, dimenticare i classici della band. Sono certo che sarà un concerto che soddisferà tutti i fan dei Rage.


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Dal vivo voi siete una delle miglliori band in assoluto. Dove trovi l’energia per incendiare i palchi di tutto il mondo dopo cosi tanti anni?


Sono i fan, sono loro che ci trasmettono questa energia e noi non possiamo che dare tutto quello che abbiamo sul palco.


Bene Peavy per me è tutto. Nel ringraziarti per la tua disponibilità lascio a te l’ultima parola per salutare i nostri lettori.


Ringrazio e saluto tutti i fan a cui auguro il meglio. Ci vediamo in tour.




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