Sunstorm (Joe Lynn Turner)
In occasione dell'uscita del nuovo disco dei Sunstorm, vivida realtà hard rock targata Frontiers, i microfoni di Spaziorock hanno avuto il piacere di fare una lunga chiacchierata con una delle personalità più trasversali e, al contempo, iconiche della cultura rock anni '80.
Joe Lynn Turner, già frontman dei Rainbow, della band di Yngwie Malmsteen e chi più ne ha più ne metta, ci presenta il suo ultimo lavoro The Edge Of Tomorrow.
Articolo a cura di Valerio Cesarini - Pubblicata in data: 23/05/16

Ciao Joe, è da pochissimo uscito il tuo ultimo disco con i Sunstorm, esperienza che nacque come AOR puro, ma che sta vivendo una sempre più evidente evoluzione. Mi piacerebbe che tu lo presentassi senza sentirti costretto da richieste specifiche!

 

Ciao, ti ringrazio, anche perchè non sono mai andato molto d'accordo con le domande restrittive e gli schemi!
Parlando di Edge Of Tomorrow, effettivamente "evoluzione" è la parola perfetta.
Io ed Alessandro Del Vecchio avevamo già fatto tre album con i Sunstorm, e sinceramente pensavo che la trilogia fosse abbastanza. Poi, però, visto il successo dei precedenti, mi è stato chiesto di lavorare ad un quarto: d'accordo, allora -ho pensato- dovrà essere qualcosa di diverso.
Il progetto Sunstorm nacque, e non sto scherzando, grazie a registrazioni su nastro, a volte figlie di notti "allegre": era tempo di fare qualcosa di più pesante.
Dunque, nonostante io sia sempre molto impegnato, Alessandro ha raccolto una band fenomenale, tutta italiana, per suonare e comporre le bozze di questo disco. Ciascuna idea mi veniva inviata ed io, oltre a decidere cosa tenere e cosa scartare, ho sviluppato le bozze trasformandole in canzoni: come se avessi da aggiungere, da buon Dottore della canzone, la carne sullo scheletro!
In questo senso, ho voluto dare al disco un'impronta rock, classico se così volete chiamarlo, ma con una produzione ed un approccio che fosse moderno.
Ed è andata bene, molto bene. Sono convinto che ognuno ci abbia messo non solo capacità, ma passione, heart and soul man!
Infatti, questo è uno dei pochi dischi che posso ascoltare sempre, tutti i giorni. Di solito, dopo che faccio un album, non lo ri-ascolto spesso, lo lascio semplicemente stare. Ed invece, mi trovo ad ascoltare Edge Of Tomorrow continuamente, ogni volta apprezzandone nuovi passaggi. L'ultima cosa che ritengo importante sottolineare è il messaggio del disco, che parla di ciò che sta succedendo oggi nel mondo, e di ciò a cui andremo incontro. Lo ritengo un disco profondo, ma ho paura che la gente presti sempre meno attenzione ai testi. Per carità, ci sono le canzoni d'amore, e, non essendo un concept, ciascun brano ha la propria vita, ma il messaggio di fondo è chiaro e leggere e capire i testi sarebbe importantissimo.

 

Nei negozi di dischi, The Edge Of Tomorrow viene catalogato sotto la voce AOR (Adult Oriented Rock, ndr). Qualcuno associa a tale denominazione la disperata nostalgia degli anni '80 e '90, che sfocia in una musica "vecchia", quasi una macchietta. Tu, invece, come vedi il tuo disco, e cosa ne pensi di ciò che chiamano AOR?

 

Il fatto è che tutti vogliono etichettare tutto. E le etichette sono sbagliate.
Io credo che non deve esistere l'AOR, il metal, il cool jazz, quello che vuoi; esiste solo buona o cattiva musica.
Ricordo una citazione: "Dio ha creato molti musicisti, ma non molta musica". Ed è verissimo!
Il punto è che tutto si evolve, si passa a generi diversi. Per quanto mi riguarda, questo è semplicemente un disco Rock. Perchè lo chiamano Classic Rock? Questo è un genere, un approccio all'arte, che non morirà mai - cosa mi significa "classico"?
Quello che chiamiamo Rock viene dagli anni '40 e '50; gli hooks, la struttura strofa-ritornello: è una continua evoluzione, che ha portato anche al Metal, che sembrerebbe così differente da Elvis, ma non è così: le basi sono quelle. E' tutta una questione di cultura.
L'anno scorso ho suonato a Wacken, che è un festival metal-oriented, e ho trovato l'ambiente molto differente da altre esperienze denominate "rock". Eppure, la musica è musica: ciò che cambia è la cultura. La base è il rock. Il resto, è solo un'evoluzione: mio padre mi diceva sempre di ascoltare tutto, qualsiasi cosa, altrimenti avrei avuto la mente chiusa...Ed è proprio quello che sta succedendo ora: chi ascolta solo un "genere", come molti giovani d'oggi, sarà un ascoltatore E un musicista limitato!

Tutto questo per spiegare: perchè ascoltare un disco come il mio, considerato da qualcuno "nostalgia"? Perchè non esiste il vecchio e il nuovo; Edge Of Tomorrow è semplicemente un rock record, lo considero null'altro che musica ben fatta: come puoi etichettarlo, ci sono passaggi metal, passaggi più soft, c'è un sacco di blues.
Ecco, allora la gente non dovrebbe ascoltare il blues perchè è "vecchio"?
Detesto chi parla di generi che non sono più "rilevanti". Rilevante un cazzo! A queste persone dico sempre: TU non sei rilevante se non capisci che la musica non ha tempo nè etichette!

 

Wow! Questa è una risposta!
Andiamo però a parlare un po' del passato: tu hai una carriera lunga e scintillante, iniziando dai Fandango, poi i Rainbow, passando per artisti come Malmsteen. C'è un periodo o un progetto a cui sei particolarmente affezionato?

 

Credo che io e Malmsteen abbiamo fatto il nostro disco migliore, insieme (Odyssey).
C'era molta competizione fra di noi, ego se vuoi, ma questo ci ha spinto ai limiti delle nostre capacità e della nostra inventiva. Ha anche spinto alla fine della nostra collaborazione, ma quella è un'altra storia.
Per farla breve, però, sì, credo che quello sia stato un periodo e un disco speciale, uno dei picchi della mia carriera e della qualità musicale in generale.

 

Andando ancora più indietro, prima di tutte queste esperienze: come hai cominciato ad approcciarti alla musica? Com'è nato il Joe Lynn Turner cantante e frontman?

 

Io nasco come chitarrista, da quando avevo otto anni. E poi, la mia famiglia è italiana, e quindi da quado ero piccolo suono anche la fisarmonica (ride, ndr).
Crescendo, uscirono fenomeni come i Beatles ed Elvis, ed io ero attratto dal suono della chitarra che sentivo. Così, mio padre mi regalò un piccolo canzoniere dei Beatles, e cominciai a suonare sul serio: mi piaceva sentire le corde sotto le dita, considero la chitarra uno strumento sensuale.
E poi, non si rimorchia con la fisarmonica! (ride)
Senti qua: essendo di famiglia italiana, facevamo questi grandi pranzi, e mio zio Pasquale, brillo di Chianti, mi faceva suonare con lui, e mi diceva: "It's in the rythm!"

Dunque cominciai a suonare, e non sapevo di poter cantare finchè, a undici anni, ebbi la mia prima esperienza musicale pagata, ad un party per ragazzini. Quando mi pagarono capii che era quello che volevo fare nella vita, così cominciai ad entrare nelle band, ma sempre come musicista, finchè una volta il cantante di un mio gruppo era troppo ubriaco per salire sul palco, e, non sapendo cosa fare, cantai io: il pubblico andò in delirio! Quindi direi che la mia carriera da cantante è stata un...errore perfetto!
Sono diventato famoso per come canto, e tutto ciò che avrei voluto fare era suonare la chitarra!

Ecco perchè mi sento di dire che, come con l'ascolto, anche chi vuol essere un musicista deve provare tutto e non aver mai paura. Suonate tutto ciò che capita, sul serio, non potete sapere cosa veramente fa per voi se non provate. Ad oggi so suonare la chitarra, sto facendo degli show acustici dove suono cover, come facevo tanti anni fa! So suonare anche la tromba, per dire...Ma non sono un provetto chitarrista, nè un trombettista. A quanto pare ho un ottimo orecchio - e non lo dico per vantarmi, ma perchè è una delle mie caratteristiche che riconosco e di cui a volte mi stupisco. Ecco, questo mi ha permesso di essere un buon cantante; però, se non avessi provato, non me ne sarei mai reso conto!
Bisogna semplicemente capire e sfruttare il dono che Dio ci ha dato: io non ho meriti, la mia voce, infatti, non è la mia, ma la Sua.

 

Eppure, anche possedendo uno strumento eccezionale come la tua voce, non si può sempre campare di rendita. Come hai mantenuto la tua voce negli anni?

 

Ecco dove volevo arrivare! Il fatto di essere naturalmente portato per il canto non è merito mio, ma è un dono di Dio; il fatto che sono riuscito a metterlo in pratica e che ancora riesco, però, quello sì che è merito mio.
Bisogna mantenere e curare il proprio dono, qualsiasi attività tu stia svolgendo: io sono riuscito a preservarmi, e sono in un continuo miglioramento tanto che ad oggi credo di essere nel mio periodo migliore!
Per carità, anche io ho avuto le mie esperienze con l'alcool; ho però avuto anche quella che chiamo la mia Epifania: mi sono guardato intorno e ho capito che se non mi fossi dato una calmata, e se non mi fossi curato di più, avrei perso il mio dono -e non solo.
Come ripeto non è per me motivo di presunzione o vanto, ma vedo oggi cantanti che erano eccezionali, Ian Gillan, Jon Bon Jovi, che hanno perduto molto dello smalto che li fece grandi. Io cerco di mantenermi sempre; anzi, ultimamente ho frequentato un vocal coach incredibile a New York, Martin Lawrence: lui mi ha insegnato a cantare solo dal diaframma, e a non stressare le corde vocali. Ritengo sia uno dei motivi per cui ho ancora la mia voce.
Anzi, posso dirvi proprio una lista di princìpi base che ritengo essenziali per mantenersi:
1) Bere molta acqua, e in generale prendersi cura di sè
2) Farsi seguire da un buon insegnante: nasciamo con un dono, ma non c'è niente di male nel farsi aiutare a sfruttarlo
3) Essere spirituali. Nella vita, e in particolare nella propria attività. Bisogna metterci tempo e soprattutto volontà e passione.

 

Oltre alle numerose band in cui sei stato, continui a collezionare collaborazioni con moltissimi artisti, da Cher ad Avantasia. Come riesci a conciliarle con i tuoi impegni nelle band?

 

Ciò che mi spinge a fare tante collaborazioni è che sono onorato, perchè significa, in generale, che a qualcuno piace ciò che faccio e quello che sono.
Ovviamente ricevo moltissime richieste e devo essere selettivo, ma non ho assolutamente confini per quanto riguarda l'ambiente e in genere: ho cantato metal pesante, pop sdolcinato, qualsiasi cosa; ho cantato per Cher, ma anche per band locali. Lo faccio perchè mi piace, e non potrei negarmi a chi mi vuole perchè capisce ed apprezza la mia cifra artistica.
Un po' di tempo fa il mio manager mi ha detto che l'ex Presidente della Cecoslovacchia avrebbe indetto una importante cerimonia per i suoi ottant'anni, e che avrebbe avuto piacere se io fossi andato a cantare. Dovevo andare in Cecoslovacchia per cantare solo cinque righe di testo ma...come potevo rifiutare?
Voglio dire, un Presidente, parte della storia, che vuole me? Sono troppo lusingato, troppo felice di essere apprezzato per poter rifiutare una partecipazione del genere. Ecco perchè dico che accetto tutto ciò che mi onora e mi rende felice.

 

A questo punto, prima di passare alla domanda successiva, Joe mi interrompe così:

 

Ascolta, sono davvero contento di quest'intervista, la trovo differente dalle altre, mi sento più libero e ho la possibilità di raccontarmi davvero. Dunque, non so se avevi in programma di fare domande sui Rainbow, ma ti tolgo subito l'incombenza.
Tutto ciò che posso dire è che, riguardo al caso che tutti conoscono, io e Ritchie (Blackmore, ndr) non siamo in cattivi rapporti, e soprattutto abbiamo ancora un'affinità, a livello artistico. Il punto è che io volevo fare una reunion autentica, mentre lui si è accontentato di un altro tipo di esperienza: va bene così.

 

Ti ringrazio davvero per queste parole!
Ma ora, dato che l'intervista volge al termine, torniamo a parlare di Edge Of Tomorrow.
Il 26 Maggio suonerai come solista al Whisky A Go Go: ci sono invece piani per portare dal vivo The Edge Of Tomorrow con i Sunstorm?

 

Stiamo cercando di organizzare un tour completo, stiamo parlando con la Frontiers. Purtroppo ad oggi l'aspetto economico è preponderante, e un po' deprimente: non ci sono molti soldi.
Da parte nostra, abbiamo quattro album con moltissimo materiale da proporre.
Poi, io volevo la band completa che ha suonato su Edge Of Tomorrow ma tutto ciò che ero riuscito ad ottenere era un solo show a Milano. Bisogna capire che i concerti vanno preparati; bisogna organizzarsi, fare le prove. Un solo show non può essere abbastanza.
Comunque, non è detta l'ultima parola: è difficile, ma mi piacerebbe molto farlo.

 

Lo staff di Spaziorock coglie l'occasione per ringraziarti e salutarti; e a questo punto puoi dirci cosa c'è nel tuo futuro?

 

Oh, aspettatevi l'inaspettato! (ride)
C'è un progetto "segreto" con un producer Svedese che davvero nessuno si aspetterebbe. Credo che sarà un prodotto davvero ben fatto ma soprattutto nuovo, roba da far impallidire chi crede che Joe Lynn Turner sia "quel cantante degli anni '80" !
Più in generale, il mondo di oggi fa schifo, ma io continuo ad essere impaziente per il futuro perchè, col tempo, sono riuscito ad avere un ambiente felice che mi circonda, e un piano B. Al di là del fatto che sarei abilitato a fare il professore di Inglese (ride), ho una famiglia e non mi manca nulla, il che al giorno d'oggi è una gran fortuna, e mi regala la possibilità di attendere con fervore ciò che verrà.

 

 

 




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