Gotthard (Nic Maeder)
Esce oggi "#13", il tredicesimo album in studio dei Gotthard. Abbiamo incontrato per l'occasione Nic Maeder, che ci ha raccontato i dettagli sulla produzione con Paul Lani e della sua vita con i Gotthard.
Articolo a cura di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 13/03/20

Si ringrazia Marta Scamozzi per la collaborazione

 

Ciao Nic, è un piacere incontrarti! Come stai? Come stanno i Gotthard?

 

Ciao, è un piacere anche per me! Sto bene, stiamo bene, stiamo ricevendo i primi commenti sull'album, è interessante. Siamo molto impegnati con la promozione in questo momento, con interviste eccetera. In generale siamo contenti!

 

Andiamo subito al sodo e parliamo del vostro nuovo album "#13". Credo che sia un disco molto diretto, ci sono dei suoni davvero heavy, e altri più ricercati. In un certo senso, soprattutto considerando le parti più heavy, mi ha ricordato i primi album della band. Sei d'accordo?

 

Sì, assolutamente. In qualche modo volevamo avere un sound più aggressivo questa volta. L'album precedente, "Defrosted 2" era un album in acustico, l'abbiamo portato in tour per due anni. Eravamo arrivati a un punto in cui volevamo fare qualcosa che avesse delle sonorità più graffianti. La scelta di lavorare con Paul Lani come produttore, con cui avevamo già lavorato, è stata fatta proprio per ricercare dei suoni più heavy. A un certo punto non eravamo nemmeno più sicuri di usare le tastiere in questo album, ma alla fine ci sono degli Hammond qua e là, ma l'abbiamo usato più per dargli la sfumatura che volevamo. Direi che "#13" è un buon mix di queste cose.

 

Il numero 13 è decisamente ricorrente: la data di pubblicazione è 13 marzo, si intitola "#13", è composto da 13 tracce ed è il disco numero 13 nella discografia della band. Me ne è sfuggito qualcuno?

 

(Ride NdR) ci sono quasi tutti, ne manca solo uno: è il numero preferito di Leo (Leoni NdR). Alla fine volevamo farla semplice: è il tredicesimo album della band. A un certo punto abbiamo pensato di intitolarlo "Round 13", ma poi abbiamo deciso di mantenere solo il 13. In realtà avevamo scritto 14 canzoni, ma la quattordicesima non siamo mai riusciti a farla funzionare, quindi l'abbiamo semplicemente esclusa. Poi ci siamo detti che non sarebbe potuta uscire in una data che non fosse il 13 di qualche mese, un venerdì 13...

 

È un titolo davvero "minimal" per un album, mi è sembrato quasi come se voleste segnare il momento, un traguardo: "questi siamo noi al tredicesimo album, ora".

 

Sì, in un certo senso lo è. Durante la fase di composizione continuavamo a pensare a questo album come ai Gotthard 3.0. Ne siamo davvero consapevoli, lo eravamo anche mentre scrivevamo queste canzoni. Una volta finita la pre-produzione e il produttore Paul Lani aveva questa visione chiara in mente, anzi, è stato lui a introdurre questo termine, diceva: "Questo album sarà i Gotthard 3.0", ce l'ha davvero ficcato in testa. Abbiamo lavorato insieme ancora sulle canzoni proprio in quest'ottica.

 

Pensando ai testi, ai temi che affrontate, direi che questo album parla semplicemente di vita, la celebra, con un'attitudine davvero rock n'roll.

 

Assolutamente sì, non c'è un tema predominante: si parla di vita. Affrontiamo diversi argomenti, per esempio i problemi ambientali, come in "No Time To Cry", in cui è come se la Madre Terra stesse scrivendo una lettera all'umanità intera. "Rescue Me" parla invece della svolta digitale della nostra vita, dela dipendenza dai social media, dai telefoni e tutte queste cose. Ci sono canzoni che parlano di amore...

 

E a un certo punto... arriva la cover di "S.O.S." degli Abba. Come vi è venuta questa idea?

 

Nel periodo di Natale c'era questo programma sulla televisione svizzera che faceva un tributo agli ABBA e chiedevano a diversi artisti di partecipare portando un loro pezzo. Mi avevano chiesto di partecipare e all'inizio in realtà non volevo farlo, decisi di darmi qualche giorno per pensarci. Poi, ascoltando qualche canzone degli ABBA, sono capitato su "S.O.S." e ho pensato che si potesse fare! (Ride NdR). Ne ho registrata una versione molto dark al piano, simile a quella che si sente nell'album e mi piaceva parecchio. Dopodichè l'ho fatta sentire ai ragazzi e Leo mi ha detto "Anni fa volevamo fare questa cosa con Steve". Io ovviamente non ne avevo idea, ma è scattato qualcosa e abbiamo deciso di metterla sul disco.

 

Com'è cambiato il tuo stile di vita da quando sei entrato a far parte dei Gotthard?

 

Completamente? (Ride NdR) Sono quasi 10 anni che sono nella band ormai. La mia vita è cambiata completamente, in ogni senso, vivevo in Australia all'epoca. Tornare a vivere in Europa è stato il primo grande cambiamento. Penso anche che al tempo non mi fossi nemmeno reso davvero conto di quanto fosse grande questa band. È stato un periodo interessante: penso che fare parte di questa grande famiglia, quella dei Gotthard e dei loro fan, ed essere in grado di vivere con la musica che scrivo siano cose meravigliose, cambiano la vita in modo radicale. Questo è il quarto album con i Gotthard per me, siamo molto fortunati ad avere il supporto che riceviamo dai fa, sono sempre stati fantastici, e grazie a loro siamo riusciti a portare avanti la band e la nostra carriera.

 

C'è un artista che non ti stancherai mai di ascoltare?

 


Direi gli AC/DC. Sono cresciuto con loro, sarà una band che ascolterò per sempre.

 

 

Suonerete a Milano a maggio. Il rapporto che avete con l'Italia e con il pubblico italiano è veramente stretto. Come vi sentita in vista di queste date?

 

Ogni volta che suoniamo in Italia mi diverto sempre tantissimo. Non abbiamo mai avuto uno show deludente qui, è sempre stato tutto bellissimo, lo show, le feste. Quando dobbiamo suonare in Italia so già che sarà bellissimo.

 

Ultima domanda: qual è la cosa più importante che hai imparato durante la tua carriera?

 

Penso che come artista la cosa più importante che io abbia imparato è che il nostro scopo è quello di dare emozioni. Non si basa tutto su quanto sei bravo con il tuo strumento, se riesci a suscitare delle emozioni con la tua musica e durante i tuoi show, quello è tutto ciò che conta, tutto il resto non è così importante.

 

Grazie per il tempo che ci hai dedicato Nic, ti va di lasciare un messaggio ai vostri fan italiani e ai nostri lettori?

 

Voglio davvero ringraziare profondamente i fan per il loro supporto continuo. Non lo diamo mai per scontato. Sappiamo bene perché siamo qui e perché ci è permesso di fare questo lavoro: è solo grazie ai fan. Grazie per il supporto. 




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