Marillion Live in Italy, 22-23 gennaio 2013
22/01/13 - Alcatraz, Milano


Articolo a cura di Luca Ciuti
C’era grande attesa a Milano per la doppia data dei Marillion a supporto del notevole “Sounds That Can’t Be Made”: quella che sembrava nata come una sorta di convention in piccolo, è diventata un regalo speciale per la fedelissima community di fan che da anni supporta la causa della band inglese. Fedelissima e numerosissima, perché quel migliaio di persone intervenuto per serata rappresenta, per un gruppo come loro, un patrimonio inestimabile.

Per comprendere il successo della doppia serata milanese è stato necesario soffermarsi, ancora una volta, sul concetto di musica indipendente: un concetto che non descrive tanto una proposta impermeabile alle dinamiche di mercato, quanto una proposta a budget ridotto, la dimensione ideale per relazionarsi con il proprio pubblico senza filtri. È ormai noto come i Marillion si siano costruiti col tempo un mondo a misura di fan e a misura di band, in cui l’empatia col proprio pubblico è totale. Musica indipendente per live show indipendenti, in cui non c’è spazio per gli atteggiamenti da rockstar bizzose, per le pose da copertina, le produzioni milionarie o gli effetti speciali. Lo spirito delle due serate milanesi sta tutto in questa concezione essenziale che caratterizza Hogarth e soci.

Difficile sintetizzare in poche parole due concerti dai tratti molto simili in cui tuttavia non sono mancati elementi di novità. Il biglietto da vista di questo nutrito pacchetto regalo è racchiuso nella mezz'ora iniziale: “Gaza” e “Ocean Cloud” trascinano l’Alcatraz in un’atmosfera surreale caratterizzata dal silenzio quasi monacale di un pubblico del tutto schiacciato dall’impatto di questi due capolavori per cui decine di prog band farebbero carte false. Uno spazio fisso è riservato in entrambe le serate al nuovo “Sounds That Can’t Be Made”, una mossa che la seconda sera ha lasciato per un attimo presagire il peggio a chi si aspettava due scalette diverse in tutto e per tutto. Coraggiosa la scelta di non eseguire “Montreàl”, richiesta a gran voce dal pubblico a più riprese e solamente accennata da Hogarth che troverà anche modo di scherzarci su. “Power” dal vivo guadagna tantissimo in termini di impatto, ce lo aveva anticipato Trewavas in sede di intervista e non certo a caso.

Due concerti che in un certo senso si completano: ineccepibile la prima serata a livello esecutivo, meno impeccabile ma più sentita la seconda, forte di una scaletta che in molte parti ha valorizzato l’interazione col pubblico e la componente teatrale, come nelle due conclusive “This Strange Engine” e “The Invisible Man”, i brani più genuinamente prog dell’era Hogarth. Vale la pena esprimersi sui singoli membri di un collettivo affiatato? Probabilmente sì, quando c’è un Pete Trewavas che col suo basso pulsante è in grado di riempire i buchi lasciati da un Rothery votato in via quasi esclusiva alla chitarra solista. Non che questo sia un male, a giudicare dal modo in cui l’assolo fulmineo di “Pour My Love” strappa applausi a scena aperta al pari dei brani più noti. I Marillion fanno parte di quella schiera di artisti, mi viene in mente ad esempio Bruce Springsteen, capaci di trasformare i loro shows in un ambiente del tutto familiare, in cui l’identificazione con i propri fan è pressoché totale. Così, fra una “Three Minute Boy” ormai insostituibile in chiusura e un “Brave” condensato nella solita “The Great Escape”, in attesa di dedicargli lo spazio e il tempo necessari, abbiamo finito ancora una volta per tessere a tutto tondo le lodi di una band che non finisce mai di soddisfare le aspettative dei propri fans.

Esagerati? può darsi, chiedete pure a quelli che erano presenti all’Alcatraz, e se nel frattempo vi è sorta la curiosità di assaporare l’atmosfera di cui vi stiamo parlando, calatevi nell'atmosfera dei tanti live ufficiali presenti sul tubo o nella videografia parallela del gruppo. A quel punto, live report come questo saranno del tutto superflui.
 
Setlist 22/01:

01. Gaza
02. Ocean Cloud
03. Pour My Love
04. Neverland
05. Power
06. Sounds That Can't Be Made
07. The Sky Above The Rain
08. The Great Escape
09. Man of a Thousand Faces
10. Warm Wet Circles
11. That Time of the Night (The Short Straw)
12. Easter
13Three Minute Boy
 
Setlist 23/01:

01, Gaza
02. Beautiful
03. The Sky Above The Rain
04. You're Gone
05. Pour My Love
06. Fantastic Place
07. Sounds That Can't Be Made
08. Power
09. Somewhere Else
10. King
11. This Strange Engine
12. The Invisible Man
13. Neverland



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