Kari Rueslatten - Silence Is The Only Sound European Tour
30/11/17 - Blues House, Milano


Articolo a cura di Fabio Rigamonti
A poco più di un anno di distanza, la cantautrice norvegese Kari Rueslåtten (leggi qui la nostra ultima intervista) torna sul nostro territorio nell’intima cornice della Blues House di Milano che anche la primavera scorsa l’ha vista protagonista per una serata in occasione del tour promozionale di “To The North”. “Intima” non è un aggettivo casuale, anzi: è quello che meglio descrive l’evento nella sua totalità.

Intima è la location scelta per promuovere l'ultimogenito "Silence Is The Only Sound": un club, come il nome ampiamente suggerisce, di natura blues/rock, piccolo e molto accogliente, dove si avverte immediatamente come la maggior parte degli avventori sia abituato a sentire i concerti via via proposti comodamente seduto, magari ordinando qualcosa da bere nel frattempo. Intima è stata anche la scelta di Kari di presentarsi sul palco di nuovo unicamente in compagnia del chitarrista e suo produttore Jostein Ansens, e a questo giro anche priva del pianoforte elettrico: quasi una sfida a concentrarsi sulla sua splendida voce, e le atmosfere ed i colori che è in grado di tratteggiare in quasi autonoma solitudine. Intima è stata anche la risposta di un pubblico non troppo numeroso ma estremamente attento e caloroso, che ha percepito appieno le intenzioni dell’artista ed ha restituito puntualmente entusiasmo ed energia, rendendo la serata speciale.
 
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Scrivevamo della voce della Rueslåtten: sebbene un set solo chitarra elettrica (che, per quanto dotata delle migliori pedaliere, mai riuscirà a restituire degna complessità sonora e corpo in arrangiamento) e voce sia naturalmente predisposto a far spiccare quest’ultima, si rimane comunque piuttosto basiti dai risultati della Norvegese, che si alterna con incredibile maestria tra le trame oscure degli anfratti più gelidamente folkloristici della sua musica (“Nordnatt”, “Trollferd”, “To The North”), quelli più desolanti del realismo emotivo ed urbano (“Exile”, “Gone”, “As Evening Falls”), e quelli se vogliamo più leggiadri della cantastorie commossa e felice di fronte al miracolo della vita (“Make Me A Stone”, “Other People’s Stories”, “The Harbour”). Insomma: “meglio dal vivo che su disco” non è una frase di circostanza per Kari, e la naturalezza con cui passa da un vibrato quasi baritonale ad un falsetto leggiadro e decorativo sono lì a testimoniarlo, con un timbro pulitissimo ed un’intonazione perfetta lungo tutti i 75 minuti circa di durata dello show.

La setlist ha cercato di coprire la oramai più che ventennale carriera solista della Rueslåtten (celebrata con l’esecuzione, metà in norvegese e metà in inglese, di “Spindelsinn/Spellbound”), con una maggiore predisposizione – come è giustamente intuibile – per la fase 2.0 della storia della cantautrice, quella per intenderci che segue la pubblicazione di “Time To Tell”. Una scelta anche dovuta al fatto di dover proporre i brani in duo, quindi tutto ciò che richiedeva un arrangiamento eccessivamente corposo è stato lasciato fuori dalla scaletta. Ed è questo, se vogliamo, l’unico difetto di una serata calorosamente magica. 
 
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Kari Rueslåtten, difatti, meriterebbe di poter proporre la sua musica dal vivo in un contesto pieno di musicisti e collaboratori, con una sezione ritmica e dell’elettronica propriamente detta perché nonostante la voce riesca a sorreggere magnificamente tutto il peso del concerto, è anche vero che rimane sempre quel pizzico di rimpianto nell’avvertire uno scollamento tra le versioni su disco dei brani che abbiamo imparato a conoscere, e quelle che vengono poi riproposte dal vivo.

Questo, comunque, non toglie minimamente la gratitudine che si può provare nei confronti di un’artista che si ritrova davvero entusiasta e partecipe sul palco, pronta a donarsi generosamente al suo pubblico anche dopo il concerto, con sessioni di fotografie, autografi e saluti concessi praticamente a tutti i presenti nel locale. E il pubblico, di fronte a così tanta sincera umanità, non può che tornare a casa soddisfatto e complice di un piccolo evento quasi segreto, ma in grado di generare grandi ricordi. 


Setlist:

Battle Forevermore
Dance With The King
As Evening Falls
The Harbour
Spindelsinn
Paint The Rainbow Gray
Make Me A Stone
Trollferd
Exile
Other People’s Stories
Nordnatt / Gone

Encore:
 
To The North
Wintersong



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