Kari Rueslåtten
Time To Tell

2014, Despotz Records
Folk

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 09/03/14

Sono già passati venti anni, eppure sembra solo ieri che i The 3rd And The Mortal muovevano i primi passi rivoluzionando (nel bene e nel male) un'ampia fetta del mercato musicale con il loro stile all'epoca innovativo. Da allora, Kari Rueslåtten, membro fondatore della band e prima cantante storica, ha preferito intraprendere una carriera solista che tra alti e bassi (vedi il poco riuscito album "Mesmerized"), ma ha comunque continuato a deliziarci grazie alla sua splendida voce. A ben nove anni dall'album precedente, Kari ha deciso nuovamente di rimescolare le carte in gioco e di presentarsi ai propri fan con un album totalmente acustico ed intimista.


"Time To Tell" è un ritorno alle origini, è il desiderio di un'artista di abbandonare tutti gli orpelli inutili e di rifugiarsi nel cuore più vero della propria musica, composto da pochissimi elementi. Naturalmente, parlando di una grande cantante come Kari, l'elemento più fondante è la sua voce, mai come ora così calda, avvolgente e struggente nonostante i lunghi anni di inattività, capace di esprimere sempre con maestria i diversi stati d'animo che il singolo brano vuole trasmettere. Andando a guardare il gran numero di band oggigiorno presenti sul mercato che discendono direttamente dalla formula musicale dei The 3rd And The Mortal, o indirettamente mediante la mediazione dei Nightwish, è facile notare le differenze tra l'originale (Kari) e le sue "figliastre": la sua voce non si lascia mai andare agli istrionismi vocali che purtroppo spopolano in gran parte dei suddetti gruppi, ed è sempre capace di mettersi al servizio delle linee musicali senza dover per forza imporre la propria presenza. "Time To Tell" è un album estremamente minimalista, che affida a voce e piano i momenti più riusciti. La maturità artistica raggiunta da Kari in questo album non è mostrata solo dai brani presenti, ma anche dalle giuste scelte effettuate dalla cantante in fase di registrazione: volersi affidare ad un valido produttore e non voler fare tutto da sola come negli album precedenti (vedi intervista), utilizzare dei musicisti che le permettano di dedicarsi alle sole linee vocali, sono tutti segni della rinnovata coscienza di sé di un'artista che sa cosa è meglio per la propria musica. La maggior parte dei brani ci mostrano il lato più intimo della cantante, ma anche quando ci troviamo ad ascoltare partiture più "pop" (come "Rainy Days Ahead" o "Hold On") la consueta modestia di Kari è sempre presente.


"Time To Tell" è il più bel regalo che la cantante norvegese potesse fare ai propri fan, un disco molto di nicchia, legato a determinati stati d'animo, ma che si rivela essere il migliore di tutta la sua discografia proprio perché legato profondamente all'essenza più intima dell'artista che lo ha creato.





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