Kari Rueslåtten (Kari Rueslåtten)

Kari Rueslåtten è una delle artiste femminili più peculiari che vi possa capitare di incontrare. Non è solo il suo unico tono di voce (un punto d'incrocio ideale tra la più fiera ed algida delle soprano ed il calore, la delicatezza di una carezzevole voce pop), ma anche il modo in cui è proseguita la sua carriera: da prima donna in assoluto in una band heavy metal (e che band, visto che si trattava dei The 3rd And The Mortal), ad un presente solista in cui viene trattenuta con fierezza la bandiera di una musica "folktronica" dalla forte matrice pop acustica. Dopo molti anni di silenzio, Kari ci ha proposto due dischi in due anni, ed è stato quindi naturale per noi andare a curiosare dalle sue parti, cercando di capire tutti i segreti che custodisce il suo ultimo invito "To The North".

Articolo a cura di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 10/10/15

Dal 2005 fino al 2014 quasi 10 anni di silenzio, ed ora non solo torni con il progetto "The Sirens", ma ci dai due dischi nuovi a distanza solo di un anno l'uno dall'altro. Stai esplodendo di energia creativa, non è vero?

 

Ah ah ah sì, devo dire che è così!

 

...e da dove arriva tutta questa ispirazione?

 

Tornare alla musica ha aggiunto così tanto alla mia vita. Tre anni fa ho seriamente pensato che non avrei mai più fatto della nuova musica, ed oggi sono qui conscia del fatto che non ne potrei più fare a meno! Ho scoperto che mi piace talmente tanto cantare e comporre canzoni, che la mia vita ha assunto una nuova forma di completezza, e questo mi riempie di energia.

 

Bene, approfondiamo un po' il discorso "To The North", il tuo ultimo disco. E' chiaramente un invito a raggiungerti in tutto ciò che ti è famigliare: i tuoi panorami, le tue ispirazioni, la tua musica ed i tuoi affetti. Perché oggi e perché in questo momento particolare della tua carriera?

 

Sentivo che era giunto il momento di focalizzarsi su ciò che ti lega per davvero a ciò che chiami "Casa", e di riportare i miei ascoltatori indietro alle mie radici, alle emozioni ed ai paesaggi che mi sono familiari. E sono tutte cose che stanno lassù, nel nord.

 

E come credi che la tua Norvegia influenzi il tuo modo di scrivere musica?

 

Sono sempre stata ispirata dalla musica norvegese e dalla natura, dalla profondità e dalla malinconia dell'oscurità e dalle foreste tenebrose che caratterizzano la mia terra. Ma anche dalla bellezza che circonda tutte queste cose, perché credo che la malinconia sia davvero una cosa bella.

 

Sicuramente hai scritto un disco più elettrico rispetto al tuo precedente "Time To Tell", con molte chitarre e questa sorta di attitudine "rock" che anima le varie canzoni. Nel farlo, però, i risvolti folk ed elettronici della tua musica - sebbene ancora presenti - sono perlopiù nascosti nello sfondo. Sei d'accordo con la mia visione?

 

Sì, è vero. "Time To Tell" era un album più acustico, più quieto e terreno, ma ciononostante folk ed atmosferico. Ho voluto che "To The North" potesse essere un naturale successore di quel disco, ma che potesse anche spingersi oltre i suoi confini, soprattutto in termini di canto e di vibrazioni sonore. Insieme al produttore Jostein Ansens e tutti i musicisti ci siamo focalizzati per produrre un'atmosfera sonora più oscura ed heavy rispetto a "Time To Tell". Per me, come compositrice, è stato come assecondare un'esigenza reclamata a gran voce dalle canzoni che avevo scritto.

 

 

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Hai studiato produzione musicale a Londra in passato, ed ora sei tornata nella capitale inglese per registrar "To The North". Perché scegliere Londra per parlare di un disco che omaggia la Norvegia?

 

Sono sempre stata una grande fan dell'Inghilterra e di Londra in particolare, mi piace molto il suo essere cupa ed al contempo molto vivace dal punto di vista della cultura, e la "goticità" di quella città è sempre stata una grande fonte di ispirazione per me. Poi sai, a volte andare via e vedere la tua casa da una grande distanza ti permette di avere una nuova prospettiva sulle cose, e credo che questa sia una cosa positiva. Per questo giro, in realtà ci siamo spinti più a Nord in Inghilterra per registrare il disco, nei famosi Parr Street Studios di Liverpool. E lascia che spenda delle parole di pregio sui musicisti che ho trovato lì e che hanno collaborato con me nell'incidere questo disco: sono stati tutti meravigliosi, hanno messo la loro anima ed il loro cuore in queste canzoni.

 

C'è una cover di "Turn! Turn! Turn!" dei The Birds su "To The Nord". Come mai proprio questo brano?

 

Questa canzone mi è stata commissionata come brano principale di un grande festival chiamato "Olavsfestdagene" qui a Trondheim, dove vivo. E' stato proprio il direttore del festival a chiedermi se volessi fare una mia versione di "Turn! Turn! Turn!" come brano per la cerimonia di apertura del festival. E' una canzone davvero speciale con testi che parlando di vita e morte, e di come siamo tutti connessi nel cerchio della vita. Mi è capitato di svolgere questo compito nel mezzo delle registrazioni del nuovo disco, e ho capito che la canzone aveva molti punti di collegamento col materiale che stavo incidendo in quei giorni, ed ecco perché essa compare alla fine su "To The North".

 

Usi ancora il pianoforte come strumento principale per la scrittura delle tue canzoni?

 

Sì, è così. Scrivo tutte le mie canzoni prima al pianoforte, e poi sviluppo gli arrangiamenti successivamente insieme a tutti gli altri musicisti.

 

E come mai proprio il pianoforte?

 

Perché mi dà tantissima energia positiva la possibilità di potermi sedere in raccoglimento sul piano e poter cantare e suonare, riuscendo a scappare dal tempo e dallo spazio per finire in una stanza speciale che ho nella mia testa (ride).

 

Ok, ora parliamo un po' delle cose che circondano la Kari Rueslåtten solista. Prima di tutto, il tuo impegno nel progetto "The Sirens". Puoi dirci com'è nata questa tua collaborazione tra te, Liv Kristine ed Anneke Van Giersbergen? Continuerete voi tre a portare avanti questo progetto?

 

The Sirens è un progetto iniziato con Anneke e Liv che volevano fare qualcosa assieme; nello stesso tempo, Anneke ed io abbiamo espresso la stessa, identica, volontà, ed ecco perché alla fine siamo diventate un trio. Il nostro punto in comune era il fatto di essere tutte frontwoman delle nostre rispettive band: i 3rd And The Mortal, i The Gathering ed i Theater Of Tragedy. The Sirens è più un live concept, dove noi suoniamo il materiale delle nostre band madri insieme a qualche brano nuovo scritto insieme. Ci divertiamo sempre un mondo insieme in tour, quindi sì, spero che ci saranno altre possibilità in futuro di poter suonare ancora!

 

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Tuomas Holopainen è un tuo grandissimo fan, ed ha già scritto per te le line di tastiera per la tua nuova versione di "Why So Lonely" su "Time To Tell". Quindi, perché non ricambiare il favore e comparire su una nuova canzone dei Nightwish in futuro?

 

(sorridendo) Sarebbe magnifico se ciò potesse succedere per davvero, ti ringrazio per il suggerimento!

 

Che musica ascolti e ti ispira ultimamente? Cosa ti piacerebbe suggerire ai nostri lettori?

 

Sai, proprio di recente ho fatto una playlist su Spotify con circa 20 brani/artisti che mi hanno ispirato in questi anni fino ad oggi, canzoni che mi piacerebbe proporre ai miei ascoltatori. La playlist si chiama "Lost in the nordic Woods", e ti rimando ad essa per rispondere alla tua domanda.

 

Sei stata...sì, credo davvero tu sia stata la prima donna in assoluto nella scena heavy metal all'epoca dei The 3rd And The Mortal. Qual è la tua opinione dell'attuale scena female fronted? (non dico "Metal" o "rock" perché amo tenere la visione priva di confini). Ci sono differenze sostanziali dagli anni '90 ad oggi?

 

Le cose sono cambiate parecchio per le donne nel mondo della musica rispetto agli anni in cui ho cominciato io - e questa è una grande cosa! Devo dire di essere stata fortunata, perché all'epoca già ero circondata da persone che mi hanno dato continuamente delle opportunità, e ciò non mi ha frenato dall'essere una donna tutta sola in una scena completamente maschile. Oggi vedo donne dappertutto nel mondo della musica: come tecniche del suono, come musiciste, come impiegate nelle case discografiche...ma c'è ancora molta strada da fare, perché non c'è n'è mai abbastanza di donne in questo ambiente.

 

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Solo una mia personale curiosità: "Pilot" è uno dei tuoi dischi meglio riusciti sinora. E' anche il più oscuro, ripieno di quest'aura ghiacciata che lo rende così carismatico ed affascinante. Quindi, cosa è successo nel 2002 per farti scrivere un'opera del genere?

 

Innanzitutto grazie per le tue belle parole! "Pilot" è perlopiù un prodotto dei miei anni a Londra, riflette della solitudine di quei tre anni passati lontano da casa. In termini di produzione, sul disco ho lavorato tutta sola, imparando le capacità necessarie, anche in termini di programmazione della musica. Mi sono imposta una regola piuttosto ferrea sul modo in cui avrei prodotto quel disco: nessun beat preimpostato, rado nei suoni che, se c'erano, dovevano star lì per una ragione ben precisa. Tutto con l'obiettivo: "meno è, meglio è".

 

Sei una musicista ma anche una madre, quindi: come il tuo essere musicista influenza il tuo modo di essere mamma? E come il tuo essere madre influenza il tuo modo di comporre musica?

 

So per certo che ai miei figli non piace per niente il fatto che io viaggi e possa stare via a lungo, ma io credo che anche loro possano trovare dell'ispirazione artistica nell'avere una musicista come madre. I miei figli sono la mia più grande fonte di ispirazione nella vita, del resto. Il modo in cui riescono a creare valore aggiunto su qualsiasi cosa fa sì che tutte quelle emozioni e sensazioni si possano riflettere in tutta la musica che compongo ultimamente.

 

 

Ci sono molte persone nel sud del mondo - inclusa l'Italia - a cui piaci molto. Quindi, c'è una possibilità di poterti vedere in concerto al di fuori dei confini degli stati settentrionali d'Europa?

 

Ti ringrazio molto per la domanda. Mi piacerebbe davvero, davvero molto che ciò possa succedere, anche se attualmente non ci sono piani definiti al riguardo!

 

Direi che per me è tutto. Se vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori, questo è lo spazio adatto!

 

Ciao a tutti e grazie mille per aver letto questa intervista. Spero che vogliate dare un ascolto al mio nuovo disco "To The North", e spero di vedere qualcuno di voi ai miei concerti.




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