Nile
Amongst The Catacombs Of Nephren-Ka

1998, Relapse Records
Death Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 29/03/09

Così come il Faraone Nero Nephren-Ka sconvolse con il suo nefasto potere l'antico Egitto, così i Nile nel 1998 scossero con il primo disco la scena death metal mondiale. La prima pietra di una carriera impeccabile, Amongst The Catacombs Of Nephren-Ka è un disco che trasuda epiche atmosfere lovecratiane, furia incontrollata e viscerale, e monumentali evocazioni a divinità dimenticate. Un salto di qualche migliaio di anni nella storia e nel mito narrati con i soliti mezzi tanto cari ai nostri.

Il trio capitanato da Karl Sanders, a cui si aggiunse successivamente alla stesura del disco Dallas Toler Wade, pone qui le basi per tutta l'evoluzione che accompagnerà i Nile sino ai giorni nostri, migliorando non poco le primissime uscite, Festivals Of Atonement e Ramses Bringer Of War (entrambe riunite nel postumo In The Beginning, del 1999). La cura nei minimi particolari, che ha contraddistinto i lavori successivi, lasciano spazio in questo album a un approccio più diretto, meno ragionato, maggiormente votato all'istinto. La carta vincente di Amongst The Catacombs Of Nephren-Ka sta appunto nell'immediatezza con cui i nostri ci scaraventano addosso la solita devastante maestria, una sorta di urlo barbarico che per troppo tempo è rimasto insabbiato nelle pieghe della storia e a cui i Nile hanno solo dato forma e modo di poter librarsi in tutta la loro potenza. Diretto ma non per questo meno interessante e variegato, questo full-length racchiude tutte le caratteristiche che verranno sviluppate in seguito, come la catacombale oppressione di Black Seeds Of Vengeance, la maestosità di In Their Darkened Shrines, e la carica di Annihilation Of The Wicked. Brani veloci, concisi, che riescono nella loro brevità a racchiudere un numero impressionate di soluzioni eseguite al fulmicotone, stacchi epici, sinistre melodie, orchestrazioni, cori e passaggi tribali il tutto con una fluidità e una padronanza compositiva ben oltre la media.

Ma tutte le parole del mondo non basterebbero ad esprimere ciò che Smashing The Antiu scatena in poco più di due minuti. Una delle migliori canzoni mai proposte dai nostri, semplicemente devastante nella cavalcata impazzita delle due chitarre, un continuo rincorrersi fra assoli fulminanti e riff dalla maestosità difficilmente riscontrabile altrove. Senza neanche poter rifiatare tocca a Barra Edinazzu, ugualmente diretta e micidiale, continuare il discorso interrotto con l'opener, per poi giungere dopo una breve pausa di riflessione (la strumentale Kudurru Maglu) a Serpent Headed Mask, dove troviamo i primi claustrofobici rallentamenti. Toni trionfali aprono poi Ramses Bringer Of War, probabilmente la più elaborata e completa traccia presente in scaletta, a cui segue la pesantissima Stones Of Sorrow, prova tecnica dei recenti capolavori di magniloquenza che rispondono al nome di User-Maat-Re e Von Unaussprechlichen Kulten. Per non parlare poi di Die Rache Krieg Lied Der Assyriche, semplicemente da brividi; una traccia sorretta da un coro che dire maestoso è dire poco, arricchita da percussioni, rintocchi di campana, e componenti tribali, che sembra portarci proprio nel bel mezzo di un rito religioso antichissimo. Con The Howling Of The Jinn i nostri tornano ad imbracciare gli strumenti per ricordarci che siamo di fronte ad un disco brutal death, riuscendo pienamente a riportarci ai giorni nostri con un'altra terrificante mazzata. Nessun calo di tono, nessuna forzatura, il disco avanza inesorabile con Pestilence And Iniquity, sempre su ritmi sostenutissimi, fino alla coppia finale Opening Of The Mouth e Beneath Eternal Oceans Of Sand, una più bella ed evocativa dell'altra.

Quando si parla dei Nile è impossibile non citare poi i testi particolarissimi, che in questo caso non hanno nessuna spiegazione o nota a margine (verranno inserite solo con il disco successivo), risultando quasi incomprensibili, ma che riportano un campionario di nomi e formule alquanto bizzarre, come il testo di Barra Edinazzu ad esempio (provate a leggerlo e a farvi due risate eheh...).

Amongst The Catacombs Of Nephren-Ka è la prima dimostrazione di superiorità di una band che ha segnato e continua a segnare profondamente il metal estremo degli ultimi dieci anni, forti di una discografia perfetta, e di una padronanza della materia superiore. Ovviamente un disco irrinunciabile, come tutti gli altri della band del resto. A tal proposito sembrano suonare come una profezia le ultime parole del booklet: "This is just the beginning!". Mai parole più veritiere.



Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool