Eluveitie
Evocation II - Pantheon

2017, Nuclear Blast
Folk Metal

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 18/08/17

Gli Eluveitie non si trovano di certo in un momento favorevole della loro carriera, visto che gli ultimi due anni si sono rivelati estremamente turbolenti in quanto a stabilità della formazione. Con la partenza di tre membri storici quali Anna Murphy, Ivo Henzi e Merlin Sutter, che sono andati a formare l'ambizioso progetto dei Cellar Darling, e l’arrivo di un numero anche maggiore di nuovi innesti - Matteo Sisti (Krampus) alla cornamusa, Alain Ackermann alla batteria, Jonas Wolf alla chitarra, Michalina Malisz alla ghironda e Fabienne Erni alla voce -, “Evocation II – Pantheon” ha più l’aspetto di un disco minore confezionato appositamente per dare modo alla band svizzera di creare una migliore coesione tra membri vecchi e nuovi piuttosto che un vero e proprio nuovo capitolo musicale.

Chrigel Glanzmann gioca facile dando un seguito a “Evocation I - The Arcane Dominion” del 2009 che per primo ci aveva mostrato il fascino dei testi religiosi in gallico uniti alla musica folk. L’incanto di testi provenienti dall’antico passato di una lingua celtica ormai estinta è innegabile, tanto più che la musica che gli Eluveitie propongono per questo nuovo capitolo è decisamente evocativa. Le atmosfere soffuse, quasi sacrali, sono al centro della musica di quest’album, lasciando ampio spazio agli strumenti più folk. Anche i nuovi acquisti fanno egregiamente il proprio dovere e l’operato di Fabienne Erni, la più bersagliata dalle critiche dei fan della vecchia formazione, non fa rimpiangere l’abbandono di Anna Murphy. Quello che invece non sembra funzionare sono le idee alla base dell’album. Se la presenza di due brani come “Svcellos II (Sequel)” e “Tarvos II (Sequel)” legittimano la riproposizione di composizioni già sentite, sono le restanti tracce a stupire, in negativo, per quanto riguarda il saccheggio operato ai danni del primo “Evocation”, ma non solo. Le idee sono ben poche e la messa in opera non sempre è ai livelli ai quali la band ci aveva abituato in passato. Non tutto è da buttare e brani come “Epona” e “Lvgvs” riescono comunque a catturare l’attenzione dell’ascoltatore – non per niente sono stati sfruttati come singoli e anche nelle future esibizioni dal vivo troveranno sicuramente un più che meritato spazio -, ma su un totale di 18 canzoni è facilmente intuibile quanto poco rappresentino nell’economia del disco.

“Evocation II – Pantheon” non è un pessimo disco. Sicuramente a chi è a digiuno della musica degli Eluveitie apparirà anche un ottimo album. Considerate le recenti vicissitudini si può anche essere più comprensivi del solito e non stroncare completamente quest’ultima fatica del combo svizzero, in attesa del vero banco di prova di questa nuova formazione che sarà il prossimo album in studio. “Evocation II” è una piccola parentesi, graziosa, suggestiva, in certi momenti anche accattivante, che mostra però tutte le proprie pecche se si va a guardare tutta la discografia precedente della band.



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