Eluveitie (Chrigel Glanzmann)
E’ tempo di abbandonare momentaneamente gli strumenti elettrici per gli Eluveitie, e di concentrarsi sulla musica acustica, tornando alle radici celtiche. SpazioRock ha raggiunto Chrigel Glanzmann, il tuttofare degli elvetici che ci parla di Evocation 1, il nuovo disco. Buona lettura.
Articolo a cura di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 16/04/09

Ciao Chrigel, è un piacere tornare a parlare con te di musica. Come mai avete scelto di produrre e quindi pubblicare un disco interamente acustico?

Ciao Gaetano, l’idea è stata maturata nel corso degli anni. E’ sempre stata una sfida che in qualche modo ci eccitava, quindi dopo la pubblicazione di “Slania” l’idea è diventata una cosa concreta.


E non pensi che la frangia estrema dei vostri fan possa sentirsi “tradita”?


No. Credo che ogni gruppo deve mantenere una libertà creativa e svilupparsi in qualunque forma essa voglia. Molti altri hanno fatto quello che stiamo facendo noi, Amorphis e Fintroll per esempio, e come noi non hanno cambiato il loro stile. Il disco acustico volevamo farlo a tutti i costi ed è qualcosa di più di un progetto. Leggila in questo modo: il nostro amore incondizionato per la musica folk tradizionale si è espresso rilasciando questo piccolo grande monumento.
Sapevamo che sarebbe stato un rischio ma l’avevamo in mente da molto tempo. Spero che ai nostri fan piaccia e se non sarà così beh… che ci posso fare? Noi siamo felici di averlo realizzato.


La leggo anche in un altro modo: ora potrete suonare anche nei tanti Celtic Festival sparsi per l’Europa e non soltanto in quelli propriamente “metal”. E’ così?


Esatto, vediamo cosa ci verrà proposto durante la nuova stagione. Ti anticipo che suoneremo in alcuni festival a sfondo medievale.


Avete un approccio differente rispetto a quando componete i brani standard?


Veramente no, c’è poca differenza. Voglio dire, lo stile Eluveitie è quello e le nostre canzoni metal contengono tantissimo folk. Ecco perché il nostro approccio è praticamente immutato.


eluvetie_intervista_2009_02


Dopo il successo di Slania siete diventati un gruppo acclamato a livello internazionale, ne siete al corrente?


Negli ultimi anni abbiamo lavorato in modo “fottutamente” duro per raggiungere i nostri obiettivi. Le nostre apparizioni live sono mutate e non potevamo più seguire i rispettivi lavori quotidiani. Il tutto a causa dei concerti… negli ultimi mesi ne abbiamo fatti più o meno centocinquanta (inclusi tre tour europei e due in USA), si tratta di un concerto ogni due giorni e mezzo. Dunque non c’è tempo per fare altro se non seguire il gruppo, è diventato un lavoro. Ma era ciò che volevamo e quello per cui abbiamo lavorato negli anni. Siamo felici di aver raggiunto questo livello.


Stai parlando con un fan della musica celtica, ho anche un sito a tema, oltre al filone tradizionale del folk metal, segui anche la musica celtica pura? Quella scozzese e irlandese per esempio…


Sono un tradizionalista. Io sono certamente più un musicista celtico che un musicista metal, e lo stesso vale per molti membri degli Eluveitie, e seguo spesso la scena folk. Ho un grandissimo rispetto per le antiche tradizioni musicali celtiche. Penso che sia importante suonare quegli strumenti e quelle canzoni nel modo tradizionale, mantenendo, per l’appunto, il rispetto delle tradizioni.


Com’è stato lavorare con Nemtheanga dei Primordial e con Oliver dei Faun? Ho intervistato Oliver l’anno scorso e mi disse che gli Eluveitie sono uno dei suoi gruppi preferiti. E tu che opinione hai dei Faun?


eluvetie_intervista_2009_03Ho chiesto a entrambi di suonare sul nostro nuovo disco e sono stati felici di farlo. Sono due amici che conosciamo da un bel po’. Cosa? Oliver ha detto questo? (ride, ndg)
Non lo sapevo, non me l’aveva mai detto. Ad ogni modo, adoro I Faun. Grande musica, grande band e grandi musicisti: profondo rispetto!


C’è stato uno spropositato innalzamento della curva di interesse relativa alla musica folk, pagana. Perché secondo te?


E’ vero, pare proprio di sì. Perché? Non saprei. Penso si tratti della naturale evoluzione di un certo tipo di musica, nuove combinazioni di stili che si sviluppano. E’ stato sempre così e, presumo, lo sarà sempre.
C’è da dire che va a incrementarsi sempre di più l’interesse per le culture antiche e per le tradizioni europee.


Avete registrato il disco in più di uno studio di registrazione?


Si. La metà degli strumenti sono stati registrati ai Devils Studios nel Liechenstein, un ottimo studio per gli strumenti acustici. L’ho anche usato per registrare la Mandola, Whistles e le Cornamuse di “Slania”.
Il mixing e il mastering sono stati eseguiti ai Finnvox studio di Helsinki.


Perché siete stati costretti a cancellare il tour americano del Paganfest?


Beh, ci sono state diverse circostanze, a partire dall’organizzazione per finire alla crisi economica americana.
Ti confesso che stavamo bramando questo tour, eravamo quasi in procinto di partire quando i bookers americani ci hanno stoppato e siamo stati costretti a rinunciare. Ovviamente stiamo già lavorando per riorganizzare il tour. Andremo in USA il prossimo autunno.


Che mi dici del recente concerto italiano invece?


A parte il fatto che sia io che il batterista eravamo a mezzo servizio perché malati, si è trattata di una serata da ricordare (ride, ndg). Abbiamo suonato diverse volte in Italia e ci siamo sempre divertiti insieme al pubblico.


Bene Chrigel, è tutto… vuoi lasciare un ultimo messaggio?


Rimane soltanto da ringraziare te per l’intervista e tutti i lettori che continuano a interessarsi agli Eluveitie.




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