Eluveitie (Patrick Kistler)
"Helvetios", il loro ultimo studio album, non ha raccolto grandi consensi su SpazioRock. Eppure gli Eluveitie non si danno per vinti e dimostrano di credere fortemente nel proprio progetto e nell'autenticità del proprio revival pagano. Patrick Kistler è l'interlocutore di questa interessante chiacchierata a sfondo celtico. Buona lettura!
Articolo a cura di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 12/02/12
Ciao, è un piacere avervi di nuovo in nostra compagnia! Spero che tutto vada alla grande. Il vostro nuovo album “Helvetios” sta per uscire, siete emozionati?

Sì, non vediamo l'ora di pubblicare il nostro primo concept dotato di una trama che percorre l'intero disco.

Dopo l'esperimento folk di “The Arcane Dominion” avete deciso di tornare alle vostre radici death metal con “Everything Remains (As It Never Was)” e “Helvetios”. È questo il genere che volete suonare o avete in mente di pubblicare un “Evocation Part II” in futuro?

Non definirei “Evocation” un esperimento, quanto, piuttosto, il “lato oscuro” della luna degli Eluveitie (riferimento al celebre album dei Pink Floyd, ndr). E se proprio me lo chiedi, sì, ci sarà sicuramente un “Evocation Part II”, anche se probabilmente ci siamo esposti in maniera negativa verso la scena metal.

Quando ho visto le prime foto promozionali del nuovo album ho pensato: “Ehi, gli Eluveitie stanno per diventare una band modern metal!”. Per fortuna la musica mi ha riassicurato, permettendomi di ritrovare il tipico mix di sonorità folk e death metal. Tuttavia ho notato alcune influenze inedite qua e là. Una sorta di tocco “gothic” o “symphonic metal”, oserei dire – anche se una definizione simile risulterebbe impropria. Cosa ne pensi?

Beh, a mio avviso gli Eluveitie non sono una band moderna né tanto meno old school – sono semplicemente gli Eluveitie. Mischiamo un sacco di influenze diverse che richiamano l'intero corso della storia del metal (con un occhio di riguardo per il melodic death metal di Gothenburg), così come attingiamo da diversi stili musicali folk. Definirei la musica degli Eluveitie come un esperimento guidato dal cuore. In questo senso non credo che “Helvetios” sia influenzato dal gothic, dal symphonic o da qualsiasi altro sottogenere. Cerchiamo di fare del nostro meglio per non essere catalogati.

Su questo disco la voce di Anna Murphy ha un ruolo più significativo. Ci sarà più spazio per le voci femminili in futuro?

Come ho detto poco fa, si tratta di un concept album e per questo non c'è l'idea di includere un maggior numero di voci femminili alla base, così come non esiste una vera e propria politica in merito. Anna ha una bellissima voce e sarebbe stato uno spreco nei confronti del suo talento non trarne vantaggio. Di album in album decideremo spontaneamente quante voci femminili includere.

“A Rose For Epona” è una canzone veramente catchy. Non temete la reazione dei fan? Qualcuno ha già affermato che state tentando di cavalcare l'enorme scia di successo dei Nightwish...

All'inizio ho avuto paura delle reazioni, ma sono arrivato al punto in cui tutto ciò non mi importa più. Se avessimo dato retta alla reazione dei media e avessimo scelto di non pubblicare una canzone catchy, che comunque abbiamo inciso e tutti quanti apprezziamo, avremmo svenduto gli Eluveitie. Anche se alcune persone pensano che “A Rose For Epona” sia una canzone commerciale, a mio avviso è proprio il contrario. Essendo una metal band, abbiamo avuto un bel po' di coraggio nel pubblicare un intero album acustico e abbiamo dimostrato di non seguire alcuna regola, sia essa reale o ipotetica. Facciamo ciò che ci piace e questo è l'unico modo per mantenerci integri.

Penso che possieda una bella melodia, in ogni caso. Di cosa parla questa canzone?


eluveitie_intervista_2012_02Infatti, anche io la apprezzo. Sfortunatamente una parte del pezzo è molto simile ad una canzone scritta da una band giapponese chiamata Blood Stained Child. Una band di cui non avevamo mai sentito parlare fino a quando le persone che hanno ascoltato il pezzo su YouTube ce l'hanno fatto notare e, credimi, ne siamo rimasti parecchio stupiti. Questo è probabilmente uno dei pezzi più speciali di “Helvetios” e, da un punto di vista testuale, è quello che esprime al meglio le emozioni legate alla storia. In questo brano una donna gallica si guarda dentro: la sua speranza, il suo sogno è quello di vivere un futuro sicuro in una casa da condividere con il proprio sposo e il proprio figlio. Alla fine tutto viene distrutto e la speranza di raggiungere questa casa svanisce. Il marito muore sul campo di battaglia e la tribù è quasi completamente sterminata – la sua vita è in rovina. Questa è la trama del brano, un brano pieno di commozione e dolore.

Ci sono altri testi dei quali vorresti parlare?

No, preferirei che fossero le persone interessate ai nostri testi a leggere il booklet e a provare a capirne il contenuto, ascoltando queste canzoni come se fossero un'opera d'arte completa.

Le tradizioni folk stanno diventano sempre più popolari. Come accade ad ogni nuovo trend, spesso i contenuti vengono banalizzati. Come fai fronte a tutto ciò e, a tuo avviso, dove risiede l'autentico spirito pagano al giorno d'oggi?

Beh, ne parlerei in modo leggermente diverso. Le tradizioni folkloriche soppravvivono sempre ed emergono in modi diversi, come nei racconti, nelle musiche o negli aspetti culturali di una nazione o di una regione. Ad esempio, la tradizione dei Krampus diffusa in Italia è un esempio di tradizione precristiana. L'autentico spirito pagano, mmm... Non fraintendermi, ma penso che ognuno debba capirlo da solo, perché non c'è modo di definire cosa sia pagano e cosa no, non c'è alcuna regola. Per questo non devo far fronte all'incremento della popolarità delle tradizioni folkloriche. Alcune persone si sentono pagane bevendo da un corno, altre abbracciando gli alberi. Mi piace sapere che le persone siano libere di dare un senso a tutto questo.

Puoi dirci qualcosa in merito ai vostri piani futuri? Suonerete in Italia?


Suoneremo il 21 marzo all'Estragon di Bologna come headliner del prossimo Paganfest Tour. Oltre a questo, sfortunatamente, non c'è altro in programma. Mia madre è italiana, la mia ragazza è cresciuta in Toscana e i miei figli possiedono il passaporto italiano, perciò mi piacerebbe suonare più spesso da voi. Sta tuttavia ai promoter organizzare i concerti e noi non abbiamo alcun potere in merito. Più fan avremo nella Bella Italia, più possibilità ci saranno per suonare dal vivo.

Grazie mille per questa intervista! Lascia pure un messaggio ai vostri fan italiani e ai lettori di SpazioRock!

Grazie mille per il supporto, state lontani dalle chiese e, per favore, portateci delle buone pizze e del buon vino italiano al nostro prossimo concerto, alcuni di noi hanno già smesso di credere che gli italiani preparino le miglior pizze dell'intero universo.


Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool