Alter Bridge
The Last Hero

2016, Napalm Records
Heavy Rock

"Un nuovo esaltante capitolo nella carriera di un gruppo che non sembra sbagliare un colpo. La band americana compie la maturazione definitiva grazie ad una ricerca melodica senza pari ed un'esaltante affinità chitarristica dei suoi leader"
Recensione di Salvatore Dragone - Pubblicata in data: 04/10/16

"Show me a leader that won't compromise" è il grido di speranza che si libera dall'ugola d'oro di Myles Kennedy nella prima canzone di "The Last Hero", il quinto album degli Alter Bridge.


Una presa di coscienza sulle attuali dinamiche politiche ed un velato ottimismo guardando al futuro sono infatti alla base della riflessione compiuta dal quartetto americano nel primo disco da tre anni a questa parte e che segna la partnership con Napalm Records dopo lo split con Roadrunner.

 

Confermata in toto la squadra del precedente "Fortress", con il loro produttore di lunga data Michael ‘Elvis' Baskette in cabina di regia e Ted Jensen a curare il mastering, "The Last Hero" si candida seriamente come uno dei capitoli migliori nella discografia degli Alter Bridge, che fin qui in realtà di colpi ne han sbagliati davvero pochi. La sinergia tra Kennedy e Mark Tremonti (che abbiamo appena intervistato) nella scrittura dei brani è ormai totalmente affinata quasi da poter affermare che la band abbia trovato la formula definitiva e ciò si evidenzia bene tanto negli intrecci chitarristici che nelle scelte melodiche adottate nelle canzoni. Forse alla lunga questo potrebbe risultare un handicap, vuoi per la similarità del sound e delle strutture con i precedenti album, ma si parla ad ogni modo di un lavoro di alto livello e destinato a finire tra i migliori dischi del 2016.

 

L'intro epico di "Show Me A Leader" prepara il terreno per l'ingresso delle potenti chitarre accompagnate dalla perfetta sezione ritmica del duo Marshall/Phillips. Si tratta in sostanza di un singolo dall'incedere incalzante e caratterizzato da un bel ritornello stop and go. "The Writing On The Wall" esprime invece tutta la delusione di Kennedy verso l'indifferenza sul problema del riscaldamento globale. Interessante il vorticoso intreccio chitarristico nel finale. Gli Alter Bridge decidono finalmente di osare con "The Other Side", canzone molto scura dove i ritmi si dilatano e prendono piede melodie acide in stile Alice In Chains. Il paesaggio cambia repentinamente sulle note dell'altro singolo "My Champion". Qui il clima si fa molto più solare e si rispecchia in un testo che vuole essere un messaggio di incoraggiamento e di riscatto personale. Dopo la cavalcata spensierata di "Poison In Your Veins" il livello si alza nuovamente con "Cradle To The Grave", ballad tra le più belle mai partorite dalla band per emotività di strofa e chorus. "This Kind Of Fate" può considerarsi invece una sorta di esperimento isolato dove esce fuori una vena progressive quasi inedita per le loro canzoni ricordando in alcuni passaggi i momenti più epici dei Muse. Mentre l'ascolto dell'album va avanti spedito, senza cali di tensione, "Island Of Fools" riporta a galla il lato più heavy degli Alter Bridge con dei riff piuttosto complessi che esplodono in uno dei ritornelli più riusciti. Chiusura affidata invece alla titletrack, anche se in alcune versioni dell'album sono presenti le bonus "Last Of Our Kind" e "Breathe".





01. Show Me A Leader
02. The Writing on the Wall
03. The Other Side
04. My Champion
05. Poison In Your Veins
06. Cradle To The Grave
07. Losing Patience
08. This Side of Fate
09. You Will Be Remembered
10. Crows On A Wire
11. Twilight
12. Island of Fools
13. The Last Hero
14. Last Of Our Kind

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