"Saint Cecilia" non è solo il titolo dell'EP, ma anche quello della traccia di apertura del lavoro, che si caratterizza per un ritornello assai efficace. Sfido chiunque ad ascoltare alcune volte il brano "Saint Cecilia" senza che il ritornello "I Know no matter what I Say..." non entri in testa senza poi uscirne più. Più si ascolta questo EP e più si notano alcune somiglianze con altri lavori della band: si passa dalle sonorità tipiche dell'ultimo Sonic Highways, fino a quelle risalenti al primo album Foo Fighters: sembra quasi di riascoltare la cara vecchia "This Is a Call" con il brano "Sean". Nella successiva "Savior Breath", il buon Dave Grohl tira fuori tutta la sua voce, come da tempo non faceva, urlando, ma con classe, per tre minuti. Forse proprio perché spontaneo e prodotto in un tempo relativamente breve, i Foo Fighters sono tornati quelli di un tempo, alternando canzoni forti e graffianti, proprio come il brano appena menzionato "Savior Breath", a ballate più raffinate come "Iron Rooster". Inoltre l'attenzione per i dettagli ed i particolari che tanto ha contraddistinto Sonic Highways qui non c'è, ma non se ne sente la mancanza, anzi tutt'atro. Si chiude con "The Neverending Sigh", il brano più lungo dell'intero EP con i suoi 4:46 minuti.
"Saint Cecilia" si è rivelata essere una piacevole sorpresa, non solo perché distribuito gratuitamente, ma anche per il contenuto di qualità e spessore. La title-track è di gran lunga il brano migliore del lavoro, ma nel complesso non ci sono pecche o appunti da fare ai Foo Fighters, che hanno deciso di regalare ai proprio fan cinque nuove canzoni prima di una pausa. Perché si, anche questo era scritto nella lettera. Ci vediamo tra un po', Dave, goditi il meritato riposo!