We made a promise we swore we’d always remember
No retreat no surrender

Per esorcizzare le tragedie, non c’è niente di meglio della musica. E ieri sera, nella verde (e bagnata) cornice del parco urbano Giorgio Bassani di Ferrara, è proprio ciò che è avvenuto, con quasi 50 mila avventori accompagnati per mano dal Boss in persona, Bruce Springsteen. Nulla può fermare lui e la sua E Street Band, ma soprattutto il popolo italiano (e non solo degli springsteeniani), che da giorni ha invaso la città emiliana in fremente attesa di questo evento unico.

Lo show inizia intorno alle 16:30 con l’energia di Fantastic Negrito, il poliedrico artista di Oakland che ha scaldato il pubblico con il suo rock contaminato di black music, seguito a ruota da Sam Fender, giovane chitarrista inglese di cui sicuramente sentiremo parlare in futuro. Ma, è scontato, è per Mr. Springsteen che freme l’attesa del pubblico di Ferrara e fatica e pazienza vengono presto ripagate: sono le 19:40 circa quando la E-Street Band inizia a prendere possesso del palco, seguita finalmente dal Boss, che non aspetta neanche un minuto per dare inizio alle danze.

È proprio con “No Surrender” che Springsteen decide di far partire lo spettacolo, accolto da un boato di gioia del pubblico, un brano decisamente emblematico, potente ed iconico, che imposta immediatamente il ritmo del concerto. Non c’è un minuto di tregua, il Boss e i suoi proseguono a ritmo serratissimo con “Ghosts” e “Prove It All Night”, per poi rilassarsi, ma solo per un momento, con ”Letter To You”. È uno dei tanti momenti toccanti del concerto, con uno Springsteen davvero ispirato e i sottotitoli sui mega schermi per permettere a tutti di fruire della nuova canzone, tratta dall’ultimo album intitolato proprio ”Letter To You”.

Springsteen, si sa, è un frontman come ne sono rimasti ormai pochi nel panorama rock attuale: una vera macchina da guerra, capace di trascinare il suo pubblico sia con brani storici come “Out In The Streets” o il mitico ”E-Street Shuffle”, ma anche più recenti come ”Wrecking Ball”. L’atmosfera è quella di una grande festa, si incontrano generazioni di fan di tutte le età, da giovanissimi al primo concerto ai seguaci con qualche primavera e spesso decine di show del Boss in più alle spalle.

I brani si susseguono uno dopo l’altro come una macchina perfettamente oliata, le pause sono praticamente inesistenti, la E Street Band non perde un colpo, sempre col sorriso sulle labbra e sotto gli occhi visibilmente soddisfatti di uno Springsteen in forma smagliante. Con la tripletta “Thunder Roads”, ”Born To Run” e ”Born In The USA” si raggiunge davvero l’apoteosi: ogni singolo spettatore si unisce ai cori e l’arena diventa un’anima sola, unicamente votata al Boss. Con la complicità del fido Steven Van Zandt, Bruce si assicura che il suo popolo non è ancora pronto ad andare a casa ed è il momento di altri classici come ”Glory Days” e ”Dancing In The Dark”. Lo show si conclude con un momento commovente: il Boss solo sul palco con la chitarra acustica esegue “I’ll See You In My Dreams”, dedicata all’amico scomparso Michael Gudinski, storico promoter musicale e amico del Boss.

Con quasi tre ore di show trascinante e adrenalinico, Bruce Springsteen si mostra, se mai ce ne fosse bisogno, come la prova vivente che il rock è vivo e gode di ottima salute: il suo spirito brucia ancora ardente nei cuori di giovani e meno giovani.

Setlist

No Surrender
Ghosts
Prove It All Night
Letter to You
The Promised Land
Out in the Street
Candy’s Room
Kitty’s Back
Nightshift (Commodores cover)
Mary’s Place
The E Street Shuffle
Johnny 99
Last Man Standing (acoustic, with Barry Danielian on trumpet)
Backstreets
Because the Night
She’s the One
Wrecking Ball
The Rising
Badlands
Thunder Road
Born in the U.S.A.
Born to Run
Bobby Jean
Glory Days
Dancing in the Dark
Tenth Avenue Freeze-Out
I’ll See You in My Dreams (solo acoustic)

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