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Rival Sons – Darkfighter

Dopo 4 anni dal successo di “Feral Roots”, tornano i Rival Sons con un album che potrebbe replicare la fortuna del suo predecessore. Intenso, introspettivo, potente, “Darkfighter” si sviluppa in 8 tracce che racchiudono l’essenza della band statunitense in una fase di grande maturità compositiva, un mix di rock e blues che affonda sempre più le proprie radici nella tradizione musicale americana.

L’apertura del disco è affidata a ”Mirrors”: l’intro di organo fa da preludio a un riff graffiante, mentre la linea vocale di Jay Buchanan intesse il ritmo variegato del brano, che alterna momenti delicati ad altri più energici. Segue “Nobody Wants to Die”, uno dei singoli tratti dall’album, e ritroviamo i Rival Sons scatenati, aggressivi, che spingono sull’acceleratore per offrire al proprio pubblico un rock di alta qualità, puro e semplice ma di sicuro impatto. Altro giro, altro singolo già proposto e che rappresenta l’emblema dell’intero lavoro: si tratta di ”Bird In The Hand”, un mid tempo con guizzi blues che ovviamente non dimentica l’energia della chitarra di Scott Holiday, un musicista che non viene chiamato a caso Mr Fuzzlord. Il suo sound, a braccetto con le melodie della linea vocale, dona potenza all’intero brano, sostenuto con efficacia dagli ottimi Mike Miley e Dave Beste e dalla loro sezione ritmica che é praticamente una garanzia.

Nella seguente ”Bright Light” è la voce di Buchanan a farla da padrone, pescando a piene mani dalla sua tradizione personale di soul e blues: il risultato è un brano che vede la voce come protagonista assoluta e che da quel valore aggiunto che solo un talento come il suo può apportare. “Rapture” è il pezzo meno efficace di “Darkfighter”, non ha lo stesso mordente e la stessa varietà di idee del resto del disco e suona più come riempitivo, mentre l’attenzione risale con la seguente “Guillotine”, uno dei brani migliori. “Guillotine” è un concentrato di energia dissonante, quasi dark, con in primo piano un riff di chitarra martellante e affilato, che fa da rampa di lancio per la voce profonda e graffiante di Buchanan in un’altra delle sue migliori performance del disco. Particolare attenzione da dare al testo, che parla, a detta dello stesso frontman, di come alle, volte ci si senta smarriti nella vita, trascinati dalle correnti senza capire come salvarsi e del cercare la forza interiore per riprendersi. Ci si avvicina alla conclusione di questo nuovo viaggio insieme ai Rival Sons: ”Horse Breath” é poeticamente ossessiva, ancora una volta per dare risalto alla voce di Jay Buchanan, mentre l’ultimo brano ”Darkside” è un’altra delle perle del disco. Il brano parte con un riff portante che sfiora lo stoner, per intervallarsi ed alternarsi con parti più delicate, ma al contempo malinconiche ed oscure.

“Darkfighter” è un disco introspettivo, efficace ma non del tutto immediato, che solo una band con le capacità e il talento dei Rival Sons poteva rendere funzionante e soprattutto convincente. Ora non ci resta che attenderli per la prova live il prossimo 29 ottobre all’Alcatraz di Milano.

Tracklist

01. Mirrors
02. Nobody Wants to Die
03. Bird in the Hand
04. Bright Light
05. Rapture
06. Guillotine
07. Horses Breath
08. Darkside

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