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Noel Gallagher’s High Flying Birds – Council Skies

A distanza di ben sette anni da “Who Built The Moon?”, album in cui Noel Gallagher si è concesso di sperimentare con sonorità decisamente lontane da quelle a cui ci aveva abituato con gli Oasis e con i suoi primi lavori da solista, il cantante è tornato con il suo nuovo lavoro “Council Skies”. Ad anticipare il disco sono stati ben quattro singoli: “Pretty Boy”, “Dead To The World”, “Easy Now” e l’omonima “Council Skies”. Già con i brani pubblicati in precedenza e contenuti all’interno del suo primo Best Of, Gallagher aveva mostrato un riavvicinamento alle origini, cosa confermata con “Council Skies”. Ad influenzarlo nella scrittura dei pezzi è stato anche il divorzio dalla moglie Sara MacDonald dopo 22 anni di matrimonio, tuttavia il cantante ci ha tenuto a specificare che non si tratta di un divorce-album.

Ad aprire il disco è la beatlesiana “I’m Not Giving Up Tonight”, brano che riporta un po’ negli anni ’60, caratterizzato da coretti in gospel e completamente distante dalla successiva “Pretty Boy”, in cui sembrano esserci riferimenti invece ai The Cure. Una supposizione non del tutto errata visto che Robert Smith ha lavorato ad un remix della canzone. E dopo un tuffo nel post-punk, Noel Gallagher ci riporta ai tempi degli Oasis con la malinconica ballata “Dead To The World”, uno dei pezzi più stile Gallagher del disco. E chissà se in “Open The Door, See What You Find” Noel non volesse rimandare un po’ ai violini del classico degli Oasis “Whatever”: se quello era l’intento il risultato non è dei più ottimali. In ogni caso si percepisce un ritorno al passato, soprattutto nel trittico un po’ prima della metà del disco composto dalla già citata “Open The Door, See What You Find”, “Trying To Find A World That’s Been And Gone Pt.1” e la più riuscita dell’album e già conosciuta dai fan “Easy Now” .

Si torna ad un sound simile a quello di “Pretty Boy” con la title track, quasi come se l’artista sia perennemente combattuto in quest’album tra un radicamento al passato e la voglia di innovazione e continuazione di un percorso sperimentale iniziato con il suo lavoro precedente e nella trilogia di EP tra 2019 e 2020. Interessante la strada percorsa con “There She Blows!” e “Love Is A Rich Man”, pezzi che viene da chiedersi un po’ come sarebbero stati anche con la voce del fratello Liam e che potevano essere contenuto tranquillamente nell’ultimo lavoro degli Oasis “Dig Out Your Soul”. Nel complesso l’ultima parte del disco è composta da pezzi più energici, a tratti quasi ballabili, come “Think Of A Number”. Chiude, invece, “We’re Gonna Get There In The End”, brano dalle tinte allegre ed in cui, ancora una volta, si sentono gli Oasis.

Ascoltando “Council Skies” si ha l’impressione che Noel Gallagher sia afflitto da un conflitto interiore. C’è un costante ritorno al passato, che si può forse individuare nella fine della relazione con MacDonald o allo scioglimento degli stessi Oasis, ma allo stesso tempo la volontà e necessità di andare avanti per la propria strada. Forse, però, Noel farebbe bene a recuperare davvero le sue origini. Forse è davvero tornato il momento per lui di riformare gli Oasis. Non è un caso che anche le demo dei pezzi migliori della sua carriera solista risalissero al periodo in cui faceva ancora parte della band.

Tracklist

01. I’m Not Giving Up Tonight
02. Pretty Boy
03. Dead to the World
04. Open the Door, See What You Find
05. Trying to Find a World That’s Been and Gone: Part 1
06. Easy Now
07. Council Skies
08. There She Blows!
09. Love Is a Rich Man
10. Think of a Number
11. We’re Gonna Get There In The End

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